Segrate dedica una mostra antologica a Umberto Faini, artista milanese che ha attraversato diverse forme d’arte e che ha insegnato alle accademie di Brera e Carrara. L’esposizione, ospitata al centro civico Giuseppe Verdi, illustra le tappe della sua carriera e rimane aperta fino al 2 luglio. Questa iniziativa vuole far conoscere la figura di Faini anche a chi non ha mai incontrato la sua arte e il suo vissuto.
Umberto faini tra pittura, illustrazione e musica
Nato e cresciuto a Milano, Umberto Faini ha iniziato a dipingere presto, intorno ai dodici anni grazie a un regalo ricevuto dal padre operaio che condivideva con lui la passione per la pittura. La sua formazione è iniziata alla scuola d’arte applicata del Castello Sforzesco e poi all’accademia di Brera, dove ha affinato le tecniche pittoriche. Oltre alla pittura, ha coltivato l’interesse per la musica: ha studiato violino e chitarra, rimanendo sempre attratto dall’unione tra immagine e suono.
Un percorso artistico multiforme
La sua carriera si è sviluppata in diversi ambiti: ha lavorato come decoratore e illustratore, aprendo una strada a più linguaggi artistici. La varietà delle sue esperienze testimonia un rapporto profondo con la creatività non circoscritta a un solo campo. Tutto ciò che riguarda la percezione sensoriale ha avuto un ruolo nel suo percorso.
Umberto faini tra cabaret e cantautorato dialettale
Per un periodo, Faini è stato anche impegnato nel cabaret milanese, frequentando luoghi ormai storici come il derby e il cà Bianca. Accanto ad artisti come Nanni Svampa, Flavio Oreglio e Umberto Bindi ha portato in scena spettacoli legati all’intrattenimento basato sulle idee più che sugli effetti scenici. La sua musica dialettale riflette una sensibilità particolare verso i suoni e le atmosfere della città.
Tra le sue canzoni, “Umidità” spicca con un tema che racconta una sensazione familiare, percepita soprattutto dai milanesi. Questo brano prova quanto nelle sue creazioni si intreccino il racconto della realtà quotidiana e il sentimento personale. Il teatro e la musica si inseriscono così nel suo universo artistico come forme complementari alla pittura.
Volti, paesaggi e studi sul colore nella pittura di faini
Nei quadri di Faini compaiono volti e paesaggi che riflettono ciò che cattura il suo sguardo. Le opere, a volte giudicate astratte, sono in realtà approfondimenti attenti sul colore e sulle sfumature tonali. La ricerca della dolcezza nelle transizioni cromatiche rappresenta l’aspetto più visibile del suo lavoro sul dipinto. Questo modo di dipingere traduce in immagini le emozioni suscitate dai soggetti.
Il pittore vede l’arte come un mezzo per interpretare la vita, raccontarla e comprenderla. Riconosce come la realtà sia composta di elementi visivi molto diversi: linee, luci e ombre, colori in continuo cambiamento. La pittura gli serve a fermare questo flusso e a darne una forma che può essere condivisa con chi osserva.
La transizione da milano a segrate
Nel corso degli anni Sessanta, Faini ha lasciato Milano per trasferirsi a Segrate, che allora era ancora un piccolo centro agricolo circondato dalla campagna. L’acquisto della casa è coinciso con un periodo di ampio sviluppo urbano della zona, che ha portato a coniugare il verde con le necessità di chi vive in città. Questa scelta ha segnato una nuova fase della sua esistenza.
Oggi Segrate è cresciuta ed è diventata un luogo vivibile, con servizi e spazi naturali. Faini esprime soddisfazione per aver fatto questa scelta e continua a vivere tra arte e quotidianità. La mostra al centro civico Giuseppe Verdi rappresenta un’occasione per riunire la comunità attorno all’opera e al ricordo di uno dei suoi protagonisti più longevi.
