Un’imbarcazione di lusso battente bandiera extra Ue, del valore di 1,5 milioni di euro, è stata sequestrata a giugno dai funzionari dell’Ufficio delle Dogane di Cagliari insieme ai militari del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza. Il sequestro rientra in un’operazione mirata a contrastare l’evasione fiscale legata alle normative doganali. Dopo aver ricevuto il provvedimento, il proprietario ha saldato 200mila euro per regolarizzare la propria posizione, comprensivi di tasse arretrate e sanzioni.
Sequestro dello yacht per permanenza oltre i limiti nelle acque dell’Unione Europea
L’imbarcazione di lusso è stata bloccata perché aveva superato il periodo consentito di permanenza nelle acque europee previsto dal regime doganale. Questo sistema consente ai natanti battenti bandiera non comunitaria di restare temporaneamente nell’Unione Europea senza pagare i diritti di confine, a patto che rispettino una durata massima di permanenza. Nel caso specifico, l’imbarcazione aveva oltrepassato tali limiti, compromettendo la possibilità di usufruire dell’esenzione fiscale.
Il controllo e il successivo sequestro sono avvenuti durante un’attività congiunta delle autorità doganali e della Guardia di Finanza di Cagliari, con l’obiettivo di monitorare il rispetto delle normative anti-evasione. Questo intervento riflette una crescente attenzione alle procedure doganali legate agli yacht e imbarcazioni di valore, per garantire il corretto versamento dei tributi dovuti e impedire abusi del regime di ammissione temporanea.
Il pagamento di tasse e sanzioni per regolarizzare la posizione fiscale
Dopo il sequestro e le verifiche condotte sulle modalità di importazione, il proprietario dello yacht ha provveduto a completare la procedura per l’importazione definitiva dell’imbarcazione. Questo ha comportato il pagamento delle tasse doganali arretrate non versate in precedenza e l’applicazione delle sanzioni previste dalla legge per chi supera i termini di permanenza senza regolarizzare la propria posizione.
L’importo totale versato, pari a circa 200mila euro, comprende dunque sia gli oneri fiscali dovuti sia le penalità amministrative per la violazione delle tempistiche previste dal regime temporaneo. Il pagamento ha permesso al proprietario di sanare le irregolarità e ottenere la liberazione dello yacht, ristabilendo condizioni di conformità rispetto alle norme doganali.
Questo caso evidenzia la linea operativa delle autorità italiane nel contrastare tentativi di elusione fiscale, specie in relazione ai beni di alto valore come le imbarcazioni di lusso. Le verifiche sui tempi di permanenza e le relative sanzioni rappresentano strumenti concreti per assicurare il rispetto delle disposizioni doganali e tutelare le entrate erariali nazionali.
Ultimo aggiornamento il 29 Luglio 2025 da Davide Galli