L’attentato di via D’Amelio, il 19 luglio 1992, resta uno dei momenti più drammatici nella storia recente d’Italia. La morte di Paolo Borsellino e dei cinque agenti della sua scorta ha segnato una ferita profonda, ma anche un richiamo forte a non abbassare mai la guardia contro la mafia.
Via D’Amelio, l’attacco e la reazione dello Stato
Quel 19 luglio, a poche settimane dalla strage di Capaci che aveva ucciso Giovanni Falcone, via D’Amelio a Palermo esplose in un boato di morte. Paolo Borsellino e i suoi uomini — Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina — persero la vita in un attentato studiato per seminare paura e mettere a tacere chi combatteva la criminalità organizzata.
Il presidente Sergio Mattarella ha ricordato con parole dure come quell’attacco facesse parte di un piano per piegare la democrazia con la violenza. La strage era un colpo allo Stato, un segnale spietato della mafia che voleva eliminare chi la sfidava.
Il ricordo vivo e l’impatto sulla società italiana
Anche a distanza di più di trent’anni, il ricordo di quelle vittime è ancora forte nella memoria collettiva. Mattarella ha sottolineato come quelle vite spezzate abbiano lasciato un segno indelebile nel Paese. Familiari, amici e chi ha vissuto quegli anni porta con sé il dolore di quella perdita, ma anche l’orgoglio per chi ha scelto di difendere la legalità in un’Italia ancora troppo segnata dalla mafia.
Il loro sacrificio ha spinto la società a non piegarsi all’intimidazione, alimentando una spinta comune verso giustizia e libertà. È così cresciuta una coscienza democratica capace di riconoscere e respingere l’influenza delle organizzazioni criminali. Quel patrimonio morale si fonda proprio sul coraggio di Borsellino e dei suoi uomini, disposti a tutto pur di proteggere lo Stato.
Borsellino oggi: un’eredità che parla alle nuove generazioni
Paolo Borsellino, insieme a Giovanni Falcone, è il simbolo della resistenza contro la mafia. Entrambi magistrati a Palermo, hanno speso la vita per smantellare le reti dei boss. Dopo la morte di Falcone, Borsellino non si è mai fermato, pronto a sfidare la violenza e il terrore.
Mattarella ricorda che onorare Borsellino significa portare avanti i valori di dignità e giustizia che lui ha incarnato. È un invito diretto soprattutto ai giovani: a non lasciare mai spazio alla criminalità dentro le istituzioni e nella società civile.
Sono passati 33 anni, ma la figura di Borsellino resta più viva che mai. Scuole, iniziative civiche, momenti di memoria tengono acceso il suo esempio. Ricordarlo non è solo un omaggio al passato, ma un impegno costante per difendere la libertà e la giustizia da chi vuole oscurarle.
Ultimo aggiornamento il 19 Luglio 2025 da Andrea Ricci