Sesto san giovanni vive da decenni una trasformazione urbanistica che ha cancellato gran parte delle sue radici rurali. Quello che un tempo era il borgo di cascina gatti, oggi parte integrante di un quartiere segnato da una pressione edilizia intensa, si prepara ad ospitare nuove costruzioni in un’area verde molto discussa. La vicenda racconta anche di lotte civiche, cambiamenti economici e conflitti tra sviluppo e tutela ambientale.
Il piano bergamella e la svolta edilizia tra il 2008 e il 2012
Tra il 2008 e il 2012 si è registrato un momento cruciale: l’arrivo del piano bergamella, con il progetto complesso univillage. L’operazione ha coinvolto espropri di terreni che hanno scatenato un ampio dibattito pubblico e anche indagini giudiziarie. La procura di monza ha monitorato attentamente la situazione, evidenziando come le volumetrie per l’edificazione fossero aumentate sensibilmente, passando da un indice di edificabilità di 0,1 a 0,18 rispetto a quanto previsto dal piano regolatore.
Le trasformazioni del borgo
Il risultato è stato un complesso residenziale che ha modificato irreversibilmente la fisionomia del quartiere. Il progetto ha portato a una contrapposizione tra la pagina storica del borgo – con la chiesa e le cascine a corte – e l’affaccio massiccio di palazzoni e torri su un lato opposto. Malgrado la mobilitazione di comitati cittadini come quello di cascina gatti, dell’associazione sottocorno e della rete della salute, le richieste di contenere l’edificazione oppure di salvaguardare la prima fila delle abitazioni fronte piazzetta non hanno trovato alcun credito.
Le nuove costruzioni in via volontari del sangue e la protesta delle associazioni
Il dibattito è ritornato attuale con l’annuncio di altre sei palazzine in via volontari del sangue. L’associazione sottocorno, guidata da massimiliano corraini, ha manifestato preoccupazioni riguardo a questa nuova cementificazione. L’area, un tempo campo agricolo e terreno verde, è stata classificata edificabile perché privata. Secondo l’associazione la politica dovrebbe gestire con maggior equilibrio lo sviluppo urbano, evitando di trasformare ogni spazio libero in luogo di costruzione edilizia.
Le conseguenze sul parco locale
A preoccupare sono soprattutto le conseguenze sul parco locale, un giardino già ridotto nelle sue dimensioni, che rischia di essere marginalizzato ulteriormente. Il parco è mantenuto anche grazie alla presenza di un elettrodotto ancora attivo, un punto critico che avrebbe richiesto interventi da parte delle istituzioni. L’elettrodotto, infatti, avrebbe dovuto essere interrato, ma per otto anni nessuna misura è stata intrapresa per modificare la situazione.
L’evoluzione di cascina gatti: da borgo rurale a polmone urbano
Nel cuore di sesto san giovanni, cascina gatti era un piccolo borgo rurale famoso per essere parte della corte di monza e del ducato di milano. Un tempo comune autonomo, venne assorbito nel 1869, segnando così il primo grande cambiamento amministrativo. La zona, nota anche come sundro in epoca antica, si trasformò lentamente da un paesaggio agrario a un’area urbana, fino a diventare un laboratorio per l’edilizia popolare negli anni settanta.
Quell’epoca ha lasciato un’impronta significativa: via livorno con i suoi palazzoni, l’esperimento sociale del marx 606 e la celebre casa di plastica in vetroresina segnarono un modello abitativo e di welfare locale. Il quartiere, denominato “circoscrizione dei parchi”, rappresentava una cerniera verde tra sesto san giovanni e cologno monzese. Questo polmone verde, però, si è rimpicciolito nel tempo, spinto da un’espansione edilizia che ha coperto spazi un tempo destinati al verde o all’agricoltura. cascina gatti ha così perso quella sua funzionalità di borgo rurale per diventare un terreno fertile per costruzioni e nuove abitazioni.
La realtà edilizia attuale: nuove costruzioni e infrastrutture in costante evoluzione
Il quartiere ha visto realizzazioni importanti: le Acli hanno costruito strutture nel territorio, la Cmb ha sviluppato il complesso residenziale milano parco lombardo con edifici che variano tra 4 e 9 piani. Uniabita ha aggiunto la palazzina quadrifoglio, con i suoi 28 appartamenti distribuiti su sette piani, caratterizzata da finiture in intonaco grigio e beige. Un mcDonald’s ha rafforzato la presenza commerciale nella zona.
Parco della vittoria e le sfide ambientali
In questo quadro urbanistico, parco della vittoria – noto anche come bergamella – rappresenta una delle ultime aree libere da cementificazione. Resta ora un luogo segnato da infrastrutture complesse: tralicci dell’elettrodotto, il termovalorizzatore ormai trasformato in biopiattaforma, il traffico della tangenziale e il lambro inquinato. A questi si aggiungono le costruzioni che avanzano, alterando l’ambiente e la memoria storica del quartiere.
Le posizioni dell’amministrazione comunale e le sfide urbanistiche
L’assessore all’urbanistica di sesto san giovanni, antonio lamiranda, ha ricordato che le opere legate al piano bergamella sono diritti acquisiti. Il comune sarebbe costretto a riconoscerli per evitare cause lunghissime e spese legali elevate. Su via volontari del sangue esistono discussioni per cercare soluzioni che limitino l’impatto sul parco, ma la situazione resta complessa.
Lamiranda ha sottolineato che alcune aree, apparentemente verdi o incolte, sono tecnicamente edificabili. Questo ha complicato la possibilità per l’amministrazione di frenare il processo di costruzione. Il “quartiere dei parchi” porta così dentro di sé una contraddizione: si tenta di mantenere spazi verdi, mentre la pressione urbanistica continua a trasformare radicalmente il profilo della zona. Di fronte a queste forze contrastanti, la storia di cascina gatti si racconta come un viaggio tra passato e futuro, tra natura perduta e cemento, dietro la facciata di un quartiere sesto milanese che cambia senza sosta.