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Scialpinista piemontese muore precipitando sull’aiguille du midi durante discesa in sci ripido

Un giovane scialpinista di 31 anni originario del torinese è morto dopo una caduta di 700 metri sull’aiguille du midi, nel massiccio del monte Bianco, a causa di un errore tecnico.

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Un giovane scialpinista torinese di 31 anni è morto sul versante francese del Monte Bianco a causa di una caduta di circa 700 metri durante una discesa di sci ripido, dovuta a un errore tecnico. - Unita.tv

Un incidente mortale ha coinvolto ieri mattina un giovane scialpinista originario del torinese sul versante francese del monte Bianco. L’uomo, di 31 anni, stava praticando sci ripido insieme a due compagni quando è caduto per circa 700 metri, una tragedia dovuta a un errore tecnico durante la discesa.

Dinamica dell’incidente e contesto della discesa

L’incidente si è verificato sul versante nord dell’aiguille du midi, una delle cime più conosciute del massiccio del monte Bianco. Il gruppo, formato da tre scialpinisti, era partito all’alba con l’intenzione di affrontare una discesa impegnativa di sci ripido. Già nelle prime fasi, intorno alle 8.30, il 31enne ha perso l’equilibrio e ha scivolato su un tratto di pendio ripido.

Durante la caduta, durata alcuni secondi ma molto intensa, il giovane ha oltrepassato un seracco, una massa di ghiaccio instabile e pericolosa, che ha aumentato la gravità dello schianto. La scivolata si è conclusa su una morena a circa 3.000 metri di quota, dove il corpo è stato ritrovato senza vita. I due compagni presenti hanno subito dato l’allarme ai soccorritori francesi.

Intervento dei soccorsi e condizioni sul campo

Il soccorso è stato affidato ai gendarmi del Peloton de Gendarmerie de Haute Montagne di Chamonix, una squadra specializzata negli interventi ad alta quota nel massiccio del monte Bianco. Giunti rapidamente sul posto con un elicottero, hanno individuato la salma sull’area di morena segnalata dai testimoni.

Le condizioni ambientali non hanno facilitato il recupero. L’alta quota, intorno ai 3.000 metri, combinata a terreni accidentati, ha reso impossibile qualsiasi tentativo di rianimazione. I soccorritori hanno potuto solo recuperare il corpo, confermando la morte immediata del giovane.

Aspetti tecnici e riflessioni sull’incidente

Le prime informazioni ottenute dagli inquirenti e dai soccorritori indicano che la caduta è stata provocata da un “errore tecnico”. Questo termine fa riferimento a un problema nella gestione delle attrezzature o nella conduzione della discesa su un terreno complesso come quello dell’aiguille du midi, dove la presenza di ghiaccio e pendii molto ripidi richiede esperienza e precisione.

Nell’ambiente dello sci ripido, ogni errore di valutazione o di movimento può trasformarsi in incidente grave, soprattutto in zone alpine dove i margini di errore sono minimi. L’aiguille du midi è da tempo teatro di attività alpinistiche avanzate, ma presenta insidie note che impongono grande attenzione.

Impatto sulla comunità alpinistica e locale

La notizia della morte del giovane scialpinista piemontese ha immediatamente suscitato cordoglio tra gli appassionati e le realtà sportive legate alla montagna. Le autorità alpine e le guide locali ricordano spesso la necessità di preparazione e prudenza, considerata la pericolosità di certe discese sul monte Bianco.

L’incidente riafferma la complessità delle condizioni alpine, soprattutto in un contesto come quello di Chamonix e dell’aiguille du midi, dove il versante francese richiama ogni anno molti sportivi di alto livello con progetti di sci ripido e alpinismo estremo.