Tentata violenza sessuale e rapina a rho, arrestato marocchino dopo fuga con gps
Una donna e sua figlia aggredite a Rho da un uomo nordafricano, arrestato grazie alla geolocalizzazione del cellulare rubato. Il fermo avviene per tentata violenza sessuale e rapina aggravata.

A Rho, vicino Milano, un uomo ha aggredito una donna e la figlia in casa, tentando una violenza sessuale e rapinando un cellulare. Grazie alla geolocalizzazione, la polizia ha arrestato il sospetto a Milano. - Unita.tv
Un episodio drammatico ha scosso la mattina di sabato 14 maggio 2025 a Rho, vicino a Milano, dove una donna e la figlia sono state vittime di un’aggressione da parte di un uomo di origine nordafricana. L’uomo, fermato poi nel pomeriggio per tentata violenza sessuale e rapina aggravata, si è introdotto con la forza nell’abitazione fingendosi un fattorino. Il recupero del cellulare rubato grazie al sistema di geolocalizzazione ha permesso alla polizia di seguire le tracce del fuggitivo e bloccarlo a Milano.
L’aggressione in casa: come è entrato l’uomo e cosa è successo
Alle 7.40 di sabato mattina, una donna di 57 anni, chiamata Laura per privacy, apre appena la porta dopo aver sentito un citofono. L’uomo alla porta si presenta come un corriere, una sceneggiatura che funziona perché la donna aspetta davvero un pacco da Amazon. L’aggressore, un marocchino di circa cinquanta anni, senza casa stabile e con precedenti per rapina, spaccio e furto, approfitta della situazione per forzare l’ingresso.
Violenza e minacce all’interno dell’abitazione
Una volta dentro, aggredisce Laura nel corridoio con pugni al volto. Il rumore sveglia la figlia di 22 anni, che vede la madre in difficoltà e subisce a sua volta la violenza dell’uomo. Le due donne vengono spinte sul letto dell’appartamento mentre il malvivente, mostrando una mano in tasca come se avesse un’arma, ordina loro di tacere e consegnare tutto ciò che hanno.
Laura racconta che l’uomo ha tentato un approccio sessuale, sollevandole la maglia da notte e scoprendo le gambe, minacciando di ucciderle se non si fossero comportate come voleva.
La tensione e la paura dominano la scena, ma le urla di Laura e della figlia lo disturbano. È proprio a quel punto che l’aggressore afferra l’iPhone 14 Pro Max della ragazza, appoggiato sul comodino, e fugge chiudendo la porta a chiave dietro di sé. La fuga comincia, ma madre e figlia riescono a scattare fuori dalla porta-finestra per chiedere aiuto al vicino.
La denuncia e l’intervento della polizia
Le due donne chiamano il 112 con la voce bassa, limitando i suoni per non essere colte di sorpresa. I poliziotti delle Volanti della questura di Milano arrivano velocemente e prendono in carico le vittime, ancora scosse da quanto successo. La vittima principale offre dettagli preziosi per individuare l’aggressore.
Nel frattempo, la geolocalizzazione del telefono rubato diventa fondamentale per la caccia all’uomo. La ventiduenne usa il suo computer portatile per tracciare lo smartphone, localizzato prima in corso Europa a Rho. Da lì partono diverse ricerche, senza però riuscire a stringere il cerchio subito. Proprio a Pero, a pochi chilometri, i poliziotti perquisiscono un hotel e una stazione di servizio in via Sempione senza esito. Il cellulare resta fermo per almeno quaranta minuti in via D’Annunzio nella stessa zona, ma la pista sembra sfuggire.
La strategia della polizia
Gli agenti continuano a monitorare la posizione del telefono che si muove verso Milano. Un ultimo segnale lo localizza in piazzale Lotto, parte della città più centrale. Analizzando il percorso, gli investigatori scoprono che l’aggressore è salito sulla linea 90 del filobus dalla fermata Molino Dorino, transitando poi per Lancetti, Stelvio e Tonale.
Sull’autobus, l’uomo cerca di sfuggire camuffandosi tra i passeggeri. Si siede accanto a una donna con un bambino piccolo, sperando di non attirare l’attenzione. Non basta. La polizia di via Fatebenefratelli, specializzata nelle indagini delicate, individua il sospetto prima che possa scendere a una delle prossime fermate. Gli agenti lo bloccano immediatamente neutralizzando qualsiasi tentativo di fuga.
Il fermo e le conseguenze legali
Il fermo avviene grazie alla collaborazione col pm Leonardo Lesti, che dispone subito il fermo di indiziato di delitto per tentata violenza sessuale e rapina aggravata. L’uomo viene portato nel carcere San Vittore in attesa dei provvedimenti giudiziari successivi.