Sparatoria a rozzano dopo la “zona rossa” resta alta tensione nel quartiere popolare
La sparatoria in via dei glicini a Rozzano evidenzia le tensioni nel quartiere popolare, segnato da occupazioni abusive, spaccio e insicurezza nonostante la recente istituzione della zona rossa.

La sparatoria in via dei glicini a Rozzano riaccende i problemi di sicurezza, occupazioni abusive e spaccio nel quartiere popolare, nonostante l’istituzione della “zona rossa”. - Unita.tv
La sparatoria avvenuta in via dei glicini a rozzano, nel milanese, ha riacceso l’attenzione sulle condizioni del quartiere popolare. Nonostante la recente istituzione della “zona rossa” nel mese di aprile, la situazione rimane tesa e complessa. La vita quotidiana sembra scorrere normalmente, ma sotto la superficie si agitano problemi legati a sicurezza, occupazioni abusive e spaccio.
La sparatoria in via dei glicini e il ferito ricoverato all’ospedale humanitas
Il 30 maggio 2025, durante un pomeriggio di fine primavera, una sparatoria ha colpito via dei glicini, una strada centrale a rozzano. Un uomo nordafricano di trent’anni è stato trovato ferito da un colpo d’arma da fuoco in uno scantinato. I soccorsi lo hanno portato tempestivamente all’ospedale humanitas di rozzano, dove risulta tuttora ricoverato in condizioni ancora da chiarire.
Il ferito, secondo le forze dell’ordine, aveva appena subito uno sfratto dalla cantina che abitava abusivamente, in via dei giuggioli, una strada vicina. L’allontanamento è avvenuto proprio la mattina stessa della sparatoria. L’uomo aveva occupato lo spazio con altre persone senza fissa dimora. Le autorità stanno ricostruendo i dettagli sull’accaduto e attendono che il trentenne possa fornire informazioni utili a identificare gli assalitori.
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Le forze dell’ordine, tra cui la polizia locale e i carabinieri, stanno esaminando tutte le immagini delle telecamere installate nel quartiere per rintracciare i responsabili. La caccia agli aggressori è serrata e potrebbe portare a risultati entro poche ore, qualora venga trovata una collaborazione da parte dell’uomo ferito.
La percezione di normalità nel quartiere nasconde tensioni e paura tra i residenti
Nel cuore del quartiere popolare, la routine sembra non essere mutata. Due bambini, usciti dallo scantinato dove si è consumata la violenza, giocano con le loro biciclette sotto lo sguardo della madre, quasi ignari del dramma avvenuto poco prima. Uno di loro, che probabilmente non ha più di otto anni, racconta di aver sentito gli spari mentre era a scuola, senza mostrare segni evidenti di paura.
Questo atteggiamento, per chi conosce la realtà della zona, indica una normalizzazione inquietante della violenza. I più giovani, abituati a episodi di questo genere, sviluppano una sorta di indifferenza davanti a scene che dovrebbero essere fonte di spavento. La situazione riflette una quotidianità che convive con insicurezza e tensioni costanti.
I residenti vivono un clima di insicurezza crescente, legato alle continue occupazioni abusive, agli episodi di criminalità e al degrado urbano. Anche chi abita lungo le strade limitrofe preferisce evitare le cantine e gli spazi comuni, dove spesso si consumano furti o si nascondono oggetti rubati e droghe.
Le cantine del quartiere aler tra occupazioni abusive e emergenze sicurezza
Le cantine dei palazzi aler di rozzano rappresentano un nodo problematico per il quartiere. Molti inquilini abbandonano questi spazi, lasciandoli aperti all’occupazione da parte di cittadini stranieri senza fissa dimora. Questi ambienti sono diventati rifugi usati anche per attività illecite come spaccio di droga o deposito di refurtiva.
Da tempo, la polizia locale interviene negli scantinati con sgomberi frequenti, ma la situazione sembra sfuggire al controllo. I residenti denunciano la presenza di furti e incontri inquietanti, che scoraggiano l’uso delle cantine anche per scopi leciti. La gestione di questi spazi rappresenta una delle principali difficoltà nella convivenza quotidiana.
Incendi nelle cantine e richieste di maggiore sicurezza
In diversi casi, proprio dai locali sotterranei sono partiti incendi, causati da masserizie lasciate incustodite o da interventi dolosi. Questi roghi richiedono spesso l’intervento dei vigili del fuoco, aggravando la percezione di pericolo. Molti abitanti chiedono misure più rigide: mura o serrature per impedire l’accesso abusivo oppure sistemi di allarme e videosorveglianza permanente.
I problemi sociali ed economici alla base del degrado nel quartiere popolare
Rozzano, in particolare il quartiere aler, si confronta con problemi profondi legati alle difficoltà abitative e sociali. Le case occupate senza titolo si alternano a immobili sgomberati e lasciati vuoti o murati. Molti inquilini accumulano morosità, complicando ulteriormente la gestione degli alloggi popolari.
A tutto questo si aggiungono episodi di vandalismo e spaccio di droga, che riducono la qualità della vita e alimentano un clima di paura. Le forze dell’ordine sono impegnate in azioni frequenti, ma le radici del problema richiedono interventi più ampi, anche sul versante sociale ed economico.
Divisione tra residenti e condizioni critiche
Il quartiere vive una divisione forte tra residenti che cercano di mantenere la quiete e un gruppo di persone coinvolte in attività illegali. I ripetuti servizi dei media, come quelli realizzati da striscia la notizia su baby pusher, hanno mostrato le condizioni critiche, ma finora i cambiamenti sul territorio sono limitati.
L’amministrazione locale e le forze dell’ordine mantengono alta l’attenzione sulle aree più problematiche, ma la presenza di spacciatori e occupanti abusivi continua a segnare la realtà quotidiana di rozzano. L’evoluzione della situazione nei prossimi mesi sarà decisiva per capire se la “zona rossa” riuscirà a contenere realmente l’escalation di violenza e degrado.