Spesa media per la mensa scolastica in Italia: famiglie pagano fino a 108 euro al mese in Emilia Romagna

Analisi della spesa per la mensa scolastica in Italia: costi variabili tra regioni, con aumenti significativi in Sicilia e tariffe più basse a Barletta. Necessari interventi per sostenere le famiglie.

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L'articolo analizza le spese delle famiglie italiane per la mensa scolastica, evidenziando differenze regionali nei costi, variazioni tariffarie e l'impatto socioeconomico, con particolare attenzione alle famiglie in difficoltà e alle misure di sostegno previste. - Unita.tv

Negli ultimi mesi è stato possibile tracciare un quadro della spesa che le famiglie italiane sostengono per la mensa scolastica dei figli. I dati raccolti mostrano significative differenze tra le regioni, con punte elevate in alcune aree e costi più contenuti in altre. La mensa rappresenta una voce importante per il bilancio familiare soprattutto nelle scuole dell’infanzia e primarie. Ecco come si distribuiscono i costi e quali sono le dinamiche emerse dal rapporto più recente.

Costi della mensa scolastica: le cifre medie per i pasti a scuola

Nel corso dell’anno scolastico in corso una famiglia tipo ha speso in media circa 85 euro al mese per la mensa di un figlio iscritto sia alla scuola dell’infanzia che alla primaria. Il costo medio per pasto si attesta intorno ai 4,25 euro nella scuola dell’infanzia e 4,30 euro nella primaria, un valore abbastanza simile fra i due ordini di scuola. Questi numeri si basano su una frequenza mensile di 20 giorni, per un totale di 9 mesi complessivi, senza considerare eventuali spese aggiuntive o quote extra.

Confronto tra le regioni

Il confronto tra le diverse regioni porta in luce notevoli differenze. L’Emilia Romagna presenta il costo mensile più alto, con cifre medie che raggiungono circa 108 euro. Questa regione ha rilevato un incremento rispetto allo scorso anno, quando il primato del costo maggiore era detenuto dalla Basilicata. Laddove la mensa in Emilia Romagna pesa di più sulle famiglie, la Sardegna resta la regione dove i costi risultano più bassi. Nella scuola dell’infanzia si paga mediamente 61 euro al mese, mentre nella primaria la spesa sale lievemente a 64 euro mensili.

All’interno di questa forbice regionale, i valori medi per pasto si mantengono stabili intorno ai 4 euro, con alcune variazioni dovute a esigenze e politiche locali.

Variazioni regionali: aumenti e diminuzioni nei costi delle mense scolastiche

Le tariffe per la mensa scolastica hanno registrato un leggero aumento in media nazionale, intorno all’1% rispetto all’anno precedente. Questa variazione però nasconde differenze molto marcate a livello territoriale. Alcune regioni hanno registrato incrementi rilevanti, altre invece spese ridotte.

Tra le regioni con gli aumenti più elevati figura la Sicilia, che ha visto un salto del costo mensile superiore al 13% nella scuola dell’infanzia, e oltre l’8% per la primaria. Questi incrementi, molto più alti della media nazionale, pesano sulle famiglie e rischiano di creare maggiori difficoltà economiche.

Al contrario, la Basilicata ha ridotto le tariffe per la mensa quasi del 6% per entrambi gli ordini di scuola considerati. Sono questi dati a mostrare come la gestione locale della mensa possa incidere in modo significativo sulle spese complessive sostenute dalle famiglie.

Tali variazioni suggeriscono che le politiche di costo del servizio sono molto eterogenee e si riflettono sulla capacità delle famiglie di accedere al servizio senza aumentare l’indebitamento.

Differenze nei capoluoghi

L’analisi ha considerato anche i singoli capoluoghi di provincia, rilevando variazioni nette nel costo per pasto a seconda della città. Tra i capoluoghi più economici si distingue Barletta, dove le famiglie pagano circa 2 euro a pasto sia per la scuola dell’infanzia che per la primaria, una delle tariffe più basse registrate a livello nazionale.

Sull’altro fronte Torino segna il costo più alto per i pasti nella scuola dell’infanzia con una media di 6,60 euro a pasto. Per la scuola primaria invece le città più care risultano Livorno e Trapani, entrambe con un prezzo di circa 6,40 euro a pasto.

Le città metropolitane mostrano situazioni diverse. Roma si conferma tra le realtà più accessibili sul fronte della mensa: la spesa media a pasto si aggira intorno ai 2,60 euro per entrambe le tipologie di scuola. Questo dato indica una gestione delle tariffe più contenute rispetto ad altri grandi centri urbani.

Questi dati dimostrano che il contesto locale influisce, da città a città, sulla spesa sostenuta dalle famiglie che mandano i figli a scuola.

L’impatto sociale della spesa mensa e le richieste di sostegno alle famiglie

Il rapporto mette in evidenza anche i numeri sull’utenza della mensa scolastica: quasi 2 milioni di studenti in tutta Italia usufruiscono quotidianamente del servizio di ristorazione nelle scuole. Questo dato indica l’importanza del servizio per la vita scolastica e per molte famiglie.

Il costo della mensa pesa però su una quota significativa di famiglie a rischio povertà o in condizione di disagio economico. Secondo l’Istat nel 2024 il 23% delle famiglie italiane si trova a rischio povertà e la percentuale sale al 42% per i nuclei con tre o più figli minori. In questo gruppo il 10,4% versa in grave deprivazione materiale e sociale, un dato in aumento rispetto all’anno precedente.

Per questo si sottolinea la necessità di interventi continui e mirati, come il potenziamento del Fondo per il contrasto della povertà alimentare a scuola, previsto dall’ultima legge di Bilancio. Questo fondo deve sostenere i Comuni nell’erogazione di contributi che permettano alle famiglie in difficoltà l’accesso gratuito al servizio mensa, soprattutto per gli studenti della scuola primaria.

Adriana Bizzarri di Cittadinanzattiva ha sottolineato l’urgenza di emanare il decreto attuativo per distribuire le risorse tra gli enti locali e garantire l’efficacia di questo sostegno.

La mensa scolastica rimane un servizio cruciale che incide non solo sul bilancio delle famiglie ma anche sul diritto dei bambini a un’alimentazione adeguata durante le ore di scuola. Il monitoraggio periodico e gli aggiustamenti delle tariffe hanno un impatto diretto sulla qualità della vita degli studenti e delle loro famiglie.