Un caso di interruzione delle cure riabilitative per un giovane con autismo ha acceso i riflettori sulle difficoltà legate ai cambi di residenza e alle competenze territoriali delle asl in Abruzzo. Il ragazzo, seguito dall’associazione Autismo Abruzzo insieme alla sua famiglia, ha visto bloccati i trattamenti a causa del passaggio da Pescara a Francavilla al Mare, comune della provincia di Chieti.
La vicenda e il contesto giuridico della sospensione delle terapie
La situazione è iniziata circa un anno fa, quando il tribunale di Pescara aveva ordinato alla asl locale di assicurare le cure presso il centro “Oltre le parole”. Questa decisione si era resa necessaria dopo la separazione dei genitori del ragazzo, che aveva portato la madre a trasferirsi con lui in un’altra città vicina. Nonostante la distanza limitata tra Pescara e Francavilla al Mare , questo spostamento ha comportato una modifica nella competenza territoriale sanitaria: ora spettava alla asl di Chieti garantire l’assistenza.
Secondo quanto riferito dalla asl di Pescara, questa variazione avrebbe fatto decadere l’obbligo iniziale imposto dal tribunale. Così mentre fino ad allora le sedute erano state mantenute regolarmente dal centro “Oltre le parole”, successivamente è stato necessario interrompere i servizi per mancanza della copertura economica pubblica da parte dell’ente sanitario competente.
Gli effetti pratici sulla famiglia e gli interventi legali intrapresi
La madre del giovane si è trovata costretta a riprendere tutto daccapo: serviva una nuova prescrizione medica aggiornata, una valutazione UVM rinnovata e quindi una nuova richiesta formale alla asl che ora avrebbe dovuto prendersi carico delle terapie. Questo iter ha provocato un’interruzione significativa nei trattamenti fondamentali per lo sviluppo del ragazzo.
L’avvocato Giovanni Legnini rappresenta legalmente la famiglia ed ha inviato tre diffide formali indirizzate sia alle due asl coinvolte sia alla Regione Abruzzo. Questi atti puntano a sollecitare una soluzione rapida ed efficace affinché vengano ripristinate senza ulteriori ritardi tutte le prestazioni terapeutiche necessarie.
Reazioni dell’associazione autismo abruzzo e implicazioni più ampie
Autismo Abruzzo ha espresso forte preoccupazione rispetto all’accaduto definendolo “inaccettabile”. L’associazione sottolinea come non possa essere tollerabile che un minore venga privato degli interventi indispensabili solo per motivazioni burocratiche o amministrative. La sentenza emessa dal tribunale insieme ad una diagnosi clinica chiara dovrebbero garantire continuità nelle cure indipendentemente dai confini territoriali o dagli enti sanitari coinvolti.
Criticità e possibili sviluppi futuri
Questo episodio mette in luce criticità nella gestione dei casi complessi dove piccoli spostamenti geografici possono tradursi in ostacoli pesanti nel percorso terapeutico dei pazienti più fragili. La questione apre dibattiti sul coordinamento tra diverse strutture sanitarie regionali e sull’urgenza di trovare procedure più snelle capaci di evitare disagi simili ad altre famiglie nella stessa condizione.
Il caso resta sotto osservazione mentre si attendono risposte ufficiale dalle istituzioni sanitarie interessate riguardo al reintegro immediato delle sedute riabilitative interrotte senza giustificazioni valide sul piano medico o sociale.
