Sessantasei università italiane nella classifica cwur 2025 ma molte perdono posizioni nella ricerca
Nel 2025, la classifica Global 2000 evidenzia un calo per il 80% delle università italiane, con solo 10 atenei in miglioramento e la Sapienza di Roma al vertice.

L’edizione 2025 della classifica Global 2000 include 66 università italiane, con la Sapienza di Roma al vertice, ma la maggior parte degli atenei nazionali registra un calo soprattutto nella ricerca, riflettendo difficoltà nel competere a livello internazionale a causa di risorse limitate. - Unita.tv
L’edizione 2025 della classifica Global 2000 curata dal Center for World University Rankings include 66 università italiane. La guida nell’elenco rimane la Sapienza di Roma. È un quadro in chiaroscuro per gli atenei nazionali, che mostrano difficoltà nel mantenere il passo con le istituzioni straniere più forti e finanziate. Tra i nomi presenti, l’80% delle università italiane ha perso terreno rispetto all’anno precedente, mentre pochi atenei hanno ottenuto miglioramenti. Cosa indica questo andamento per la situazione della ricerca e dell’attrattività delle università in Italia?
La posizione degli atenei italiani nella classifica globale 2000
L’elenco Cwur taglia il traguardo rappresentando un campione ampio con 2000 università mondiali analizzate. Nel 2025, 66 istituzioni italiane vi sono inserite, un numero significativo che mostra la presenza del paese nel contesto accademico globale. La Sapienza di Roma si conferma l’istituzione di vertice tra quelle italiane, piazzandosi meglio di molte concorrenti sul territorio nazionale.
Nonostante la presenza numerosa, il trend generale vede un calo per la grande maggioranza degli atenei. Su 66, solo 10 hanno guadagnato qualche posizione rispetto al 2024. Tre università hanno mantenuto il loro rango stabile, mentre 53 sono retrocesse, segnalando un calo complessivo di competitività. La classifica si basa su criteri che considerano diversi fattori, ma l’area ricerca rimane centrale nel valore assegnato.
Confronto con università straniere
Nel confronto internazionale, la concorrenza di atenei con maggiori risorse finanziarie pesa in modo rilevante. Università di paesi con investimenti consistenti mostrano progressi più rapidi, ampliando il divario con molte realtà italiane, dove i fondi appaiono insufficienti per sostenere una crescita stabile.
Ricerca e performance accademica, fattori chiave in calo per l’italia
Il punto più critico per le università italiane risiede nella performance in ricerca. Secondo i dati Cwur, 52 università italiane sono peggiorate in tale ambito rispetto all’anno precedente, mentre solo 14 hanno registrato miglioramenti. La ricerca costituisce un indicatore chiave e misura la capacità degli atenei di produrre pubblicazioni di qualità, attrarre finanziamenti esterni e avviare collaborazioni internazionali.
Un rallentamento in questo settore ha ripercussioni su tutta la classifica. La minore capacità di attrarre fondi e di produrre risultati scientifici pesa nell’indicazione generale di prestigio e influenza dell’università. Di fatto, in molti casi gli atenei italiani soffrono la mancanza di investimenti dedicati e strategie di sviluppo ben definite, elementi invece più diffusi nelle istituzioni straniere.
Strategie per rilanciare la ricerca
La concorrenza estera e i limiti di bilancio spingono le università nazionali a rivedere i propri programmi e a cercare strade nuove per rilanciare la ricerca e migliorare la visibilità internazionale. Le politiche accademiche future dovranno considerare questi dati per ritrovare competitività.
L’impatto della concorrenza internazionale e le prospettive per gli atenei italiani
Il raffronto con università ben finanziate e dotate di strutture moderne rende evidente il divario che ancora separa molte realtà italiane dalla scena mondiale. I numerosi tagli e la distribuzione limitata dei fondi hanno contribuito a una stagnazione che si riflette nei risultati della classifica globale.
Questo scenario stimola una riflessione sulle strategie di rilancio per gli atenei italiani, sia dal punto di vista delle risorse che delle collaborazioni. La capacità di attrarre studenti stranieri, incrementare la ricerca con finanziamenti privati e internazionali, e migliorare l’attrattività dei corsi potrebbe invertire alcune tendenze negative.
Esempi di successi e sfide future
La crescita di dieci università e la stabilità di tre dimostrano che alcuni atenei riescono ad adattarsi al contesto competitivo. L’attenzione si sposta sui modelli virtuosi, con programmi mirati di supporto alla ricerca o innovazioni didattiche che vengono sondate da più parti.
Per diversi atenei, riprendere slancio richiederà tempi lunghi e interventi mirati, dati i vincoli attuali. L’impegno verso una maggiore qualità e visibilità resta tuttavia la chiave per ritagliarsi uno spazio rilevante nella graduatoria globale.