
Il processo quater a Sassari riguarda il rapimento del 2006 di Titti Pinna, con l’imprenditore Antonio Michele Piredda unico imputato per aver fornito un furgone utilizzato nel sequestro. L’assenza della vittima in aula ha influenzato il dibattimento, che prosegue con altre testimonianze e prove. - Unita.tv
Il processo quater alla corte d’assise di sassari riguarda il rapimento avvenuto nel 2006 di titti pinna, allevatore di bonorva. L’imprenditore edile antonio michele piredda è unico imputato, accusato dalla dda di cagliari di partecipazione attiva nel sequestro, in particolare per aver messo a disposizione un furgone. L’odierna udienza ha riservato qualche sorpresa per l’assenza della vittima.
L’assenza di titti pinna e i motivi della sua mancata testimonianza
Titti pinna avrebbe dovuto prendere la parola come testimone nel procedimento contro piredda, che si svolge a sassari, ma non si è presentato. Ha inviato un giustificativo in cui spiega l’assenza a causa di problemi familiari gravi, che gli hanno impedito di partecipare all’udienza. Questa mancata presenza cambia la dinamica del dibattimento, che comunque non si è fermato e ha visto altre testimonianze. L’assenza di pinna è stata evidenziata in aula, segnalando la delicatezza del momento personale che sta attraversando.
La mancata deposizione di titti pinna lascia in sospeso alcuni dettagli cruciali direttamente legati alla sua esperienza durante il periodo di detenzione forzata, che durò dall’19 settembre 2006 fino alla sua liberazione il 28 maggio 2007. Questi elementi sono importanti nel processo, che vuole chiarire il ruolo preciso dell’imputato nell’organizzazione e attuazione del sequestro.
Le dichiarazioni dei carabinieri e i precedenti processi
Durante l’udienza si sono susseguite le dichiarazioni di quattro carabinieri che erano stati parte attiva nelle indagini allo scopo di ricostruire la vicenda del rapimento in modo analitico e dettagliato. Questi militari hanno collaborato alle indagini che hanno portato a condanne definitive in tre precedenti processi per altri soggetti implicati: salvatore atzas, giovanni maria manca, antonio faedda, più i fratelli giovanni e francesca sanna.
Le testimonianze hanno fornito dettagli sulle modalità con cui è stato organizzato il rapimento, sulle piste investigative battute e sugli elementi raccolti per inchiodare gli imputati. Questi racconti hanno consentito di percepire la complessità dell’indagine e la determinazione dell’arma dei carabinieri nel seguire ogni pista con attenzione. Il procedimento attuale, in cui piredda è imputato, sembra voler fare luce sugli anelli mancanti di questa catena.
L’importanza dell’elemento chiave: il furgone
I militari hanno anche descritto i metodi con cui la dda di cagliari ha perseguito la pista dell’ingaggio diretto di piredda nella fase materiale del sequestro, in particolare la fornitura del furgone, elemento chiave per spostare pinna durante la prigionia.
Le tensioni in aula tra difesa, pm e giudice sul video delle indagini
Uno degli snodi più vivaci dell’udienza ha riguardato la proiezione di un video che mostra la ricostruzione delle indagini, commentato dal colonnello marco palanca, del ris di cagliari. Questo filmato ha suscitato diverse contestazioni da parte dell’avvocata antonella cuccureddu, difensore di piredda.
Cuccureddu ha sollevato dubbi sull’ammissibilità degli atti e ha fatto numerose eccezioni sull’uso del video come prova, mettendo sotto accusa sia i contenuti sia la modalità di presentazione. Il pm gilberto ganassi, presente in aula, ha invece difeso l’utilizzo del documento come elemento probatorio fondamentale per chiarire come si sono svolte le indagini.
Il presidente della corte, giancosimo mura, ha respinto con fermezza tutte le obiezioni della difesa, autorizzando la visione e il commento del video. Questa tensione in aula testimonia l’importanza che riveste il materiale fornito dal ris per sostenere l’accusa e l’intenzione della corte di procedere senza intoppi.
La presenza del colonnello palanca ha dato al video una chiave tecnica, introducendo dettagli precisi e puntuali sulla raccolta e l’analisi delle prove video-fotografiche. Questo ha contribuito a rafforzare la cornice probatoria in cui si muove il processo.
Prossimi sviluppi e ripresa della testimonianza
Il procedimento non si è fermato con l’assenza del principale testimone e continuerà con l’ascolto di altri testi che potranno arricchire l’inchiesta con nuovi elementi. Tra questi ci sarà anche titti pinna, quando le sue condizioni personali glielo permetteranno.
Il giudice ha confermato che nuove convocazioni saranno inviate agli interessati per portare avanti il processo quater. L’attenzione resta alta visto il collegamento con fatti lontani oltre diciotto anni, ma che coinvolgono personaggi importanti nel tessuto criminale e imprenditoriale della sardegna.
Le indagini, così come i passaggi giudiziari che le hanno accompagnate negli anni, mostrano una storia complessa di sequestri di persona e legami che riguardano varie persone. La ricostruzione precisa degli eventi è affidata proprio alle testimonianze e ai documenti raccolti in aula, strumenti indispensabili per decidere con chiarezza.