Due alpinisti, dispersi sul Monviso, sono stati ritrovati privi di vita dopo le operazioni di ricerca concentrate sulla parete nord della montagna. I soccorsi si sono attivati subito dopo l’allarme lanciato dai familiari, che non avevano più notizie dal giorno precedente. L’episodio si inserisce nel contesto delle salite estive sul Monviso, spesso impegnative anche per gli esperti.
L’avvio delle ricerche dopo il mancato rientro
L’allarme è scattato la sera dell’11 giugno, poco dopo le 22, quando i familiari hanno segnalato l’assenza di notizie dai due alpinisti, un uomo e una donna. I due erano partiti lunedì 9 giugno con l’intenzione di raggiungere il bivacco Villata. La pianificazione prevedeva di affrontare, durante la notte tra il 9 e il 10 giugno, il canale Coolidge, un percorso noto per la sua difficoltà lungo il versante settentrionale del Monviso.
Appena ricevuta la segnalazione, la centrale operativa ha cominciato una serie di verifiche a tappeto. Sono stati contattati per via radio i gestori del rifugio Quintino Sella e del bivacco Boarelli per controllare le presenze nelle strutture di supporto, senza riscontri positivi. Contestualmente, una squadra a terra ha trovato l’auto dei due, parcheggiata al Pian del Re, un punto noto come punto di partenza per diverse ascensioni. Questo ha permesso di definire un’area di ricerca più circoscritta, soprattutto nei dintorni delle prime tappe.
I soccorsi in quota e la perlustrazione aerea
Nella mattina seguente ai famigliari si è unito il servizio regionale di Elisoccorso dell’Azienda Zero Piemonte. L’elicottero ha permesso di trasportare rapidamente i tecnici del socio alpino e speleologico piemontese sulle aree più elevate del Monviso, dove le squadre via terra avevano difficoltà a raggiungere.
I soccorritori sono stati depositati nei pressi del bivacco Andreotti. Qui hanno verificato gli itinerari di discesa, nel tentativo di reperire indizi sull’eventuale rientro dei due dispersi. Un’altra squadra è stata sbarcata sulla vetta del Monviso per analizzare il libro di vetta, un registro dove gli alpinisti segnano spesso la loro presenza. Nessun passo recente è stato trovato, confermando il sospetto di un incidente lungo la salita. Lo stesso elicottero ha condotto una perlustrazione fra le pareti del canale Coolidge, un punto chiave dell’itinerario previsto.
Individuazione e recupero dei corpi nel canale Coolidge
Durante la ricognizione aerea nel canale Coolidge, sono stati avvistati i corpi dei due alpinisti, probabilmente vittime di una caduta durante l’ascensione. Si tratta di uno degli angoli più impervi della montagna, dove il rischio scivolamenti è elevato anche per chi conosce bene la zona.
L’elicottero ha calato tre tecnici del soccorso alpino sul luogo del ritrovamento. Dopo aver verificato che i due non erano più vivi, i soccorritori hanno atteso le disposizioni del magistrato e della guardia di finanza, coinvolta nel soccorso alpino per il coordinamento delle operazioni. Solo al termine delle autorizzazioni è stato organizzato il recupero. Le salme sono state trasportate via aria con l’elicottero dei vigili del fuoco, una procedura necessaria per evitare rischi ulteriori nelle operazioni di terra.
Riflessioni sulle difficoltà del canale coolidge
Il ritrovamento porta a riflettere sulle difficoltà del canale Coolidge e sull’importanza del rispetto delle condizioni meteo e della preparazione necessaria per queste ascensioni. Le operazioni di soccorso sono un richiamo all’attenzione che questi ambienti richiedono, soprattutto nelle fasi delicate della stagione estiva.