La chiesa dei Santi Nereo e Achilleo, affacciata su viale delle Terme Di Caracalla a Roma, ha appena ritrovato il suo antico splendore grazie a un restauro importante. La facciata decorata con la tecnica del graffito, rara Nell’architettura sacra Romana, è stata riportata all’originale bellezza con fondi del Piano Nazionale Di Ripresa e Resilienza. L’intervento è stato presentato in occasione dell’anno giubilare 2025.
Un gioiello nascosto tra le mura di Roma torna alla luce
La chiesa si trova poco oltre Porta Capena, vicino alla Via Appia e al tracciato dell’antica via Nova. Le sue origini sono antichissime: risale al Titulus Fasciolæ, legato alla leggenda della benda caduta dalla gamba ferita di San Pietro. Nel corso dei secoli è stata più volte ricostruita.
L’aspetto attuale deriva da due grandi momenti storici: il Giubileo del 1475, quando Papa Sisto IV la trasformò in una struttura a tre navate, e soprattutto il Giubileo del 1600. In quell’occasione il cardinale Cesare Baronio finanziò una ristrutturazione radicale che coinvolse anche la facciata.
La magia della tecnica del graffito sulla facciata rinascimentale
A firmare la decorazione fu Girolamo Massei, pittore lucchese che scelse una tecnica insolita per una chiesa: il graffito. Questa consiste Nell’applicare due strati di intonaco — uno scuro sotto e uno chiaro sopra — poi incisi a mano per creare effetti chiaroscurali molto raffinati.
Il risultato è una partitura geometrica rinascimentale con ordini sovrapposti, volute laterali e nicchie figurate. Le nicchie superiori ospitavano i santi titolari Nereo e Achilleo; quella inferiore probabilmente Santa Domitilla.
Questa scelta tecnica era probabilmente dettata da ragioni pratiche: rispetto al travertino tradizionale era più veloce ed economica da realizzare.
Come si è svolto il restauro: tra sfide e scoperte
Il restauro della facciata è stato diretto dalla restauratrice Eleonora Leprini e coordinato da Maria Cristina Lapenna. Lo ha realizzato il Consorzio L’Officina sotto la supervisione della Soprintendenza Speciale di Roma.
Molte parti originali erano scomparse o danneggiate gravemente dal tempo. Questo rendeva difficile leggere l’impianto architettonico originario della facciata.
Per fortuna un’approfondita ricerca d’archivio ha permesso di ricostruire l’antica partitura decorativa con precisione. Le incisioni residue sul muro hanno aiutato i restauratori a completare mentalmente le geometrie perdute.
“Con questo restauro — ha spiegato Eleonora Leprini — la facciata ha ritrovato la leggerezza di una decorazione suggerita”. Gli ordini sovrapposti e le superfici scandite aiutano infatti l’occhio a completare mentalmente le forme originarie.
La soprintendente Daniela Porro ha definito il risultato “grande” perché questa piccola chiesa conserva un patrimonio storico unico nel suo genere ed ora può essere ammirata dai cittadini come merita.
Un patrimonio artistico che torna protagonista nel giubileo 2025
Il recupero della chiesa dei Santi Nereo e Achilleo arriva proprio Nell’anno giubilare 2025, momento in cui Roma si prepara ad accogliere visitatori da tutto il mondo.
Restituire alla città questa testimonianza antica significa valorizzare non solo l’arte sacra ma anche la storia urbana legata alle vie consolari come Via Appia e ai monumenti vicini come le Terme Di Caracalla.
Inoltre questo intervento dimostra come i fondi del Piano Nazionale Di Ripresa e Resilienza possano contribuire concretamente alla tutela del patrimonio culturale italiano più fragile ma prezioso.
Ora chi passa davanti alla chiesa può ammirarne i dettagli geometrici finemente incisi sulla facciata senza dover immaginare troppo quello che c’era prima. Un piccolo miracolo fatto di arte, storia e tanta pazienza che racconta ancora oggi storie antiche nel cuore pulsante di Roma.