Una bambina di 11 anni è morta nell’ospedale Buccheri La Ferla di Palermo dopo essere stata ricoverata in condizioni critiche. La Procura dei minori ha subito avviato indagini approfondite per ricostruire l’accaduto e definire con precisione le cause della morte. L’inchiesta coinvolge la polizia e riguarda gli ambienti familiari e sociali della piccola, che viveva in una zona semi periferica della città siciliana.
La chiamata d’emergenza e il ricovero in ospedale
La notte del tragico evento la bambina è stata portata d’urgenza al Buccheri La Ferla dalla madre e dal compagno di lei. Al loro arrivo, la piccola presentava condizioni gravissime: i vestiti erano impregnati di benzina e aveva segni evidenti sul collo. Subito dopo il ricovero, le condizioni si sono aggravate e il decesso è sopraggiunto nel giro di poche ore. L’allarme è stato lanciato dalla madre, che ha chiesto aiuto ai vicini per tentare di salvare la figlia. Quest’ultimi hanno confermato di non aver visto nulla prima del ricovero ma hanno riferito dell’arrivo della polizia e della lunga presenza degli agenti in casa.
Il padre naturale della bambina è stato informato della situazione e si è precipitato in ospedale dopo la chiamata.
Condizioni cliniche preesistenti e contesto familiare
La bimba soffriva di crisi epilettiche resistenti alle cure farmacologiche, oltre a una grave encefalite che l’aveva resa paralizzata. In passato era stata più volte ricoverata all’ospedale dei Bambini per gestire questi problemi di salute. Viveva con la madre, il compagno di lei, e i fratellini in una palazzina a un piano in una zona della stazione centrale di Palermo considerata degradata.
I genitori della bambina risultano separati, con il padre che vive altrove. La madre ha in totale cinque figli minorenni. Dopo la morte della piccola, la Procura ha disposto il trasferimento degli altri figli in una casa famiglia per garantire la loro tutela in attesa di ulteriori chiarimenti.
Indagini in corso e rilievi sull’autopsia
La Procura dei minori ha aperto un fascicolo per atti non costituenti reato, escludendo per ora l’ipotesi di omicidio. L’autopsia e gli accertamenti tossicologici stabiliranno se il decesso sia da attribuire a cause naturali o all’eventuale ingestione di benzina. Una bottiglietta contenente benzina è stata sequestrata nell’abitazione della famiglia durante le perquisizioni. Si pensa che questa sostanza possa essere stata somministrata involontariamente alla bimba da uno dei fratelli più piccoli.
I segni riscontrati sul collo della bambina potrebbero provenire da un tentativo maldestro di soccorrere la piccola durante il malore.
La polizia ha interrogato la madre, composta da una donna di 31 anni, e il compagno, assente al momento dell’incidente. Sono stati sentiti anche i vicini, che hanno confermato di aver udito la chiamata d’emergenza. Le forze dell’ordine hanno posto sotto sequestro la casa per proseguire le verifiche.
Situazione abitativa e ambiente sociale della famiglia
L’appartamento della famiglia si trova in un contesto caratterizzato da disagio sociale e degrado. I vicini hanno riferito che gli agenti di polizia sono rimasti diverse ore dentro la casa eseguendo rilievi e sequestri di oggetti potenzialmente collegati con l’evento. Nessuno, all’interno del quartiere, aveva colto segnali preoccupanti prima dell’accaduto. La vicenda ha suscitato una certa sorpresa negli abitanti della zona che non avevano notato tensioni evidenti nella famiglia.
La casa famiglia che ospita temporaneamente gli altri figli della donna garantisce una sistemazione protetta fino a quando non saranno chiariti tutti gli aspetti legati sia alle condizioni di salute dei bambini sia alla sicurezza generale nel loro ambiente di vita.
Ultimo aggiornamento il 27 Luglio 2025 da Matteo Bernardi