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Falcone E Borsellino: professionalità e indipendenza chiavi delle loro indagini antimafia secondo ex collega

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Falcone e Borsellino, professionalità e indipendenza al centro delle indagini antimafia - Unita.tv
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Il racconto di Giuseppe Di Lello, ex membro del pool antimafia di Palermo, ci ricorda le basi su cui si sono costruiti i successi investigativi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. L’autore sottolinea il legame stretto tra la professionalità rigorosa e l’indipendenza della magistratura. Decide inoltre di mettere in guardia contro alcune forzature politiche, all’interno del dibattito sulle riforme giudiziarie, che appaiono lontane dal ricordo autentico del lavoro svolto dai due magistrati.

La professionalità come fondamento del pool antimafia palermitano

Secondo Di Lello, la capacità investigativa di Falcone e Borsellino nasceva da una preparazione tecnica approfondita e da un lavoro meticoloso, sempre affidato a criteri giudiziari piuttosto che politici. Questa dedizione ha permesso di scardinare strutture criminali radicate nel territorio siciliano. Il pool antimafia, di cui entrambi facevano parte, agiva grazie a un mix di competenza legale, raccolta di prove e collaborazione tra magistrati, esperti e forze dell’ordine.

Di Lello, che ha condiviso giorno dopo giorno la realtà di quegli anni, evidenzia come questa professionalità rappresentasse un punto di riferimento per i giovani magistrati impegnati nelle indagini antimafia. La serietà degli approcci d’inchiesta, la capacità di mantenere alta la concentrazione sui fatti e di rispettare le procedure hanno costituito un modello unico nel panorama giudiziario italiano.

L’indipendenza della magistratura come presidio contro le infiltrazioni politiche

Un altro pilastro, secondo il racconto di Di Lello, è stata l’autonomia garantita ai magistrati impegnati in reati di mafia e corruzione. Falcone e Borsellino hanno potuto procedere senza interferenze esterne, specialmente dal potere politico o da altri centri di potere. Questa indipendenza ha permesso di andare oltre le resistenze e i tentativi di condizionamento.

Di Lello sottolinea che, senza questo spazio d’agibilità, gli esiti delle indagini sarebbero stati più fragili e vulnerabili a depistaggi, pressioni e omissioni. Lo spirito di indipendenza è quindi ancora oggi un tema centrale nel dibattito su come tutelare chi si occupa di magistratura antimafia. Questa autonomia si traduce in libertà di azione nei confronti di ogni potere, garantendo così trasparenza e rispetto della legalità.

La critica alle forzature nella memoria di falcone e borsellino

A fronte delle celebrazioni per le stragi di mafia di cui Falcone e Borsellino furono vittime, Di Lello denuncia alcune forzature nella narrazione pubblica. In particolare contesta il modo in cui i loro nomi vengano associati a riforme o proposte legislative attuali, come la cosiddetta separazione delle carriere della magistratura promossa dal ministro Carlo Nordio.

Di Lello afferma che “attribuire a Falcone il sostegno a tale progetto è una distorsione, che serve a sostenere misure volte a subordinare i pm al potere esecutivo.” Per lui questa lettura si discosta dai fatti e rischia di svuotare il valore di ciò che rappresentano Falcone e Borsellino nella storia della lotta antimafia. Su questo punto invita ad evitare strumentalizzazioni strappa emozioni, soprattutto in occasioni commemorative.

Preoccupazione per i depistaggi nei processi antimafia di oggi

Un aspetto che emerge forte dal racconto di Di Lello è la paura che episodi di depistaggio si ripetano o restino impuniti, come quelli che, specie nell’inchiesta sulla strage di Via D’Amelio, hanno danneggiato il processo verso la verità. La magistratura deve rimanere vigile contro ogni tentativo di rallentare o deviare l’azione giudiziaria.

Di Lello definisce questi depistaggi come problemi centrali, che continuano a influire sulla credibilità e sull’esito delle indagini antimafia. La trasparenza nei processi e la tutela delle inchieste devono essere garantite per rispettare la memoria di Borsellino e di Falcone, che hanno perso la vita combattendo proprio quel sistema criminale e corruttivo.

Il racconto di Di Lello offre un quadro chiaro di cosa ha permesso ai due magistrati di agire così efficacemente e quali sono oggi gli ostacoli che possono minare il lavoro di chi prosegue quella strada. La loro eredità resta viva soprattutto nella volontà di mantenere intatte professionalità e indipendenza, condizioni indispensabili in un sistema giudiziario sotto pressione costante.

Ultimo aggiornamento il 17 Luglio 2025 da Luca Moretti

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Luca Moretti

Luca Moretti è un blogger e analista indipendente con un forte focus su politica e cronaca. Con uno stile incisivo e documentato, approfondisce temi di attualità nazionale e internazionale, offrendo ai lettori chiavi di lettura chiare e puntuali. Il suo lavoro è guidato da una costante ricerca della verità e da un impegno verso l’informazione libera e consapevole.

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