La questione del finanziamento delle residenze sanitarie assistenziali torna al centro del dibattito a Milano. Massimo Riboldi, presidente dell’associazione RisoRSA e Villaggio Amico, chiede criteri più trasparenti e oggettivi per stabilire la quota sanitaria erogata alle rsa. In un incontro tenutosi al Palazzo Reale, esperti del settore hanno evidenziato le discrepanze economiche che penalizzano strutture e ospiti in Lombardia, soprattutto in vista di un aumento previsto della popolazione anziana con esigenze assistenziali più complesse.
Disparità nei rimborsi per l’assistenza nelle rsa rispetto all’assistenza domiciliare
Secondo le stime presentate da Riboldi, le rsa offrono un servizio di assistenza articolato in 2 ore e 45 minuti, coinvolgendo diverse figure professionali come medico, infermieri, fisioterapeuta, assistente ed educatore. Tuttavia, la regione Lombardia rimborsa circa 45 euro per ogni giornata di presenza, una cifra che non rispecchia il valore reale del servizio.
Confronto tra rsa e assistenza domiciliare
Il confronto con l’assistenza domiciliare, dove un’ora di prestazione infermieristica vale 30 euro, mette in evidenza una disparità significativa. Se per 1 ora si riconoscono 30 euro, per 2 ore e 45 minuti il rimborso dovrebbe aggirarsi intorno ai 90 euro, mentre attualmente si allineano appena intorno a 45 euro. Questo divario dimostra che la regione non rispetta i livelli essenziali di assistenza , mettendo le rsa in difficoltà economiche e rischiando di compromettere la qualità del servizio erogato agli anziani.
La necessità di aumentare i fondi per le rsa in vista dell’invecchiamento della popolazione
Riboldi ha sottolineato che, oltre alla revisione del metodo di calcolo della quota sanitaria, serve un aumento consistente dei finanziamenti. In Lombardia si richiedono almeno 200 milioni di euro in più annui per cinque o sei anni, per far fronte alle necessità crescenti di assistenza.
Il motivo è chiaro: la generazione dei figli del baby boom sta entrando nella fascia d’età anziana e si prevede un boom di richieste di cure e servizi assistenziali di qualità superiore rispetto a oggi. Le rsa devono essere pronte a gestire questa nuova domanda, con strutture efficienti e risorse adeguate per garantire un’assistenza articolata e continuativa.
Interventi critici sulle normative attuali
All’appuntamento milanese sono intervenuti anche Lamberto Bertolé, assessore al welfare di Milano, Antonio Sebastiano, direttore dell’Osservatorio sulle rsa della Liuc Business School, e Juliette Gagliardi, esperta di economia sanitaria. Tutti hanno condiviso la necessità di una revisione degli attuali meccanismi di finanziamento e gestione delle rsa.
Andrea Lopez, avvocato esperto in diritto sanitario e sociosanitario, ha evidenziato come alcune sentenze recenti risultino incoerenti con le norme vigenti e la loro evoluzione. Ha fatto presente che il quadro legislativo attuale è confuso e spesso difficilmente interpretabile in maniera univoca.
Secondo Lopez, sarebbe opportuno un riordino complessivo della normativa sociosanitaria per permettere a gestori, operatori e istituzioni di applicare le leggi con chiarezza e senza contraddizioni. Una revisione di questo tipo potrebbe anche agevolare una più equa e trasparente definizione dei costi di assistenza nelle rsa.
La discussione aperta a Milano è solo un passo verso una nuova gestione delle rsa, che dovrà tenere conto delle esigenze degli anziani e dell’equità nel sostegno alle strutture. Il tema resta fondamentale in vista della trasformazione demografica che interesserà la regione e il paese nei prossimi anni.