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Sei cortei in italia per l’onda pride mentre a budapest arcigay sfida il divieto del governo orbán

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La giornata di oggi segna un momento importante per i diritti civili in Italia e in Europa, con diverse manifestazioni organizzate per celebrare l’anniversario dei moti di Stonewall. Mentre una delegazione di Arcigay si trova a Budapest per partecipare al Pride non autorizzato dalle autorità locali, nel nostro paese si svolgono sei cortei che compongono l’Onda Pride, evento nazionale promosso da Arcigay insieme ad altre associazioni. Queste iniziative rappresentano una risposta concreta contro le restrizioni imposte ai diritti delle persone LGBTQ+ e un richiamo alla difesa delle libertà civili.

La mobilitazione dell’onda pride nelle principali città italiane

Oggi diverse città italiane ospitano manifestazioni significative dedicate ai diritti LGBTQ+. A Bologna prende il via il Rivolta Pride con ritrovo alle 15:30 presso i Giardini Margherita. La scelta della location richiama uno spazio pubblico simbolico dove la comunità può riunirsi liberamente. A Bolzano debutta invece il Südtirol Pride con partenza fissata alle 15 da piazza Verdi; è la prima volta che questa città organizza un evento simile, segno della crescente attenzione verso queste tematiche anche nelle regioni del nord-est.

Appuntamenti a milano e nel sud italia

Milano vede concentrarsi i partecipanti alle ore 15 in via Vittorio Pisani, punto strategico vicino al centro cittadino che facilita l’afflusso e garantisce visibilità all’iniziativa. Nel sud Italia Salerno ospita il suo Pride con partenza prevista alle 17:30 da corso Vittorio Emanuele; qui la manifestazione assume particolare rilievo vista la storia recente delle battaglie civili nella regione. In Sardegna sfila il Sassari Pride con raduno fissato alle 17 in piazza Università, luogo centrale e simbolo culturale della città.

Domani toccherà alla Sicilia accogliere il Ragusa Pride, previsto partire alle 18:30 da Porto Venere. Questa sequenza di eventi mostra come le istanze legate ai diritti civili attraversino tutta la penisola coinvolgendo realtà urbane molto diverse tra loro.

Arcigay a budapest contro il divieto imposto dal governo orbán

Nel frattempo a Budapest una delegazione italiana guidata da Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay, partecipa al Pride vietato dal governo guidato da Viktor Orbán. Il divieto imposto ha suscitato forti critiche internazionali perché coincideva invece con l’autorizzazione concessa a tre manifestazioni neonaziste nella stessa giornata.

Piazzoni ha denunciato apertamente questa disparità sottolineando come tale decisione rappresenti “una deriva illiberale” del governo ungherese e dimostri “la complicità silenziosa” di alcuni governi europei tra cui quello italiano. La presenza italiana sul posto assume quindi un valore simbolico rilevante: resistere contro politiche repressive che negano spazi pubblici fondamentali per esprimere identità e rivendicare diritti.

Critiche al contesto europeo

Questa situazione mette sotto accusa non solo le autorità locali ma anche chi nel continente europeo resta passivo davanti all’avanzata dei movimenti estremisti o xenofobi mascherati dietro forme istituzionali legittimate dalla legge ma contrarie ai principi democratici fondamentali.

Significati politici dell’onda pride nell’attuale contesto europeo

L’Onda Pride italiana si presenta come una risposta collettiva forte rispetto agli attacchi subiti dai movimenti LGBTQ+ nei paesi vicini all’Italia come appunto l’Ungheria o altri stati dove cresce una retorica conservatrice che limita libertà personali ed espressione pubblica dell’identità sessuale.

Il messaggio veicolato dalle sei manifestazioni odierne è chiaro: rifiuto netto del ritorno indietro sui progressi ottenuti finora nei diritti civili italiani ed europei; volontà esplicita di mantenere aperti spazi democratici inclusivi dove ogni persona possa sentirsi libera senza paura né discriminazioni basate su orientamento sessuale o identità di genere.

Gabriele Piazzoni ha definito questo momento “il nostro arcobaleno” capace di contrastare “il veleno dei nuovi fascismi” presenti oggi nel continente europeo attraverso forze politiche estreme o governi autoritari mascherati da democrazie formali ma privati nei fatti delle garanzie essenziali per tutti i cittadini.

Le iniziative odierne mostrano quanto sia ancora necessario mantenere alta l’attenzione sulle questioni socialmente sensibili legate ai diritti umani fondamentali soprattutto quando vengono messi sotto pressione dall’ascesa politica degli estremismi nazionalisti o populisti presenti ormai stabilmente nello scenario continentale contemporaneo.

Written by
Matteo Bernardi

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