Il Prima Onda Festival 2025 si presenta con un nuovo volto, diviso in tre momenti distinti che animeranno Palermo e i comuni vicini da settembre a novembre. Dietro la direzione artistica ci sono quattro professionisti che hanno scelto di portare le arti performative fuori dai soliti spazi, coinvolgendo luoghi urbani e sociali meno convenzionali. Il festival nasce da una collaborazione tra enti pubblici, università e cooperative culturali, unendo teatro, danza, musica e interventi site-specific in un progetto condiviso.
Tre fasi, tre programmi: un festival che si svela a tappe
La rassegna si snoderà in tre periodi: Metamorphosis, Derive e Approdi. Si parte dal 4 al 14 settembre con Metamorphosis, che prende vita nell’Orto Botanico di Palermo per poi espandersi in città. Dal 2 al 5 ottobre è il turno di Derive, mentre Approdi chiuderà il festival dal 23 ottobre all’8 novembre. Ogni fase porta in scena linguaggi artistici diversi, frutto del lavoro di squadra di Manuela Lo Sicco , Giovanna Velardi , Luca Giannetto e Cristina Alga . Con una regia a otto mani, il festival crea un intreccio tra le arti, seguendo un filo che attraversa tempi e spazi diversi.
Michelangelo Gruttadauria, presidente del Sistema museale d’Ateneo, mette in luce come Metamorphosis voglia vivere dentro il giardino botanico, ma con l’obiettivo di riconnettere pezzi diversi della città. Il modello pubblico-privato, nato dalla collaborazione tra Università di Palermo e CoopCulture, punta a una produzione culturale ben radicata nel territorio.
Anteprima estiva all’Orto Botanico: il festival prende il via a luglio
Prima dell’apertura di settembre, il festival offrirà una preview dal 24 al 26 luglio sempre all’Orto Botanico di Palermo. Ospiti come Stefano Massini e Boosta saranno protagonisti di appuntamenti che anticipano il clima di partecipazione della manifestazione principale. Da lì si snoderanno eventi in vari luoghi: dal Teatro Garibaldi alla Kalsa, passando per l’Orto Botanico e le zone circostanti, fino a Cinisi e al carcere Pagliarelli. Quest’ultima scelta dimostra l’attenzione del festival verso spazi spesso esclusi dalla vita culturale della città.
Massimiliano Lombardo, general manager di CoopCulture, definisce Prima Onda un festival nato dalla comunità, una risposta concreta alle difficoltà emerse con la pandemia e oggi punto di riferimento per gli artisti locali. L’espansione sul territorio è una chiara volontà di raggiungere pubblici diversi, portando la cultura anche nelle periferie e nei comuni intorno a Palermo.
Volti noti e nuove proposte: un cartellone ricco e variegato
Tra oltre sessanta appuntamenti, spiccano nomi come Teresa Mannino, apprezzata per il suo teatro e intrattenimento, e Sista Bramini, figura di rilievo nel panorama musicale contemporaneo. Il regista Gabriele Vacis e la danzatrice Leïla Ka offrono contributi che riflettono la varietà delle arti in scena. A livello internazionale arrivano Ihab Zahde dal collettivo YesTheatre in Palestina, Nastaran Razawi Khorasani con la sua esperienza italo-iraniana-olandese, e Ashkan Khatibi, attore con radici italo-iraniane, portando così un respiro multiculturale.
Mario Perrotta e Lucia Guarino rappresentano il teatro e la performance italiana, mentre Matchume Zango si distingue nel campo della danza contemporanea. Questa ricchezza dimostra come il festival non si limiti a spettacoli, ma esplori le relazioni tra pubblico, spazi e comunità attraverso diverse forme performative.
L’arte che invade la città: un festival che parla di spazi e legami
Gli organizzatori raccontano Prima Onda come un evento che accoglie diverse visioni, non solo una serie di spettacoli, ma un intervento che dialoga con il paesaggio urbano. Il festival si insinua in angoli e spazi vuoti della città, mettendo al centro i rapporti tra centro e periferia. Con attività diffuse tra zone centrali e aree più marginali, si interroga sul ruolo dell’arte oggi, mettendo in scena esperienze collettive.
Sabino Civilleri, direttore del festival, spiega che Prima Onda è un modo per ascoltare i cambiamenti in corso a Palermo. Una città in movimento, che si trasforma e si adatta alle nuove esigenze sociali. Ogni sezione propone un’occasione concreta per ricucire legami tra comunità e luoghi, cercando di collegare azioni, spazi e pratiche diverse.
L’edizione di quest’anno spinge il festival oltre i suoi confini tradizionali, andando a fondo nelle necessità culturali di una società in continuo cambiamento. Prima Onda si conferma così un appuntamento che intreccia programmazione artistica e territorio, con l’obiettivo di coinvolgere pubblici diversi attraverso un dialogo vero con i luoghi e le persone.
Ultimo aggiornamento il 21 Luglio 2025 da Matteo Bernardi