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Spyware graphite trovato sui telefonini di due giornalisti europei, conferma il citizen lab

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Il Citizen Lab ha confermato la presenza dello spyware Graphite sui telefoni di Ciro Pellegrino, giornalista di Fanpage, e di un altro reporter europeo anonimo. La scoperta arriva dopo la notifica ricevuta da Apple il 29 aprile che segnalava un attacco informatico avanzato.

Quando Apple ha lanciato l’allarme: la prima avvisaglia dello spyware

Il 29 aprile scorso Apple ha inviato una notifica a due giornalisti, tra cui Ciro Pellegrino di Fanpage, avvertendo che i loro dispositivi erano stati colpiti da uno “spyware avanzato”. Questo messaggio ha acceso subito i riflettori su un possibile attacco mirato contro chi fa informazione.

La notifica non specificava però quale tipo di software spia fosse stato usato. Per questo è stato fondamentale il lavoro del Citizen Lab, centro canadese specializzato in sicurezza digitale e diritti umani online.

Citizen lab conferma: tracce di graphite nei telefoni dei reporter

Dopo aver analizzato i dispositivi dei due giornalisti, il Citizen Lab ha rivelato che lo spyware individuato è Graphite, prodotto dalla società Paragon. Questa conferma forense è arrivata oggi ed è un passo importante per capire chi e come abbia cercato di spiare i reporter.

Graphite è uno strumento sofisticato capace di raccogliere dati sensibili senza farsi notare facilmente. Il fatto che sia stato usato contro giornalisti europei solleva molte domande sulle motivazioni dietro questi attacchi.

Cosa sappiamo su graphite e paragon

Graphite è uno spyware sviluppato da Paragon, azienda nota per vendere software per la sorveglianza digitale a governi e agenzie. Questo tipo di malware può accedere a messaggi, chiamate e persino alla posizione del dispositivo infetto.

L’uso contro giornalisti indica una strategia mirata a intercettare comunicazioni riservate o informazioni delicate. Finora non sono stati resi pubblici dettagli su chi abbia ordinato o finanziato l’attacco.

Le implicazioni per la libertà di stampa in europa

Colpire direttamente i telefoni dei giornalisti significa mettere a rischio la libertà d’informazione. Se le fonti vengono intercettate o le comunicazioni monitorate, diventa più difficile fare inchieste libere e indipendenti.

Questo episodio dimostra quanto sia importante rafforzare le misure di sicurezza digitale per chi lavora nel mondo dell’informazione. Anche aziende come Apple stanno cercando di proteggere gli utenti segnalando tempestivamente queste minacce.

Cosa succede adesso: tra indagini e tutela della privacy

Ora si apre una fase delicata: capire chi sta dietro all’attacco con Graphite e quali obiettivi aveva. Le autorità competenti dovranno indagare per scoprire se si tratta di azioni legate a governi o altri soggetti interessati a controllare il flusso delle notizie.

Nel frattempo i giornalisti coinvolti continueranno a lavorare con maggiore attenzione alla sicurezza dei loro strumenti digitali. La vicenda sottolinea quanto sia cruciale aggiornarsi costantemente sulle tecniche usate dagli hacker per difendersi efficacemente.

Written by
Luca Moretti

Luca Moretti è un blogger e analista indipendente con un forte focus su politica e cronaca. Con uno stile incisivo e documentato, approfondisce temi di attualità nazionale e internazionale, offrendo ai lettori chiavi di lettura chiare e puntuali. Il suo lavoro è guidato da una costante ricerca della verità e da un impegno verso l’informazione libera e consapevole.

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