Il 2025 segna i 40 anni dall’assassinio del commissario di polizia Giuseppe Montana, un evento cruciale nella lotta alla mafia in Italia. A pochi giorni da quel tragico episodio, persero la vita anche il vicequestore Antonino Cassarà e l’agente Roberto Antiochia, membri di una squadra che ha profondamente segnato l’impegno contro la criminalità organizzata. La loro azione e il sacrificio rappresentano ancora oggi un punto di riferimento per chi combatte il crimine e difende lo stato di diritto.
L’impatto di Giuseppe Montana nella lotta alla mafia di Palermo
Giuseppe Montana è stato uno degli architetti principali della sezione “Catturandi” di Palermo, un gruppo speciale nato per inseguire e arrestare i latitanti più pericolosi legati alla mafia. La formazione di questa squadra permise di colpire la criminalità organizzata in modo determinante, mettendo a rischio il suo presunto potere e la sua invulnerabilità. Montana si distinse per la capacità investigativa e la tenacia che portarono alla cattura di figure chiave all’interno delle cosche.
Il lavoro di Montana non si limitò all’arresto dei boss, ma si estese anche all’aiuto diretto ai magistrati impegnati nel maxiprocesso, il più grande procedimento giudiziario contro la mafia che ha aperto una nuova fase nella giustizia italiana. Il commissario non solo forgiò tecniche investigative efficaci, ma contribuì a costruire una rete di collaborazione tra forze dell’ordine e magistratura, un modello replicato in molte operazioni successive contro la criminalità.
Antonino Cassarà e il ruolo nel maxiprocesso contro la criminalità organizzata
Poche settimane dopo l’uccisione di Montana, anche Antonino Cassarà fu vittima della mafia. Vicequestore e collega di Montana, Cassarà ebbe un ruolo importante nella preparazione e nell’istruttoria del maxiprocesso, che si tenne a Palermo nei primi anni ‘80. Questo processo rappresentò un momento storico senza precedenti per la giustizia italiana, smantellando le reti che sostenevano la criminalità organizzata.
Cassarà coordinò indagini cruciali, raccogliendo prove e testimonianze che permisero di inchiodare numerosi esponenti di spicco delle cosche siciliane. Il suo contributo si concentrò anche nel proteggere i collaboratori di giustizia e nel sostenere magistrati sotto minaccia diretta, sfidando apertamente la violenza mafiosa con professionalità e determinazione. Il suo sacrificio rafforzò la consapevolezza della società italiana sulla gravità e l’estensione del fenomeno mafioso.
L’agente Roberto Antiochia e il costo umano della difesa dello Stato
Roberto Antiochia, agente della scorta, fu l’ultimo a cadere in questa serie di agguati che colpirono la polizia palermitana in quegli anni. La sua morte testimonia il prezzo alto pagato da chi protegge lo Stato e difende chi si batte contro la mafia. Antiochia, oltre a garantire la sicurezza dei suoi colleghi più esposti, rappresentava l’impegno quotidiano e silenzioso di chi combatte il crimine rischiando la vita.
La perdita di Antiochia segna la drammatica realtà di molte altre vittime della mafia, spesso dimenticate ma fondamentali nella filiera della giustizia e della sicurezza. La sua figura ricorda che dietro ogni operazione di polizia ci sono persone che scelgono di difendere legalità e ordine con coraggio, pagando un prezzo personale molto alto.
Il messaggio del Presidente Della Repubblica nel giorno della memoria
Nel giorno in cui si ricordano questi uomini, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha sottolineato l’importanza del loro lavoro e del loro sacrificio. Nel suo discorso, ha ricordato la volontà di questi servitori dello Stato, impegnati a tutelare la comunità e i valori di giustizia. Mattarella ha voluto rivolgere un pensiero ai familiari, ai colleghi e agli amici di Montana, Cassarà e Antiochia, riaffermando la necessità di trasmettere alle nuove generazioni il senso di responsabilità e rispetto verso la legge.
Il Presidente ha evidenziato il fatto che le azioni di questi investigatori non furono semplici operazioni di polizia, ma veri e propri atti di sfida contro una struttura criminale radicata e molto potente. La loro memoria continua a vivere attraverso le iniziative dedicate e il ricordo pubblico, elementi essenziali per mantenere alta l’attenzione e non lasciare spazio a remissioni nei confronti della mafia.
Questa ricorrenza invita a non dimenticare le vittime delle mafie e a riconoscere il ruolo fondamentale di chi ogni giorno lavora per la sicurezza di tutti. Il ricordo di Giuseppe Montana, Antonino Cassarà e Roberto Antiochia si traduce in un impegno collettivo per mantenere viva la lotta contro ogni forma di criminalità organizzata.
Ultimo aggiornamento il 28 Luglio 2025 da Serena Fontana