Una donna di Pozzallo si trova a dover affrontare spese ingenti per esami cardiologici indispensabili, prescritti dai medici ma non garantiti dal sistema sanitario locale. Il caso mette in evidenza le lacune dell’azienda sanitaria provinciale e le ripercussioni sui pazienti.
Prescrizione e intoppi negli esami cardiologici in ospedale
Il 13 maggio 2025, la signora C.S., di Pozzallo, riceve dal suo medico e dallo specialista l’indicazione di fare una serie di esami cardiologici entro dieci giorni, da eseguire in ospedale. Ma quando prova a prenotare, l’ospedale di Vittoria le comunica che non ha le apparecchiature necessarie per quegli esami.
Nessuno le offre una soluzione alternativa, né la indirizza verso un altro ospedale pubblico o un centro privato convenzionato. Un comportamento che va contro quanto previsto dal decreto legge 124 del 1998: l’Azienda sanitaria locale dovrebbe attivare l’esame in strutture private, facendo pagare solo il ticket al paziente.
Di fronte a questo muro, la signora insiste con l’ospedale. Dopo diversi tentativi senza risposta, è costretta a rivolgersi a un centro privato, dove spende 400 euro. Una cifra che pesa moltissimo, visto che è il 74% della sua pensione mensile. Un peso economico che racconta la difficoltà di chi ha risorse limitate. A segnalare il caso è Rosario Gugliotta, presidente del Comitato civico Articolo 32, che denuncia la mancanza di risposte adeguate dal servizio sanitario pubblico.
Ritardi e risposte dall’Azienda sanitaria provinciale
Passa più di un mese dagli esami fatti in privato. La paziente, che ha una malattia cardiaca grave, scrive una mail all’Azienda sanitaria provinciale per sottolineare che i risultati sono fondamentali per iniziare la terapia giusta.
Ma solo al 72° giorno dalla prima prescrizione riceve una risposta. A firmarla è il responsabile dell’ufficio relazioni con il pubblico dell’Asp, che esprime dispiacere per la situazione, ma spiega che la struttura non ha abbastanza personale amministrativo per rispondere a tutte le comunicazioni.
Gugliotta non ci sta e ricorda che, durante la pandemia, sono stati assunti molti nuovi operatori con i “click day” e poi stabilizzati. Nonostante ciò, secondo lui, manca personale dedicato proprio a queste incombenze burocratiche.
L’Asp fa sapere anche che in tutta la provincia non ci sono altre strutture che possono fare la cardio risonanza magnetica. Di conseguenza, tutte le liste d’attesa per questo esame sono ferme fino a quando non arriveranno nuove apparecchiature.
Personale scarso e stop alle prestazioni specialistiche
I ritardi per il secondo esame, definito “super-specialistico”, sono legati al fatto che solo due medici possono eseguirlo, e devono dividersi tra pazienti interni, esterni e turni di guardia notturna. Una situazione che rende difficile rispettare i tempi.
È una falla organizzativa che allunga le attese e lascia i pazienti in una lunga attesa delle cure. L’azienda conferma che il servizio di risonanza magnetica riprenderà, salvo imprevisti, entro fine settembre 2025. Fino ad allora, però, niente prestazioni di questo tipo saranno disponibili.
Nel frattempo, l’Asp segnala che la paziente è “in attuale compenso”, cioè stabile. Per questo, la cardio Tc sarà programmata secondo la lista d’attesa, nonostante la necessità di un intervento più rapido.
Una storia che racconta disuguaglianze e costi sociali
Il caso di Pozzallo mostra come l’accesso a cure cardiologiche urgenti venga bloccato dalla mancanza di risorse e personale nelle strutture pubbliche. La signora C.S., con una pensione modesta, ha dovuto sobbarcarsi una spesa pesante per esami che dovrebbero essere garantiti senza costi aggiuntivi.
Per Rosario Gugliotta, si tratta di una perdita grave di equità nel diritto alla salute, un principio garantito dalla Costituzione. “Quando si chiedono cifre così alte per esami essenziali, soprattutto a chi ha poco, emergono le fragilità sociali del sistema.”
Questa vicenda non è un caso isolato, ma la punta di un iceberg che mette in luce i problemi del sistema sanitario locale: mancano attrezzature, manca personale, e tutto questo si traduce in lunghe attese e costi insostenibili per chi ha bisogno di cure rapide.
La situazione resta aperta e sotto pressione da parte di associazioni e cittadini. Nel frattempo, molti pazienti sono costretti a rivolgersi al privato, tornando a una divisione netta tra chi può permettersi cure immediate e chi no.
Ultimo aggiornamento il 28 Luglio 2025 da Luca Moretti