Save Gaza, marcia per la pace da Marzabotto a Monte Sole contro il governo di Israele
Una marcia simbolica il 15 giugno da Marzabotto a Monte Sole per chiedere pace e giustizia a Gaza, promossa dalla sindaca Valentina Cuppi e sostenuta da oltre 200 partecipanti.

A Bologna, domenica 15 giugno si terrà una marcia da Marzabotto a Monte Sole per chiedere pace e giustizia a Gaza, unendo memoria storica e impegno attuale contro la violenza sulla popolazione civile palestinese. - Unita.tv
Nel cuore del bolognese, si prepara una significativa mobilitazione per chiedere pace e giustizia a Gaza. Domenica 15 giugno è in programma una marcia dal forte valore simbolico, che partirà da Marzabotto per arrivare fino a Monte Sole, luoghi tristemente noti per l’eccidio nazista durante la seconda guerra mondiale. Questa iniziativa richiama l’attenzione sulla crisi in corso, con un appello rivolto al governo italiano e alla comunità internazionale per fermare le violenze che stanno colpendo la popolazione civile palestinese.
La genesi e i promotori della manifestazione
L’idea della marcia “Save Gaza, fermate il governo di Israele” nasce da un appello lanciato lo scorso 25 aprile. La proposta è arrivata dalla sindaca di Marzabotto, Valentina Cuppi, che ha voluto legare la protesta a un luogo simbolo della resistenza e della memoria storica italiana. La sua iniziativa è stata subito accolta e rilanciata dal Comitato regionale per le onoranze ai caduti di Marzabotto, che si è fatto promotore di una prima assemblea organizzativa.
Partecipazione e impegno
A questa assemblea hanno partecipato oltre 200 persone, tra rappresentanti istituzionali, associazioni e cittadini impegnati in prima linea per la pace. La scelta di Marzabotto e Monte Sole non è casuale: rappresentano un monito costante contro la brutalità e l’odio, elementi che gli organizzatori vedono riflessi nel tragico scenario attuale a Gaza.
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Gli obiettivi della marcia e il messaggio rivolto a Italia e comunità internazionale
L’appuntamento di giugno vuole tradurre in passi concreti la richiesta di fermare ciò che viene definito un massacro di civili, paragonato dagli organizzatori a una forma di genocidio. L’intento è sollecitare il governo italiano affinché usi ogni mezzo politico, diplomatico ed economico per interrompere immediatamente le violenze.
La marcia si propone di sensibilizzare anche la comunità internazionale, affinché si eserciti pressione sulle parti in causa per smettere di usare le armi. Il richiamo è a un intervento deciso, capace di spegnere il conflitto nella regione palestinese. Nel messaggio degli organizzatori, la fine del sangue deve uscire dal piano delle parole e tradursi in azioni concrete, per proteggere le vite umane innocenti.
Il significato simbolico di Marzabotto e Monte Sole nella protesta
Marzabotto e Monte Sole non sono solo punti di partenza e arrivo di questa marcia: rappresentano un richiamo potente alla memoria storica. Qui, tra il 1944 e il 1945, l’esercito nazista causò massacri che colpirono duramente la popolazione civile, lasciando ferite profonde nella storia italiana.
Un parallelo con Gaza
Gli organizzatori vedono in questi luoghi un parallelo con quanto accade a Gaza, dove la violenza colpisce donne, uomini e bambini senza distinzioni. La scelta di ambientare la manifestazione in questo contesto racconta una volontà di ricordare le vittime del passato per evitare che tragedie simili si ripetano, oggi in un teatro geopolitico diverso ma ugualmente drammatico.
Questa connessione rinforza l’urgenza dell’appello alla pace, mettendo in evidenza il prezzo umano pagato da chi è coinvolto nei conflitti bellici. La marcia diventa testimonianza di un rifiuto netto della violenza e di una richiesta di rispetto per la dignità umana nelle zone di guerra.
Le reazioni e il clima sociale attorno all’evento
La mobilitazione ha suscitato interesse e partecipazione in Emilia-Romagna e oltre i confini regionali. La presenza di oltre duecento persone già coinvolte nell’organizzazione segnala un clima di attenzione e impegno concreto verso le questioni legate a Gaza.
Sindaci, associazioni per i diritti umani e gruppi pacifisti si sono schierati con la manifestazione, alcuni esprimendo preoccupazione per l’escalation delle violenze in Medio Oriente. La marcia vuole superare le divisioni politiche locali, puntando a un messaggio comune condiviso da più realtà.
Si registra anche un dialogo acceso con le istituzioni nazionali, chiamate a rispondere alle sollecitazioni di pace arriva da territori intrisi di memoria storica. L’evento si colloca in un momento delicato, con una crisi umanitaria che tiene alta l’attenzione sui media e nell’opinione pubblica internazionale.
Un momento di impegno pubblico
Le reazioni indicano come questa mobilitazione sia più di una semplice manifestazione, ma un momento di impegno condiviso su valori fondamentali.
Aspetti logistici della manifestazione del 15 giugno
La marcia partirà nella mattina di domenica 15 giugno dal centro di Marzabotto, per snodarsi lungo un percorso che toccherà punti simbolici del territorio pedemontano. L’arrivo a Monte Sole è previsto nel pomeriggio, con momenti di commemorazione e interventi pubblici.
Sarà allestito un punto di raccolta per chi vorrà contribuire con donazioni o supporto materiale ai civili di Gaza. La sicurezza sarà garantita dalle autorità locali, in collaborazione con organizzatori e forze dell’ordine, per non compromettere l’integrità dei partecipanti.
L’invito è rivolto a cittadini, associazioni e istituzioni che intendono esprimere solidarietà con la popolazione palestinese, attraverso una manifestazione pacifica e senza striscioni o simboli che possano creare divisioni. L’obiettivo resta uniti nel richiamo a una tregua duratura e al rispetto dei diritti umani.