Sequestro di un arsenale a Reggio Calabria: nove arresti nel quartiere di Arghillà

A Reggio Calabria, i Carabinieri hanno sequestrato un arsenale di armi e arrestato nove membri di un gruppo criminale attivo nel traffico illecito, evidenziando la crescente violenza nel quartiere di Arghillà.
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Sequestro di un arsenale a Reggio Calabria: nove arresti nel quartiere di Arghillà - unita.tv

Un’operazione condotta dai Carabinieri a Reggio Calabria ha portato al sequestro di un arsenale di armi e esplosivi nel quartiere di Arghillà. L’intervento ha avuto come obiettivo la disarticolazione di un gruppo criminale attivo nel traffico illecito di armi, con collegamenti a organizzazioni malavitose. Nove persone sono state arrestate, tutte già note alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio e la persona.

L’operazione dei Carabinieri

L’operazione, che ha visto il coinvolgimento di oltre 100 militari, è stata eseguita su disposizione della Procura della Repubblica di Reggio Calabria. I Carabinieri hanno operato in sinergia per garantire un intervento efficace nel quartiere di Arghillà, dove il gruppo criminale aveva stabilito la propria base operativa. Le forze dell’ordine hanno scoperto che le armi erano occultate in abitazioni private, magazzini e edifici abbandonati, luoghi considerati sicuri per eludere i controlli.

Le accuse formulate nei confronti degli arrestati includono traffico d’armi ed estorsione. La complessità dell’operazione ha richiesto un’accurata pianificazione e coordinamento tra le varie unità dei Carabinieri, evidenziando l’importanza della collaborazione tra le forze dell’ordine nella lotta alla criminalità organizzata.

Il sequestro dell’arsenale

Durante l’intervento, i Carabinieri hanno rinvenuto un notevole arsenale, comprendente fucili e pistole di vari modelli e calibro, alcuni dei quali modificati per aumentarne la potenza. Inoltre, sono state sequestrate migliaia di munizioni, tra cui cartucce per armi automatiche e da guerra, oltre a panetti di tritolo, detonatori e componenti elettrici. Questi materiali avrebbero potuto essere utilizzati per la costruzione di ordigni telecomandati, rappresentando un grave rischio per la sicurezza pubblica.

L’arsenale rinvenuto è indicativo della pericolosità del gruppo criminale, che operava con grande disinvoltura nel traffico di armi. La scoperta di tali materiali ha sollevato preoccupazioni riguardo alla sicurezza nel quartiere di Arghillà, dove si erano verificati diversi episodi di violenza.

Gli episodi di violenza nel quartiere

Le indagini, condotte tra novembre 2024 e marzo 2025, hanno rivelato un quadro allarmante di violenza nel quartiere di Arghillà. Sotto la direzione della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, guidata dal dottor Giuseppe Lombardo, gli inquirenti hanno ricostruito una rete di traffico e detenzione di armi clandestine. I pubblici ministeri Chiara Greco e il giudice per le indagini preliminari Claudio Treglia hanno richiesto l’ordinanza di custodia cautelare per i nove arrestati.

Numerosi episodi di spari in luoghi pubblici e densamente abitati hanno messo in pericolo la vita dei residenti, evidenziando l’urgenza di un intervento decisivo da parte delle forze dell’ordine. La presenza di un arsenale così vasto e la facilità con cui il gruppo criminale riusciva a reperire e movimentare armi illegali hanno reso necessaria l’operazione.

Le dichiarazioni dei Carabinieri

I Carabinieri hanno sottolineato che il procedimento è attualmente nelle fasi preliminari e che gli arrestati devono essere considerati innocenti fino a prova contraria, secondo le normative vigenti. Tuttavia, l’inchiesta ha messo in luce il ruolo centrale del gruppo criminale nell’approvvigionamento e nella distribuzione di armamenti illegali. Grazie a solidi legami con altre organizzazioni malavitose e a una rete di complicità, gli arrestati erano in grado di operare con estrema facilità, rappresentando una minaccia significativa per la sicurezza della comunità.

L’operazione dei Carabinieri a Reggio Calabria rappresenta un passo importante nella lotta contro la criminalità organizzata e il traffico di armi, evidenziando la necessità di un continuo monitoraggio e intervento da parte delle forze dell’ordine.