Sfregiata la bandiera israeliana e cancellato il volto di edith bruck nei murales a milano: indagine e tensioni
Atti di vandalismo a Milano colpiscono murales commemorativi della Shoah, suscitando indignazione pubblica e avviando indagini della Digos che hanno portato all’identificazione di un sospetto legato a recenti tensioni antisemite.

A Milano, nel 2025, murales dedicati alla Shoah sono stati vandalizzati con scritte e immagini offensive; la Digos ha identificato un sospetto, mentre le istituzioni condannano fermamente gli atti e ribadiscono l’impegno contro antisemitismo e odio. - Unita.tv
Gli episodi di vandalismo contro i murales dedicati alla memoria della Shoah hanno scosso Milano all’inizio del 2025. Le opere di AleXandro Palombo, realizzate per commemorare l’ottantesimo anniversario della liberazione di Auschwitz, sono state prese di mira con scritte e immagini offensive. Le azioni hanno suscitato immediata reazione pubblica e avviato un’indagine della Digos che ha portato all’identificazione di un sospetto, con motivazioni legate ad un odio recente ma profondo.
Atti vandalici contro i murales dedicati alla shoah a milano
Fra febbraio e marzo, due interventi illegali hanno deturpato murales situati all’interno della caserma Montello e nella zona Mac Mahon di Milano. Nel primo caso, la bandiera israeliana è stata sfregiata e il volto di Edith Bruck, scrittrice ungherese e sopravvissuta alla Shoah, è stato cancellato da un muro perimetrale. Sono comparsi scarabocchi di colore celeste sulle stelle di David riprodotte sui giubbotti antiproiettile indossati dalla stessa Bruck, dalla senatrice a vita Liliana Segre e da Sami Modiano, tutti i personaggi raffigurati sotto la scritta “Arbeit macht frei” in tedesco, frase tristemente nota per il suo uso nei campi di sterminio nazisti.
Accanto a un murales con l’immagine di Papa Francesco, è stato appeso un cartello con l’iscrizione “Antisemitism is everywhere”, un richiamo diretto all’aumento di episodi antisemiti nel mondo. Le due azioni sono avvenute a brevissima distanza di tempo e hanno colpito specificatamente i simboli dedicati alla memoria della Shoah in un momento simbolico e straziante, proprio nell’anno commemorativo della liberazione da Auschwitz.
Leggi anche:
Indagine della digos e identificazione del sospetto autore
Le autorità hanno avviato le indagini affidate alla Digos di Milano, il cui gruppo investigativo ha lavorato con impegno per decifrare la dinamica dei raid. Dopo aver raccolto immagini e testimonianze, i poliziotti hanno individuato un unico autore: un operaio ecuadoriano di 35 anni, residente e attivo nella stessa zona di via Amari, nei pressi della caserma Montello. L’uomo, sconosciuto alle forze dell’ordine per reati simili, non è legato a gruppi antagonisti o movimenti pro Palestina.
Il profilo emerso dall’inchiesta dipinge un soggetto che ha sviluppato negli ultimi mesi un’intensa ostilità verso la comunità ebraica, probabilmente scatenata dagli eventi bellici e dall’attacco di Hamas nell’ottobre 2023, che hanno riacceso conflitti e tensioni internazionali. Fino a poco tempo prima, non aveva mai espresso pubblicamente sentimenti di questo tipo. Ha agito in modo reiterato: una volta di prima mattina, venendo al lavoro, e una volta serale, eventi che hanno facilitato agli inquirenti la raccolta di materiale video e testimoniale decisivo. Questo ha permesso di escludere azioni casuali o opera di passanti occasionali, ma anzi di riconoscere la frequentazione regolare della zona.
Le indagini sono in corso anche per scovare gli autori di altri episodi analoghi avvenuti nelle vicinanze del Memoriale della Shoah, con offese rivolte ai “Simpson deportati”, simbolo toccante che è stato anch’esso preso di mira recentemente.
Reazioni istituzionali e clima sociale dopo gli atti di vandalismo
A poche ore dalla scoperta dei danneggiamenti, diversi rappresentanti istituzionali hanno espresso la loro condanna senza mezzi termini. Elly Schlein, segretaria nazionale del Pd, ha definito le azioni “non una bravata”, ma un’offesa grave alla memoria di un passato che ha fondato la convivenza civile e l’architettura della Costituzione italiana. Ha segnalato il pericolo di un clima di odio, intolleranza e indifferenza che rischia di riportare a periodi della storia difficili da dimenticare.
Il governatore della Lombardia Attilio Fontana ha mostrato preoccupazione per il clima che si è creato a Milano e nel paese. Ha riferito come non si sarebbe mai aspettato che simili atti potessero verificarsi nel nostro tempo, sottolineando la necessità di compattezza e unità contro ogni forma di razzismo e antisemitismo.
Elena Buscemi, presidente del Consiglio comunale di Milano, si è stretta al dissenso giurando che la città non rappresenta questi episodi. Ha aperto una seduta ribadendo la volontà delle istituzioni locali di difendere i valori della memoria e della civile convivenza contro ogni messaggio di odio.
Le reazioni pubbliche hanno messo in luce una tensione crescente attorno a temi delicati, confermando come nel capoluogo lombardo resti centrale il valore della memoria storica. A poche settimane dagli eventi, la vicenda tiene ancora viva l’attenzione sociale e contribuisce ad alimentare un dibattito sulla crescita di fenomeni discriminatori sul territorio urbano.