Home Scontro in consiglio regionale Lombardia sui referendum, tra inviti al voto e polemiche sull’astensione

Scontro in consiglio regionale Lombardia sui referendum, tra inviti al voto e polemiche sull’astensione

Tensione al consiglio regionale della Lombardia su referendum dell’8 e 9 giugno, con il presidente del Senato Ignazio La Russa che invita all’astensione, suscitando reazioni da Partito Democratico e sindaco di Milano Giuseppe Sala.

Scontro_in_consiglio_regionale

Tensione in Lombardia tra maggioranza e opposizione sul voto ai referendum di giugno, con il presidente del Senato La Russa che invita all’astensione e Pd e sindaco di Milano Sala che ne sottolineano l’importanza per la democrazia. - Unita.tv

Durante la seduta del consiglio regionale della Lombardia, svoltasi ieri mattina a Milano, si è acceso un acceso confronto tra maggioranza e opposizione sul tema dei referendum previsti per l’8 e 9 giugno. Le dichiarazioni del presidente del Senato Ignazio La Russa, che aveva invitato all’astensione, hanno scatenato reazioni e contestazioni da parte dei consiglieri del Partito democratico e dello stesso sindaco di Milano. Ecco i dettagli di quanto emerso in aula e in città.

Tensione in consiglio regionale su inviti all’astensione e partecipazione al voto

La discussione è iniziata subito dopo l’intervento del capogruppo del Pd, Pierfrancesco Majorino, che ha criticato duramente le parole di La Russa. Secondo Majorino, è grave che il presidente del Senato inviti i cittadini a ignorare i referendum e a non partecipare al voto. Il rappresentante democratico ha portato in aula cartelli con la scritta “votiamo ai referendum” e la data del voto, per sottolineare l’importanza della partecipazione. Questo gesto ha attirato l’attenzione dei colleghi in aula e ha fatto emergere la profonda divisione tra maggioranza e opposizione.

La posizione della maggioranza sulla libertà di scelta

Da parte della maggioranza, Giacomo Zamperini, consigliere di Fratelli d’Italia, ha risposto sostenendo che anche decidere di non andare a votare rientra nei diritti costituzionali. In questo modo, la maggioranza si è schierata a difesa della libertà di scelta, sottolineando come l’astensione non sia un problema in sé ma un’opzione consentita dalla legge.

Majorino ha ribadito il suo punto: “una democrazia sana ha bisogno di cittadini attivi.” Il rischio, a suo dire, è che la disaffezione al voto cresca ancora, minando la legittimità delle scelte pubbliche. Invita quindi a recarsi alle urne, indipendentemente dal senso del voto, perché il referendum rappresenta un momento fondamentale per esprimersi su temi concreti e rilevanti.

Il sindaco di milano sala boccia l’invito all’astensione di la russa

Poche ore dopo, anche il sindaco di Milano Giuseppe Sala è intervenuto sul tema dei referendum. Sala si è detto contrario all’appello di La Russa all’astensione definendolo “un errore.” Ha ricordato che votare è un diritto ma anche un dovere dei cittadini. Per il primo cittadino infatti ogni occasione per esprimersi è una tappa necessaria per la vita democratica della comunità.

Posizione articolata sui quesiti referendari

Sala ha però chiarito che pur sostenendo alcuni dei quesiti referendari – in particolare quello sul dimezzamento del tempo necessario per ottenere la cittadinanza, da 10 a 5 anni – non voterà a favore di tutti i cinque referendum promossi dalla Cgil e appoggiati dal Pd. Lo si apprende dalle sue dichiarazioni in cui annuncia di voler “ritirare tutte le schede”, facendo intendere una posizione più articolata rispetto alla linea del suo partito.

Questo chiarimento dimostra come il dibattito sul voto trascenda l’appartenenza politica e coinvolga anche posizioni personali e valutazioni specifiche sui contenuti delle singole proposte presentate ai cittadini.

La questione dei referendum, tra diritti costituzionali e impegni civici

Il nodo centrale della discussione riguarda proprio il senso e il valore del voto referendario. In Italia la partecipazione ai referendum è sempre stata un parametro per misurare l’interesse pubblico sui temi proposti. L’appello all’astensione, avanzato da figure istituzionali come La Russa, non è mai neutro. Ha il potenziale di influenzare gli elettori e di ridurre la partecipazione, con impatti diretti sul risultato finale.

Diversi punti di vista sulla cittadinanza attiva

Il punto che emerge è la differenza di vedute sul ruolo della cittadinanza attiva. Per chi invita a votare, il referendum rappresenta un’occasione per confrontarsi direttamente con questioni sociali o normative. Per altre posizioni, invece, anche scegliere di non recarsi alle urne può rappresentare un segnale o una scelta politica legittima.

L’effetto di questo contrasto si riflette nei luoghi dove si discute la politica: ai tavoli istituzionali come al consiglio regionale, ma pure nella città di Milano, dove il sindaco esprime riflessioni misurate pur nell’ambito di un dibattito acceso.

In vista dell’8 e 9 giugno, l’appello resta rivolto agli elettori di decidere come voler partecipare e di confrontarsi sui quesiti referendari, consapevoli del peso che quelle scelte avranno sulla vita pubblica.