Tre giovani sorpresi a tentare di lanciare cellulari con un drone nel Carcere Di Catania

Tentativo di lancio di cellulari con un drone al carcere di Catania, tre giovani fermati. - Unita.tv

Davide Galli

28 Agosto 2025

L’uso di droni per introdurre dispositivi di comunicazione nei penitenziari è una pratica che sta aumentando, mettendo a dura prova le misure di sicurezza nelle carceri italiane. A Catania, tre ragazzi sono stati fermati mentre cercavano di fare proprio questo, evidenziando le difficoltà delle forze dell’ordine nel tenere sotto controllo tali tentativi.

Arresto di tre ragazzi mentre tentavano l’ingresso di cellulari nel carcere con un drone

Il 21 aprile 2025, a Catania, agenti delle Volanti della Questura hanno bloccato un 21enne e un 18enne di Paternò e un 17enne residente a Catania, mentre tentavano di introdurre cellulari nel carcere cittadino usando un drone. I tre stavano lanciando attraverso i cortili dell’istituto penitenziario dispositivi per la comunicazione, sfruttando un rocchetto di lenza da pesca per manovrare il drone e trasportare i telefoni. Oltre al drone e agli attrezzi per il lancio, la polizia ha sequestrato tre smartphone e due mini cellulari, oltre ai telefoni personali degli indagati. Sono stati denunciati per tentato accesso indebito a dispositivi di comunicazione da parte di detenuti, un reato che coinvolge chiunque cerchi di fornire strumenti di comunicazione dentro le carceri tramite strumenti non autorizzati. Al momento, le loro posizioni sono sottoposte a verifica dalle Procure distrettuale e minorile di Catania.

La diffusione dell’uso dei droni per far entrare cellulari nelle carceri italiane

La vicenda di Catania non è un caso isolato. In diverse strutture penitenziarie italiane, sono stati scoperti tentativi simili di introdurre cellulari tramite droni o altri mezzi non convenzionali. A testimonianza di questo problema, nel recente passato la Casa di Reclusione di Augusta ha visto sequestrare ingenti quantitativi di telefoni cellulari, prevenendo così la possibilità di comunicazioni illegali tra detenuti e l’esterno. L’uso dei droni rappresenta una minaccia crescente per la sicurezza delle carceri, data la difficoltà di controllo nello spazio aereo sopra gli istituti. Inoltre, non pochi di questi dispositivi vengono manovrati a distanza da complici esterni, complicando le indagini e il contrasto a questo fenomeno. Le forze dell’ordine cercano di arginare questi tentativi con servizi mirati e controlli specifici, ma la tecnologia avanza spesso più velocemente degli strumenti di contrasto disponibili.

Difficoltà della polizia penitenziaria e contesto delle carceri italiane

Dietro ai singoli episodi di introduzione illecita di cellulari con droni si cela un contesto più ampio che riguarda le condizioni interne delle carceri italiane. Molti istituti soffrono di sovraffollamento e scarsità di personale, tra agenti di polizia penitenziaria e operatori sanitari. Questa situazione rende più difficile garantire la sicurezza, il controllo degli spazi comuni e il contrasto agli strumenti vietati, come i telefoni cellulari. L’introduzione illegale di cellulari permette ai detenuti di comunicare con l’esterno in modo non tracciabile, alimentando attività illecite o disturbi all’ordine interno. La pressione per gestire questi istituti con risorse limitate contribuisce a far crescere situazioni di tensione, che possono sfociare in rivolte o altri episodi di disordine. Il fenomeno dei droni e dei cellulari illeciti segna dunque un punto critico nel monitoraggio delle carceri, mettendo sotto pressione le forze di polizia e la giustizia penale.

Gli interventi di sequestro e denuncia come quello di Catania rappresentano momenti cruciali nella lotta a queste attività illegali, ma evidenziano anche la necessità di strategie e risorse che affrontino il problema in modo integrato, senza lasciare spazi di manovra a chi tenta di aggirare le regole all’interno e fuori dai penitenziari.

Ultimo aggiornamento il 28 Agosto 2025 da Davide Galli