Una giovane di 23 anni di Milazzo, in provincia di Messina, si scontra con un muro di lentezza e burocrazia nel tentativo di ottenere le cure di cui ha bisogno. Affetta dalla rara sindrome di Behcet e con alle spalle numerosi interventi chirurgici, Oriana ha diritto a percorsi prioritari nella sanità pubblica grazie alla legge 104. Eppure, per una risonanza magnetica fondamentale, dovrà aspettare più di un anno. La sua famiglia ha deciso di denunciare la situazione alle autorità. Una storia che racconta le difficoltà di accesso a servizi vitali per chi convive con disabilità e malattie complesse.
Oriana e la legge 104: diritti non rispettati
Con un’invalidità riconosciuta all’80%, Oriana è tutelata dalla legge 104, che prevede agevolazioni per disabili e malati cronici. Da quando aveva 12 anni, ha affrontato numerose operazioni, tra cui tre interventi per perforazioni intestinali, un problema serio che richiede controlli regolari e tempi certi per visite e esami. Solo così si può monitorare l’evolversi della malattia e intervenire in tempo.
La legge 104 dovrebbe garantire priorità negli esami diagnostici, con un “canale preferenziale” che evita le lunghe attese. Invece, nonostante i diritti riconosciuti, a Oriana è stata fissata una data per la risonanza solo a inizio 2026. Un ritardo che mette in discussione l’efficacia del sistema, specie per chi come lei ha bisogno di risposte rapide.
Risonanza a dicembre 2026: un’attesa insostenibile
La risonanza magnetica è stata fissata per dicembre 2026, cioè tra oltre un anno e mezzo dalla richiesta. Un tempo lunghissimo che solleva dubbi sulla capacità del servizio pubblico di assicurare cure tempestive ai pazienti più fragili. L’esame dovrebbe svolgersi al Policlinico di Messina, dove i tempi di attesa per questo tipo di prestazioni arrivano spesso a 18 mesi.
I genitori di Oriana riconoscono la professionalità del personale e la qualità degli interventi ricevuti finora. Ma denunciano la lentezza nel fornire esami diagnostici, un elemento cruciale nella cura di malattie croniche gravi. E questo nonostante Oriana rientri in protocolli di tutela come quelli della legge 104.
Intramoenia negato, esami privati fuori portata
La famiglia ha chiesto aiuto al sovracup, che però ha spiegato come per ora gli esami richiesti non si possano fare in intramoenia. In pratica, Oriana non può scegliere di fare la risonanza come prestazione privata all’interno della struttura pubblica, una strada spesso usata per accorciare i tempi d’attesa. Le date disponibili restano quindi lontane e la possibilità di anticipare l’esame esclusa.
In passato, la giovane ha dovuto spendere di tasca propria 1.300 euro per esami urgenti che il sistema pubblico non le ha garantito in tempo. Una spesa pesante, che avrebbe voluto evitare proprio grazie ai diritti legati alla sua invalidità e alla legge 104. Un carico economico che si aggiunge al disagio sanitario.
Denuncia ai carabinieri e richiesta di intervento urgente
Di fronte a questa situazione, la famiglia di Oriana ha presentato una denuncia ai carabinieri di Barcellona Pozzo di Gotto, la città vicina a Milazzo. L’obiettivo è segnalare i ritardi e spingere per un’accelerazione nell’accesso alle cure, soprattutto agli esami strumentali fondamentali per la malattia.
Questa vicenda è molto più di un caso isolato. Mettere in luce queste difficoltà significa evidenziare un problema più ampio, legato alla gestione delle liste d’attesa e alle risorse delle strutture pubbliche del messinese. Una sfida che riguarda tutti i malati cronici e rari che dovrebbero poter contare su un sistema sanitario più efficiente e attento.
Ultimo aggiornamento il 20 Luglio 2025 da Serena Fontana