Un terremoto di magnitudo 3.6 ha interessato l’Emilia questa mattina, con epicentro localizzato a pochi chilometri da San Felice sul Panaro, area già colpita dal sisma del 2012. L’evento è stato rilevato dalla sala sismica dell’INGV di Roma e si è verificato alle 9:43 con una profondità di circa dieci chilometri.
Dettagli sulla scossa e localizzazione dell’epicentro
La scossa ha avuto origine in provincia di Modena, più precisamente a cinque chilometri da San Felice sul Panaro. Questa zona era stata teatro del forte terremoto che nel maggio del 2012 causò danni ingenti e vittime. La profondità della scossa è stata misurata intorno ai dieci chilometri sotto la superficie terrestre, un dato che spiega la percezione lieve ma comunque avvertita in alcune aree limitrofe.
Magnitudo e caratteristiche tecniche
Le rilevazioni effettuate dall’INGV hanno confermato una magnitudo pari a 3.6 sulla scala Richter, valore che indica un evento moderato ma non particolarmente distruttivo per costruzioni solide o recenti norme antisismiche adottate nella regione.
Zone interessate dalla percezione della scossa
I comuni più vicini all’epicentro hanno registrato una leggera percezione del movimento tellurico tra le ore nove e quarantatré minuti della mattina odierna. In particolare alcuni cittadini residenti nei territori tra Mirandola e Concordia hanno segnalato la sensazione dello scuotimento delle abitazioni o degli oggetti all’interno delle loro case.
Nonostante il terremoto sia stato avvertito in modo lieve, non sono arrivate comunicazioni ufficiali riguardo eventuali danni strutturali o feriti nelle zone coinvolte. Le autorità locali mantengono alta l’attenzione monitorando costantemente la situazione attraverso i dati forniti dagli enti competenti.
Segnalazioni e rilevamenti sul territorio
Le informazioni raccolte grazie alla rete di sorveglianza sismica confermano che l’episodio odierno non ha generato danni significativi ma rimane sotto osservazione come parte di un quadro sismico ancora attivo.
Contesto storico dei terremoti nell’emilia modenese
L’area intorno a San Felice sul Panaro rappresenta uno dei punti più delicati dal punto di vista sismico in Emilia-Romagna dopo gli eventi devastanti del maggio 2012 quando due forti scosse causarono gravi conseguenze su vasta scala territoriale.
Monitoraggio e prevenzione
Da allora le attività di controllo geologico si sono intensificate per prevenire rischi maggiori e garantire tempestività negli interventi post-sisma. Il monitoraggio continuo dell’INGV contribuisce ad aggiornare costantemente mappe ed eventuale evoluzione della faglia attiva sotto questa porzione dell’Appennino settentrionale italiano.
Gli ultimi episodi come quello odierno ricordano come il territorio resti esposto a fenomenologie naturali capaci di generare scuotimenti anche se non sempre con effetti distruttivi evidenti sulle comunità locali o sulle infrastrutture presenti nella zona modense.