Durante gli scavi archeologici in via Alessandrina, condotti dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali a partire da novembre scorso, è riaffiorata una testa marmorea di notevoli dimensioni raffigurante un volto maschile. Il ritrovamento si trova sotto la piazza del foro di Traiano, nel cuore della Roma antica. Questo reperto torna alla luce grazie ai finanziamenti del Pnrr, che stanno supportando i lavori di indagine in un sito ricco di testimonianze storiche.
Il rinvenimento sotto piazza foro di traiano
La testa di marmo presenta una folta capigliatura e un’espressione intensa che lasciano presagire l’importanza del personaggio ritratto. L’opera è emersa durante gli scavi in uno strato medievale che conteneva anche altri materiali antichi. Questo indica che il luogo ha mantenuto a lungo tracce sovrapposte, testimonianza di eventi e costruzioni diverse. L’area, un tempo occupata dalla Porticus Trisigmentata, un edificio colonnato con colonne monolitiche alte quasi 12 metri, ha conservato sotto il terreno reperti inaspettati.
Un luogo carico di storia stratificata
L’ubicazione precisa in via Alessandrina consente agli studiosi di collegare questa scoperta al contesto storico dell’antica Roma imperiale. La Sovrintendenza sta destinando risorse e personale per proseguire gli scavi e approfondire il contesto archeologico circostante. Il ritrovamento risveglia interesse internazionale verso questo sito, già di per sé fondamentale per la conoscenza della città antica.
Il valore storico e culturale della scoperta
La testa marmorea rappresenta una finestra sul passato che restituisce sensazioni visive e culturali dal periodo imperiale di Roma. Il fatto che abbia conservato un’espressione intensa suggerisce il possibile ritratto di un personaggio di rilievo, anche se finora gli archeologi evitano interpretazioni azzardate in attesa di ulteriori analisi. L’opera si presenta come un pezzo unico, capace di raccontare aspetti della scultura funeraria o pubblica di un’epoca specifica.
Dalle epoche antiche al medioevo
Inoltre, il ritrovamento dimostra come sotto l’attuale metropoli si conservino livelli storici stratificati, capaci di offrire testimonianze dirette di epoche diverse, oltre a documentare i passaggi dall’età antica al medioevo. Questi elementi arricchiscono la comprensione del tessuto urbano e delle evoluzioni sociali e culturali della città nel corso dei millenni.
L’attenzione degli archeologi si concentra ora nel completare lo studio della testa, usando tecniche di analisi fisiche e chimiche per definire datazione e materiali. Parallelamente viene studiato l’ambiente circostante per contestualizzare con precisione il reperto. Questo lavoro si inserisce in un programma più ampio di valorizzazione del patrimonio archeologico romano.
Il ruolo della sovrintendenza e il contributo del pnrr
Il ritrovamento di questa testa ha una forte connotazione legata all’impegno della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, ente responsabile della tutela e dello studio del patrimonio romano. Gli scavi eseguiti da novembre sono finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza , progetto a sostegno di interventi mirati per il recupero dei beni culturali italiani.
Questa iniziativa rivela quanto sia importante immaginare il sottosuolo urbano non solo come spazio costruito, ma come deposito storico da esplorare con attenzione. Le risorse messe a disposizione contribuiscono a scoprire reperti che accrescono la conoscenza scientifica e offrono nuovi spunti anche al turismo culturale.
Il coinvolgimento della comunità e delle istituzioni
La Sovrintendenza coordina archeologi, restauratori e tecnici impegnati nell’indagine. Il lavoro quotidiano su questo ritrovamento testimonia il richiamo che Roma esercita sul pubblico e su addetti ai lavori, grazie a monumenti e oggetti che rimangono nascosti sotto gli strati moderni. Anche il sindaco Roberto Gualtieri ha commentato l’avanzamento dei lavori, sottolineando il legame profondo tra passato e presente della città.
Le prospettive future degli scavi e delle ricerche
L’attività in corso in via Alessandrina non si esaurirà con questa scoperta. Gli archeologi intendono procedere con cautela per salvaguardare ogni elemento emerso e per capire meglio il contesto urbano antico attorno al Foro di Traiano. Ulteriori indagini potranno portare alla luce altri oggetti o strutture che integrano la narrazione storica.
Tecnologie avanzate per un’antica mappa
Le tecniche di indagine utilizzate spaziano dal rilievo archeologico tradizionale a strumenti avanzati come scansioni 3D e analisi chimiche dei materiali ritrovati. Questa combinazione aiuta a valutare con precisione epoche e funzioni degli oggetti ritrovati.
In termine più ampio, questi scavi contribuiscono a mappare una porzione cruciale della Roma antica. Le scoperte come questa testa marmorea mettono in evidenza il complesso intreccio tra monumenti pubblici e cambiamenti urbanistici che si sono susseguiti nei secoli. Il racconto della città si arricchisce passo dopo passo, attraendo interesse non solo da parte degli studiosi ma anche dei visitatori e cittadini.