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Caselli: la strage di via D’Amelio non collegata all’indagine mafia-appalti, difesa la gestione della procura di Palermo

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Caselli esclude legami tra strage di via D’Amelio e indagine mafia-appalti, difende procura - Unita.tv
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L’ex procuratore di Palermo Giancarlo Caselli ha chiarito alcuni punti riguardo allo svolgimento delle indagini sulla strage di via D’Amelio in cui perse la vita il giudice Paolo Borsellino con la sua scorta. Durante l’audizione davanti alla commissione nazionale antimafia nel 2025, Caselli ha escluso un collegamento diretto tra l’attentato e l’inchiesta mafia-appalti, difendendo l’operato della procura sia prima sia dopo il suo insediamento. Le sue parole rimettono al centro del dibattito il ruolo storicamente cruciale dei magistrati uccisi nella lotta contro Cosa nostra.

Chiarimenti sull’origine e i motivi della Strage Di Via d’Amelio

Giancarlo Caselli ha messo in chiaro che non esistono elementi concreti che leghino la strage di via D’Amelio direttamente all’indagine mafia-appalti. Secondo lui, il tentativo di ridurre la morte di Falcone e Borsellino a uno scontro esclusivamente giudiziario limita il significato più ampio e profondo delle loro figure. Entrambi i magistrati sono stati vittime di una vendetta immediata da parte di Cosa nostra, decisa per eliminare i suoi nemici più temibili.

Caselli ha sottolineato che Borsellino, in particolare, fu fermato per impedire che riferisse agli inquirenti di Caltanissetta dettagli riservati riguardanti la dinamica dell’attentato che aveva ucciso Falcone. Questo blocco mirava a far sparire qualunque possibile testimonianza importante che avrebbe potuto danneggiare la rete criminale.

La gestione dell’indagine da parte della procura di Palermo

L’ex capo della procura ha difeso con fermezza il lavoro svolto dall’ufficio che ha diretto tra il 1993 e il 1999. Caselli ha detto che non ci sono mai stati segnali di cattiva conduzione dell’indagine mafia-appalti, né prima né dopo il suo arrivo. Ha respinto quindi ogni accusa di inefficienza o negligenza riguardo alla gestione di quei procedimenti delicati.

Ha ricordato che, sotto la sua guida, lo Stato ha reagito agli attacchi mafiosi del 1992 con un rafforzamento della sua azione giudiziaria. Questo momento ha coinciso con un aumento significativo delle collaborazioni di chi apparteneva alla criminalità organizzata, suggerendo un mutamento nell’atteggiamento mafioso verso la giustizia.

I risultati e le condanne durante il mandato di caselli a Palermo

Caselli ha ricordato come tra gli esiti più importanti del suo periodo da procuratore ci siano stati colpi pesanti inflitti all’ala armata di Cosa nostra. Ha citato le condanne che hanno raggiunto 650 ergastoli e centinaia di anni di carcere, con una forte riduzione delle azioni criminali di stampo mafioso.

Oltre alle condanne, le inchieste si sono concentrate anche sull’intrigo tra alcuni settori dello Stato e i boss mafiosi, indagando sulle connessioni oscure che hanno sostenuto l’organizzazione criminale per anni. Caselli ha affermato di voler preservare la dignità e l’impegno di quei magistrati, che meriterebbero rispetto e non strumentalizzazioni da parte degli organi istituzionali.

La posizione di caselli contro strumentalizzazioni sulla Strage Di Borsellino

Durante la sua audizione, Caselli ha invitato a evitare la strumentalizzazione della vicenda, sottolineando che alimentare tesi parziali o ipotetiche penalizza una comprensione completa degli eventi. Ha respinto con decisione chi cerca di attribuire alla magistratura la responsabilità di errori o manchevolezze che non hanno trovato riscontri concreti.

Queste dichiarazioni si inseriscono in un confronto ancora acceso sul significato storico della lotta alla mafia in quegli anni, con implicazioni politiche e giudiziarie. Il richiamo dell’ex procuratore sottolinea la necessità di basare ogni discussione su dati affidabili e di rispettare il lavoro svolto, senza cadere in semplificazioni o accuse infondate.

Gli elementi emersi durante l’audizione confermano quanto complesso sia mantenere saldo il ricordo degli anni drammatici segnati dalle stragi, senza cadere in letture riduttive di quel periodo storico. Il dibattito sulla mafia continua a coinvolgere istituzioni e opinione pubblica, con la necessità di preservare la verità e la memoria di chi ha combattuto la criminalità con rigore e dedizione.

Ultimo aggiornamento il 31 Luglio 2025 da Davide Galli

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Davide Galli

Davide Galli scrive per capire, non solo per raccontare. Blogger dallo stile asciutto e riflessivo, attraversa i temi di cronaca, politica, attualità, spettacolo, cultura e salute con uno sguardo mai convenzionale. Nei suoi articoli c’è sempre una domanda aperta, un invito a leggere tra le righe e a non fermarsi alla superficie.

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