Stefano Bonaccini, presidente nazionale del Partito democratico, è intervenuto da Catania in un momento complicato per il Pd in Sicilia. Durante l’evento “Cambia il Pd per cambiare la Sicilia” ha sottolineato quanto sia fondamentale tenere insieme il partito regionale. Le divisioni interne rischiano di danneggiarne l’immagine e la capacità di governare. L’appello arriva a pochi passi dalle prossime sfide politiche, mentre il centrodestra di Giorgia Meloni continua a guidare il paese con una leadership che, secondo Bonaccini, non sta dando i risultati sperati.
Il Pd siciliano spaccato: una ferita che fa male
A Catania, Bonaccini ha messo in luce una situazione nuova e preoccupante. Nel Pd siciliano si è aperta una spaccatura che, a suo avviso, va risolta in fretta. Il problema principale è l’esclusione di una parte del partito che, comunque, ha lavorato per raccogliere voti e ha ottenuto seggi nelle istituzioni locali. Per Bonaccini, lasciare fuori questa componente ha creato una frattura pericolosa. Se la discussione interna dovesse degenerare in cause legali, si manderebbe un segnale di debolezza agli elettori.
Un partito che litiga e non riesce a gestirsi perde credibilità, ha spiegato. Ed è un rischio grande, soprattutto quando l’avversario politico è agguerrito. Le radici di questa crisi stanno in scelte sbagliate e nella mancanza di ascolto, che hanno impedito di affrontare i problemi con metodo e dialogo. Bonaccini ha quindi invitato a trovare una soluzione politica per ricompattare il gruppo e ripartire con un confronto costruttivo.
Per battere la destra serve un Pd Unito e forte
Un passaggio centrale del suo discorso è stato chiaro: per sfidare davvero il governo di centrodestra guidato da Meloni, serve un Pd coeso e solido, radicato nei territori, Sicilia compresa. Bonaccini ha ribadito che solo così si può costruire un’alternativa credibile. All’incontro c’erano anche parlamentari nazionali come Matteo Orfini e Alessandro Alfieri, a sottolineare l’importanza politica della questione.
Il leader dem non si è limitato a denunciare la frattura interna. Ha guardato al quadro più grande, mettendo sotto pressione il governo Meloni per il peggioramento delle condizioni sociali ed economiche del paese. Bonaccini ha citato la nuova ondata migratoria dal Sud verso il Nord o l’estero come un campanello d’allarme. Segnale chiaro di quanto l’esecutivo non stia dando risposte efficaci.
Bonaccini accusa: dal declino sociale all’esodo dal Sud
Nel suo intervento, Bonaccini non ha risparmiato critiche al governo Meloni. Lo ha definito incapace di fermare il peggioramento della condizione sociale ed economica, ormai sotto gli occhi di tutti. “È difficile trovare cittadini o imprenditori soddisfatti di come stanno le cose”, ha detto.
Il fenomeno crescente dell’emigrazione dal Sud verso il Nord o l’estero è, per lui, uno dei segnali più evidenti del disagio e delle disuguaglianze ancora irrisolte. Questo spostamento di persone pesa sul futuro demografico e sullo sviluppo delle regioni meridionali. Serve, ha sottolineato, un progetto politico che riesca a invertire questa tendenza.
L’assenza di Barbagallo e il significato dell’incontro a Catania
Non è passata inosservata l’assenza del segretario regionale del Pd siciliano, Anthony Barbagallo. In un momento così delicato, la sua mancata presenza potrebbe essere letta come un segnale di difficoltà interne o di scelte politiche precise.
La giornata ha però mostrato anche il lavoro di gruppi come “Energia popolare”, guidato dal senatore Alessandro Alfieri, che vogliono giocare un ruolo attivo per far ripartire il Pd in Sicilia. La presenza di esponenti nazionali dimostra quanto la direzione centrale segua da vicino la situazione locale e voglia evitare che la crisi si allarghi, indebolendo il partito alle prossime elezioni.
L’appello finale è chiaro: chi guida il Pd deve mettere da parte divisioni e questioni personali. Serve un clima nuovo, capace di funzionare in vista dei prossimi impegni. In Sicilia la situazione politica è fragile, ma il confronto va avanti con l’obiettivo di restituire un’alternativa solida e credibile all’elettorato.
Ultimo aggiornamento il 21 Luglio 2025 da Davide Galli