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Sei cinesi denunciati a palermo per sfruttamento di lavoratori nel settore vendita non alimentare

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Un’indagine condotta a Palermo ha portato alla denuncia di sei cittadini cinesi, titolari di un’azienda che opera nella vendita di prodotti non alimentari. L’accusa riguarda lo sfruttamento sistematico di decine di lavoratori, quasi tutti italiani, impiegati senza regolare contratto e sottoposti a condizioni lavorative gravose. Le autorità hanno disposto anche misure restrittive nei confronti degli indagati.

Le indagini e i controlli anti caporalato a palermo

Le verifiche sono scattate dopo un’ispezione effettuata nel settembre 2023 durante una serie di controlli mirati al contrasto del caporalato. I carabinieri del nucleo operativo del gruppo tutela lavoro insieme agli ispettori del lavoro hanno esaminato la situazione all’interno dell’azienda gestita dai sei cittadini cinesi. La collaborazione tra il comando provinciale dei carabinieri e gli organi ispettivi ha permesso di raccogliere prove importanti sulle condizioni in cui erano impiegati i dipendenti.

Durante l’ispezione è emerso che su trenta lavoratori presenti nell’attività commerciale ben ventisette operavano senza alcun tipo di contratto formale. Questi dipendenti venivano obbligati a turni estenuanti, con orari che raggiungevano le dodici o tredici ore giornaliere per sette giorni consecutivi ogni settimana. La paga oraria risultava estremamente bassa rispetto agli standard previsti dalla legge.

Condizioni lavorative difficili e sorveglianza serrata

I dipendenti erano privati della possibilità di usufruire dei riposi settimanali o delle ferie annuali previste dalla normativa sul lavoro. L’ambiente in cui svolgevano le mansioni era stato definito dagli ispettori come insicuro e insalubre, con rischi evidenti per la salute fisica dei lavoratori coinvolti.

In aggiunta alle dure condizioni fisiche si sommava una sorveglianza costante da parte dei datori attraverso telecamere installate all’interno dei negozi stessi. Questo sistema permetteva ai gestori dell’azienda un controllo continuo sui movimenti degli impiegati, limitandone ulteriormente la libertà personale durante l’orario lavorativo.

Conseguenze legali e sanzioni per gli indagati

Il gip del tribunale di Palermo ha accolto la richiesta della procura emettendo una misura interdittiva nei confronti dei sei imprenditori cinesi: il divieto temporaneo – della durata dodici mesi – ad esercitare attività d’impresa o ricoprire ruoli direttivi nelle società coinvolte nell’inchiesta.

Oltre alla denuncia per caporalato sono state contestate numerose violazioni delle norme relative al diritto del lavoro e alla sicurezza negli ambienti professionali. Le multe complessive superano i duecentomila euro, somma calcolata sulla base delle irregolarità riscontrate durante i controlli ufficiali.

Uno sviluppo nella lotta allo sfruttamento lavorativo

L’intervento giudiziario rappresenta uno sviluppo importante nella lotta contro lo sfruttamento sul posto lavoro nel territorio palermitano ed evidenzia come rimangano attuali problemi legati al rispetto delle regole in alcune realtà imprenditoriali locali.

Written by
Giulia Rinaldi

Giulia Rinaldi osserva il mondo con occhio critico e mente curiosa. Blogger fuori dagli schemi, scrive di cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute con uno stile personale e tagliente, mescolando analisi e sensibilità in ogni articolo. Il suo obiettivo? Dare voce a ciò che spesso passa inosservato.

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