
Il sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini, è stato posto agli arresti domiciliari per corruzione e irregolarità negli appalti legati al porto commerciale, nell’ambito di un’inchiesta della Guardia di Finanza che coinvolge anche dirigenti comunali e imprenditori. - Unita.tv
Il sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini, è stato posto agli arresti domiciliari il 2 maggio 2025, nell’ambito di un’inchiesta della Guardia di Finanza che indaga su presunte irregolarità nell’affidamento di appalti pubblici. Le accuse vanno dalla corruzione alla turbativa d’asta e coinvolgono figure chiave dell’amministrazione comunale e del mondo imprenditoriale legato al porto commerciale della città pugliese.
Arresti domiciliari per il sindaco e la dirigente comunale
Il gip di Trani, Marina Chiddo, ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari per Tommaso Minervini, sindaco in carica con una coalizione che unisce centrodestra e centrosinistra. La stessa misura riguarda Lidia De Leonardis, dirigente comunale di 58 anni, residente a Bari, coinvolta nell’indagine per presunte irregolarità nella gestione degli appalti. L’ordinanza segue l’interrogatorio preventivo condotto il 2 maggio, a cui sono state sottoposte otto persone.
Le accuse rivolte a Minervini comprendono corruzione, turbativa d’asta, peculato e falso. Secondo l’inchiesta, il sindaco avrebbe promesso all’imprenditore portuale Vito Leonardo Totorizzo, anch’egli coinvolto, la gestione per trent’anni delle nuove banchine portuali in cambio di sostegno elettorale. Questo elemento costituisce il fulcro delle indagini sulla realizzazione del nuovo porto commerciale di Molfetta.
Interdizioni e provvedimenti per altri soggetti
Oltre agli arresti domiciliari, il gip ha imposto misure restrittive anche per altri soggetti. Alessandro Binetti e Domenico Satalino, dirigenti comunali, sono stati interdetti per un anno. L’ex luogotenente della Guardia di Finanza Michele Pizzo è stato sottoposto al divieto di dimora a Molfetta. Per l’imprenditore Vito Leonardo Totorizzo è stato stabilito il divieto di contrarre con la Pubblica amministrazione per un anno.
Questi provvedimenti si inseriscono in una più ampia indagine che punta a ricostruire un sistema di scambi poco trasparenti tra amministratori pubblici e imprenditori attivi sul territorio portuale. Il nome di Totorizzo, in particolare, torna spesso nelle contestazioni, poiché le sue attività e rapporti con la politica locale sono al centro dell’indagine.
Dettagli sulle accuse e ruolo del porto commerciale di molfetta
L’origine dell’inchiesta è strettamente collegata ai lavori per il nuovo porto commerciale di Molfetta. Il cantiere, al centro di uno scandalo giudiziario già in corso da tempo, vede coinvolte diverse figure pubbliche e private. Le contestazioni riguardano la concessione degli appalti e presunte promesse di favori elettorali in cambio di affidamenti economici.
Nel dettaglio, la Procura contesta a Minervini di aver garantito a Totorizzo la gestione esclusiva delle banchine portuali per un periodo di trenta anni, un accordo ritenuto illecito. L’indagine vuole far luce su eventuali accordi clientelari sottesi a questa operazione. Le accuse di peculato e falso si riferiscono invece a comportamenti amministrativi che avrebbero alterato la regolarità delle procedure.
Conseguenze per la giunta comunale e andamento dell’inchiesta
Le misure cautelari adottate segnalano un duro colpo all’amministrazione comunale di Molfetta. La presenza di un sindaco agli arresti e di dirigenti pubblici interdetti complica la gestione dell’ente e getta ombre sulle pratiche legate alla governance locale. L’interesse della procura si concentra anche sulla trasparenza nelle attività di affidamento, con possibili impatti sull’iter di realizzazione delle infrastrutture portuali.
L’inchiesta si rivolge inoltre a una rete di rapporti tra politica, imprenditoria e forze dell’ordine. Il divieto di dimora e di contrarre con la Pubblica amministrazione impone freni a vari soggetti coinvolti, in attesa degli sviluppi giudiziari. Il processo penale è ancora in corso e riguarda aspetti multilivello della gestione pubblica e privata nel contesto molfettese.
La situazione resta fluida mentre vengono analizzati nuovi elementi probatori, e tutto sarà definito dalla documentazione e dalle testimonianze che emergeranno nel corso delle prossime fasi istruttorie.