L’attività di smaltimento dell’amianto in Lombardia procede seguendo scadenze precise, ma restano incerti diversi aspetti legati alla sicurezza degli operatori, in particolare riguardo ai dispositivi di protezione individuale . La normativa vigente necessita di aggiornamenti per allinearsi alle direttive europee e tutelare chi lavora nei cantieri e negli ambienti esposti al minerale. In questo quadro è stato presentato un progetto di legge in Regione volto a migliorare le norme sui Dpi respiratori, tema centrale per la salute sul lavoro.
Lo scenario dello smaltimento amianto in lombardia fra impegni e criticità
Al 2025, in Lombardia sono oltre 213mila le segnalazioni ufficiali di siti con presenza di amianto, una quantità considerevole dati i rischi evidenti connessi. Il piano regionale prevede che la rimozione totale del cemento amianto avvenga entro il 2032, con una riduzione consistente: dai 2,8 milioni di metri cubi censiti nel 2007 si arriverà a poco più di 520.000 metri cubi da bonificare. Nonostante questo, la problematica resta attuale. La media di casi di malattie legate all’amianto non accenna a diminuire e continua a preoccupare la sanità pubblica.
Le malattie professionali riconducibili all’asbesto sono state segnalate circa 12.559 volte negli ultimi vent’anni in Lombardia. Di queste, 5.517 diagnosi di mesotelioma maligno sono state confermate in maniera certa su un totale di 6.869 casi ufficialmente diagnosticati. Tra il 2019 e il 2021 si è registrata una media annua di 1.404 lavoratori colpiti da patologie asbesto-correlate, con un tasso di mortalità in aumento che si attesta intorno al 44%, vale a dire circa 614 decessi ogni anno. Questi numeri rendono la Lombardia la prima regione italiana per incidenza di malattie da amianto.
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Il problema non riguarda solo i settori tradizionalmente legati all’esposizione, come le bonifiche, l’edilizia o la metalmeccanica, ma anche comparti come l’industria tessile, dove si registrano casi significativi. Questi dati mettono in luce quanto l’amianto resti un’emergenza da affrontare concretamente e con norme adeguate.
Le difficoltà nella vigilanza e i limiti degli attuali controlli sul territorio
L’attività di controllo sulla sicurezza nei cantieri e nelle aziende è affidata alle Agenzie di Tutela della Salute , in particolare all’ATS di Milano che ha fornito dati aggiornati sul tema. Attualmente, l’ATS Milano compie circa 12.000 verifiche all’anno, di cui 3.000 riguardano specificamente i cantieri edili. Alla luce dei numeri, con quasi 180.000 imprese presenti nell’area metropolitana, risulta evidente che ci siano limiti nell’estensione e nella frequenza dei controlli.
Le carenze nel personale specializzato
La vigilanza si concentra sulle attività considerate a rischio ma resta difficile coprire completamente un territorio così vasto e variegato. Si segnala inoltre una carenza crescente di figure specializzate come medici del lavoro e tecnici della prevenzione, professionisti fondamentali per un monitoraggio efficace.
Per il 2025 l’ATS Milano ha previsto un incremento dei controlli che dovrebbero arrivare a 13.000, mentre per il 2026, anno in cui si terranno le Olimpiadi Invernali, è previsto l’adozione di un modello di vigilanza mutuato dall’esperienza dell’Expo. Servono però anche incentivi per le aziende che adottano comportamenti corretti e trasparenti. Ad esempio, il programma “Aziende che promuovono salute” ha coinvolto finora 447 realtà imprenditoriali con circa 150mila lavoratori attivi.
Progetto di legge regionale per i dpi respiratori e nuove norme europee da recepire
Il progetto di legge presentato il 14 marzo 2025 da Giorgio Bontempi, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, si propone di fissare criteri chiari per la selezione e l’uso dei dispositivi di protezione individuale, in particolare quelli destinati alla protezione delle vie respiratorie nei lavori con esposizione ad amianto.
Non si tratta di creare una regolamentazione ex novo, bensì di aggiornare e migliorare le norme attuali, adeguandole ai vincoli previsti dalle nuove direttive europee che entreranno in vigore nel 2029. Tra le principali novità segnate c’è la riduzione di dieci volte del valore limite consentito per l’esposizione professionale all’asbesto, un passo importante per rafforzare la prevenzione primaria nei luoghi di lavoro.
Le nuove norme prevedono anche misure come il rilascio di permessi speciali agli operatori autorizzati, la verifica obbligatoria della presenza di amianto prima di iniziare lavori di demolizione o manutenzione, e l’obbligo del datore di lavoro di predisporre accertamenti specifici sugli edifici di vecchia costruzione.
Fondamentale è l’obbligo di assegnare Dpi personalizzati, con particolare attenzione alle apparecchiature respiratorie. Il progetto di legge indica anche le modalità per la corretta gestione di questi dispositivi, stabilendo l’esigenza di una formazione mirata e specifica per i lavoratori interessati.
Con questo intervento legislativo, la Lombardia punta a mettere ordine in un campo critico per la salute pubblica e la sicurezza sul lavoro, allargando la tutela ad un numero crescente di operatori coinvolti negli interventi di bonifica e gestione dell’amianto.