Il Myanmar è stato colpito da un devastante terremoto di magnitudo 7.7 che ha causato un numero tragico di vittime, superando le 16mila. La situazione si complica ulteriormente con nuove scosse sismiche e la continua violenza tra le forze governative e i gruppi di opposizione. Le autorità locali e internazionali stanno monitorando attentamente gli sviluppi, mentre il paese affronta una crisi umanitaria senza precedenti.
Nuove scosse sismiche e paura nel paese
Dopo il terremoto di venerdì, il Myanmar ha continuato a tremare. Nella notte, l’Istituto Geosismico Americano ha registrato un nuovo sisma di magnitudo 5.1 nei pressi della capitale Naypyidaw. Solo alcune ore prima, un’altra scossa di magnitudo 4.2 era stata registrata a nord di Mandalay. Queste nuove scosse hanno riacceso la paura tra la popolazione, già provata dalla devastazione del terremoto principale. Le autorità locali stanno cercando di fornire assistenza alle persone colpite, ma la situazione è complicata dalla mancanza di infrastrutture e dalla vulnerabilità delle strutture abitative.
Il bilancio delle vittime continua a salire, con oltre 1.644 morti e più di 3.400 feriti, secondo le stime attuali. La densità della popolazione nelle aree colpite e la precarietà delle costruzioni aumentano il rischio di ulteriori perdite. Le organizzazioni umanitarie stanno facendo del loro meglio per rispondere all’emergenza, ma le difficoltà logistiche e le condizioni di sicurezza rendono il lavoro estremamente complesso.
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La tregua dell’opposizione e le operazioni militari
In un contesto di crescente tensione, il governo ombra di opposizione democratica, noto come National Unity Government , ha annunciato una sospensione unilaterale delle operazioni militari contro la giunta militare al potere. Questa tregua, della durata di due settimane, è stata dichiarata per le aree colpite dal terremoto e nei distretti adiacenti. Tuttavia, il NUG ha specificato che le operazioni di difesa non saranno incluse in questa sospensione.
Nonostante la dichiarazione di tregua, la giunta militare ha continuato a bombardare i gruppi ribelli anche nelle ore successive al terremoto. Tom Andrews, Relatore Speciale delle Nazioni Unite per il Myanmar, ha esortato la giunta a fermare tutte le operazioni militari, sottolineando l’urgenza di garantire la sicurezza della popolazione in un momento così critico. Il conflitto tra il NUG e la giunta militare è in corso dal colpo di Stato del 2021, e la situazione attuale ha reso ancor più drammatica la lotta per la democrazia nel paese.
La situazione in Thailandia e il bilancio delle vittime
Il terremoto ha avuto ripercussioni anche in Thailandia, dove il numero di vittime è salito a 17. L’Autorità Metropolitana di Bangkok ha comunicato che 32 persone sono rimaste ferite e 83 risultano ancora disperse. La maggior parte delle persone scomparse proviene da un grattacielo di 30 piani in costruzione, crollato a causa del sisma. Le autorità thailandesi stanno intensificando le operazioni di ricerca e soccorso per trovare i dispersi e fornire assistenza ai feriti.
La situazione in Thailandia, sebbene meno grave rispetto a quella del Myanmar, evidenzia l’impatto devastante del terremoto nella regione. Le squadre di soccorso stanno lavorando incessantemente per garantire che le persone colpite ricevano le cure necessarie e per affrontare le conseguenze di questo disastro naturale. La cooperazione tra i governi e le organizzazioni internazionali sarà fondamentale per affrontare la crisi e supportare le popolazioni colpite.