L’annuncio del presidente Trump riguardo l’introduzione di dazi al 30% sulle merci europee ha acceso preoccupazioni nel comparto agroalimentare della Sardegna, in particolare per il Pecorino Romano destinato agli Stati Uniti. Coldiretti Sardegna invita a non farsi prendere dal panico e sottolinea la necessità di una reazione coordinata che coinvolga tutti gli attori della filiera produttiva e commerciale.
le conseguenze economiche dei nuovi dazi sul pecorino romano
Il rischio principale evidenziato riguarda l’aumento dei costi legati all’export verso gli Stati Uniti, uno dei mercati più importanti per il Pecorino Romano prodotto in Sardegna. Con l’imposizione del 30% sui prodotti europei, sommata alle variazioni sfavorevoli del cambio euro/dollaro, i prezzi alla vendita potrebbero crescere oltre il 40%. Questo aumento potrebbe portare diversi operatori a ridurre i margini o addirittura abbassare il prezzo finale pur di mantenere quote di mercato. Una dinamica che minaccia la stabilità economica dell’intera catena produttiva, dai pastori fino ai distributori.
un danno serio per l’economia regionale
Questo possibile calo dei prezzi alla fonte rappresenterebbe un danno serio non solo per chi produce ma anche per tutta l’economia regionale legata al settore agroalimentare. La filiera del Pecorino Romano è fortemente radicata negli scambi commerciali con gli Stati Uniti e oggi non esistono prodotti sostitutivi immediati sul mercato americano. Un indebolimento delle esportazioni potrebbe quindi avere ripercussioni anche sulla bilancia commerciale locale.
la richiesta di coldiretti sardegna: unità e strategie condivise
Di fronte a questa situazione Coldiretti Sardegna mette in guardia contro reazioni emotive o affrettate decisioni individuali che rischiano solo di aggravare la crisi. Il presidente Battista Cualbu e il direttore Luca Saba chiedono alla Regione Sardegna di convocare con urgenza un tavolo tecnico che coinvolga tutti i soggetti interessati: produttori della filiera del Pecorino Romano, istituti bancari e associazioni di categoria.
un tavolo tecnico per soluzioni condivise
L’obiettivo è costruire insieme soluzioni concrete ed efficaci, evitando risposte frammentate o contraddittorie. Serve una strategia comune capace sia di proteggere i produttori sia garantire stabilità sui mercati internazionali senza scatenare una corsa al ribasso nei listini che danneggerebbe tutti gli anelli della catena commerciale.
Coldiretti sottolinea inoltre come esistano già strumenti utili sul territorio sardo come il Pegno rotativo per lo stoccaggio delle merci o specifiche misure rivolte alle categorie più vulnerabili come quella degli indigenti. Per farli funzionare occorre però mettere in campo decisioni coordinate dove ogni attore faccia la propria parte rispettando ruoli e competenze.
le possibili ricadute sulla filiera agroalimentare isolana
Il comparto agroalimentare sardo si trova davanti a uno scenario complesso dove fattori esterni influenzano direttamente redditi e occupazione locali. L’imposizione dei dazi rischia infatti non solo un aumento diretto dei costi ma anche effetti indiretti dovuti all’insicurezza generata tra operatori commerciali ed esportatori.
effetti sul settore pastorale
In caso si verificasse una diminuzione delle vendite verso gli USA o uno spostamento su altri mercati meno remunerativi, ci sarebbero ripercussioni immediate sulle aziende agricole soprattutto quelle dedite all’allevamento ovino necessario alla produzione del Pecorino Romano autentico riconosciuto anche dalla denominazione DOP .
Questa situazione richiede dunque interventi tempestivi affinché si evitino tensioni sociali e perdite economiche significative nel settore pastorale isolano, storico motore dell’economia rurale regionale. Nonostante le difficoltà rimane fondamentale conservare rapporti consolidati con partner internazionali puntando su qualità certificata e trasparenza nelle operazioni commerciali per salvaguardare le produzioni tipiche regionali e tutelare l’identità culturale associata viamente ad esse.