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Sistema di appalti opachi e presunte tangenti nelle carceri lombarde: indagine su lavori affidati senza gare

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Un’inchiesta della procura di Milano ha portato alla luce un sistema opaco nella gestione dei lavori edili e di manutenzione in almeno sei carceri lombarde, tra cui le note strutture milanesi San Vittore e Opera. Le opere, affidate sempre alle stesse imprese per centinaia di migliaia di euro, sarebbero state assegnate senza vere gare d’appalto, con sospetti scambi di tangenti. L’indagine coinvolge funzionari pubblici e imprenditori ed è ancora in fase iniziale.

La figura chiave dell’ingegnere michele caliendo e il ruolo del provveditorato regionale

Al centro delle indagini ci sono i comportamenti dell’ingegnere Michele Caliendo, funzionario tecnico della sezione edilizia penitenziaria del Provveditorato regionale per la Lombardia del Dipartimento amministrazione penitenziaria . Caliendo aveva incarichi variabili come direttore dei lavori o coordinatore della sicurezza durante l’esecuzione delle opere. La Guardia di finanza ha eseguito perquisizioni a suo carico ma anche nei confronti di altre persone coinvolte in diverse regioni italiane.

Le verifiche si concentrano sugli undici appalti contestati che riguardano interventi edilizi nelle carceri lombarde. Gli uffici del Provveditorato vicino a San Vittore sono stati ispezionati per recuperare documentazione utile sulle procedure adottate negli ultimi anni. L’inchiesta nasce da una denuncia interna al Provveditorato stesso e dalle successive attività investigative della Gdf relative ai campi da calcio realizzati nei penitenziari di Pavia e Como.

Irregolarità negli appalti: gare inesistenti o truccate con affidamenti diretti

Le ipotesi principali riguardano corruzione, turbativa d’asta e falso ideologico. Tra gli indagati figurano oltre a Caliendo anche Roberto Lucon, legale rappresentante della società Lucon sport che ha ottenuto alcuni degli appalti contestati, ed Enrico Trocino ex funzionario dello stesso Provveditorato nonché responsabile unico delle opere nel carcere comasco.

L’accusa sostiene che molte gare non siano mai state aperte ad altre imprese ma assegnate direttamente alle stesse ditte storiche come Edil Piazzatorre, Elcotem Impianti ed Edilimpianti già note agli investigatori per precedenti vicende simili a Milano. In alcuni casi formali partecipazioni numerose risultavano prive però di offerte valide; ciò avrebbe permesso l’affidamento diretto senza concorrenza reale.

Il 5 giugno 2024 il Provveditorato denunciò ufficialmente Caliendo dopo aver ricevuto una mail sospetta dalla segreteria apparentemente inviata dalla Lucon sport contenente richieste onerose legate ai lavori nel carcere pavese. Secondo le accuse i regali o pranzi offerti all’ingegnere non erano sufficienti a far chiudere velocemente quei cantieri ritenuti semplici dagli stessi investigatori.

Anomalie tecniche nei cantieri dei campetti sportivi tra pavia e como

Oltre agli aspetti economici emergono problemi concreti sulle condizioni dei lavori eseguiti soprattutto nei campetti da calcio dentro i penitenziari oggetto dell’indagine. Un dirigente del Provveditorato aveva già segnalato gravi mancanze tecniche come l’assenza totale dei drenaggi necessari sul campo pavese oppure la mancanza delle reti protettive attorno al tunnel d’ingresso alla struttura sportiva.

Nel caso specifico del campo comasco si registravano varianti in aumento rispetto al progetto originale senza alcuna relazione tecnica giustificativa né documentazione ufficiale che ne motivasse le modifiche economiche o strutturali apportate durante i lavori stessi.

Controlli e funzionari sotto osservazione

Questi elementi hanno fatto scattare ulteriormente i controlli sulla correttezza degli interventi realizzati sia dal punto vista tecnico sia amministrativo-finanziario ponendo sotto osservazione tutto il gruppo operativo composto da Caliendo insieme ad altri tre funzionari tra cui Trocino – trasferito formalmente in Sicilia ma ancora coinvolto nelle decisioni sul cantiere pavese – presente dal 2021 fino allo scorso anno su tutti gli incarichi nelle sei carceri interessate dall’inchiesta .

Sequestri informatici e acquisizione documentale nell’ambito dell’indagine milanese

La Guardia di finanza ha proceduto al sequestro preventivo degli strumenti informatici appartenenti agli indagati: computer portatili, telefoni cellulari, dispositivi digitali, chat e email saranno analizzati minuziosamente dagli investigatori alla ricerca delle prove sui presunti giri corruttivi legati ai bandi d’appalto falsificati o inesistenti.

Gli accertamenti puntano anche ad approfondire ogni passaggio burocratico relativo alle offerte presentate formalmente dalle imprese partecipanti, che spesso risultavano fittizie oppure completamente assenti. Il lavoro investigativo conta molto sulle testimonianze raccolte dentro il Provveditorato, dove un dirigente aveva già verbalizzato evidenze chiare sull’anomalia procedurale riscontrata proprio nel caso pavese, con mancanze importanti sui documenti progettuali fondamentali.

L’attenzione resta alta mentre proseguono gli sviluppi giudiziari relativi ad uno scandalo dai contorni estesi che mette sotto accusa meccanismi interni alla gestione pubblica degli interventi infrastrutturali all’interno delle strutture detentive lombarde.

Written by
Elisa Romano

Elisa Romano è una blogger italiana che si occupa di cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute. Con uno stile chiaro e coinvolgente, racconta i fatti e le storie del momento, offrendo riflessioni e approfondimenti per un pubblico sempre più attento e informato.

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