Tar annulla la delibera del consiglio comunale di Cesate: Comune senza piano di governo del territorio dal 19 maggio 2025
Il Tar annulla la delibera n.6 del Comune di Cesate, lasciando il territorio senza un piano di governo valido e evidenziando irregolarità nelle procedure consiliari e nella gestione amministrativa.

Il Tar ha annullato la delibera del Comune di Cesate che approvava il piano di governo del territorio per irregolarità procedurali, lasciando il Comune senza uno strumento fondamentale per la pianificazione urbanistica. - Unita.tv
La Sezione Terza del Tar ha annullato la delibera n.6 del 29 febbraio 2024 adottata dal consiglio comunale di Cesate relativa all’approvazione del piano di governo del territorio . Questo provvedimento lascia il Comune privo di un documento fondamentale per la pianificazione urbanistica e lo sviluppo territoriale, dopo che i giudici hanno riscontrato violazioni delle procedure e dei principi amministrativi.
Motivi della sentenza e irregolarità nella delibera consiliare
L’annullamento della delibera è dovuto a una violazione dell’articolo 22 del regolamento consiliare di Cesate, riguardante le modalità con cui dovevano essere presentati gli emendamenti. La sezione Tar ha rilevato che le procedure previste non sono state rispettate nel corso della seduta del 29 febbraio 2024, generando una falsa applicazione delle norme interne. La sentenza sottolinea inoltre il mancato rispetto dei principi di legalità, trasparenza, imparzialità e buon andamento che devono guidare la pubblica amministrazione.
Comportamenti contestati durante la seduta
Durante quella seduta il sindaco Roberto Vumbaca avrebbe forzato i tempi di votazione di un emendamento, già presentato dalla maggioranza, impedendo di fatto una corretta discussione e limitando la capacità di intervento dell’opposizione. Questo comportamento, definito dalla minoranza come abituale per quel periodo, ha rappresentato un elemento decisivo per il ricorso accolto dal tribunale amministrativo.
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Ricorso presentato dall’opposizione e richieste annullamento atti
Il ricorso che ha portato all’annullamento del PGT è stato presentato a maggio 2024 da consiglieri di opposizione, allora riuniti nel gruppo Cesate Libera e Solidale e oggi noti come Cesate Insieme. Gli esponenti chiedevano l’annullamento non solo della delibera n. 6, ma anche di tutti gli atti procedurali e istruttori correlati all’adozione della variante al piano urbano.
La contestazione principale riguardava quindi sia le modalità di approvazione in consiglio comunale, sia la regolarità di tutto il procedimento amministrativo seguito per la revisione del piano. L’opposizione ha definito grave la situazione che si è venuta a creare, soprattutto per l’impatto sulla gestione urbanistica del territorio, e ora monitora con attenzione le conseguenze della decisione del Tar.
Richieste dell’opposizione
“La situazione è grave e richiede urgenti interventi per garantire trasparenza e rispetto delle regole,” ha affermato un rappresentante di Cesate Insieme.
Conseguenze per il Comune e implicazioni sul futuro del territorio
Dal giorno della pubblicazione della sentenza, 19 maggio 2025, Cesate si trova senza un piano di governo del territorio valido e approvato. Questo documento costituisce uno strumento cruciale per regolare le attività edilizie, la tutela ambientale, lo sviluppo infrastrutturale e tutti gli interventi sul territorio comunale.
La mancanza di un PGT rischia di bloccare o rallentare processi fondamentali e lascia l’amministrazione senza un quadro di riferimento aggiornato per le scelte urbanistiche. Il rischio è che la situazione comporti incertezza per cittadini, imprese e operatori coinvolti nello sviluppo locale.
Posizioni della minoranza dopo la sentenza
La minoranza ha mostrato subito grande preoccupazione per questa condizione, denunciando la perdita di uno strumento vitale e assicurando che continuerà a vigilare sulle ripercussioni. Il consigliere Roberto della Rovere si è detto soddisfatto per l’accoglimento del ricorso, sottolineando “la necessità di adottare procedure trasparenti e rispettose delle norme per garantire la legittimità degli atti pubblici.”