Si è spento a Palermo, all’età di 82 anni, Antonio Ravidà. Giornalista di lungo corso, è stato per decenni un punto di riferimento per la cronaca siciliana, grazie al suo lavoro all’ANSA e nel giornalismo locale. Una carriera che ha attraversato più di cinquant’anni, dal cuore degli anni Sessanta fino a tempi recenti, spaziando tra cronaca, cultura e impegno sindacale.
Dagli inizi al Giornale Di Sicilia: la scuola di una Sicilia difficile
Ravidà ha mosso i primi passi nel giornalismo all’inizio degli anni Sessanta, nel Giornale di Sicilia, sotto la direzione di Delio Mariotti. Quel periodo, segnato da forti tensioni sociali e dalla presenza radicata della criminalità organizzata, è stato per lui una vera palestra. Ha imparato a stare sul pezzo, a raccontare storie complesse senza perdere di vista la chiarezza per i lettori.
L’esperienza nelle redazioni siciliane gli ha lasciato un’impronta ben definita: un modo di lavorare serio e attento ai fatti, senza mai cedere alla superficialità.
All’ANSA, tra processi e cultura popolare
Dopo i primi anni, Ravidà è passato all’ANSA, dove ha ricoperto ruoli sempre più importanti. È stato prima redattore, poi capo della redazione siciliana. Qui ha seguito da vicino la cronaca nera e giudiziaria, raccontando le guerre di mafia e i grandi processi che hanno segnato la storia dell’isola. Sempre con precisione, rispetto e senza clamore.
Ma non si è limitato a questo. Ha dato spazio anche alla cultura, raccontando eventi, tradizioni e manifestazioni legate alla Sicilia. Una doppia attenzione che ha reso i suoi servizi più ricchi e sfaccettati, capaci di mostrare la realtà locale a tutto tondo.
Collaborazioni, sindacato e difesa del mestiere
Nel corso degli anni ha collaborato con testate importanti come La Stampa e, più di recente, con il quotidiano La Sicilia. Questo gli ha permesso di farsi conoscere anche oltre i confini regionali, portando la sua esperienza su un palcoscenico più ampio.
Ma Ravidà non si è limitato alla scrivania. È stato un punto di riferimento anche nel sindacato dei giornalisti, ricoprendo per anni ruoli dirigenziali e, per un periodo, quello di segretario dell’Associazione siciliana della stampa. Il suo impegno è stato sempre rivolto alla tutela delle condizioni di lavoro e alla difesa della libertà di informare.
Gli ultimi anni tra tradizioni e sapori di Sicilia
Negli ultimi tempi, Antonio Ravidà ha rivolto la sua attenzione a un altro aspetto della cultura siciliana: la gastronomia. Qui ha messo la stessa passione con cui ha raccontato la cronaca, scavando nelle tradizioni culinarie e nei prodotti tipici dell’isola.
Un interesse che ha trasformato in ricerca, portando alla luce dettagli spesso trascurati dalle cronache quotidiane. Un modo per tenere vive le radici e valorizzare un patrimonio locale prezioso.
L’ultimo saluto a Palermo
I funerali di Antonio Ravidà si terranno lunedì 4 agosto alle 10, nella chiesa di Sant’Espedito in via Nicolò Garzilli a Palermo. Saranno presenti colleghi, amici e lettori che lo hanno seguito e stimato per il suo impegno e la sua professionalità.
Con la sua scomparsa, il giornalismo siciliano perde una voce autorevole e misurata, capace di raccontare storie difficili con equilibrio. Quel che resta è il suo lavoro, la sua attenzione alla verità e l’amore per la cultura della sua terra.
Ultimo aggiornamento il 1 Agosto 2025 da Davide Galli