Un soccorritore del 118 è stato freddato in un agguato nel cuore di Buddusò, paese nel nord est Sardegna. L’uomo, raggiunto da diversi colpi di pistola all’interno della sede dell’associazione Intervol, non ce l’ha fatta. Le forze dell’ordine indagano su tutte le ipotesi, anche quella di una vendetta personale. È una vicenda che scuote la comunità locale e accende i riflettori sulla situazione di sicurezza nelle piccole realtà isolane.
Omicidio a Buddusò dentro la sede dell’associazione di soccorso
Erano circa le 23 di una sera di pochi giorni fa quando si è consumata la tragedia. Un uomo si è presentato al primo piano di un edificio privato, in via Pietro Nenni angolo via Ugo La Malfa, dove ha sede l’associazione di volontariato Intervol, un gruppo di soccorritori del 118. Ha chiamato ad alta voce Marco Pusceddu per poi sparare senza esitazione con una pistola di piccolo calibro, di cui ancora non si conosce con certezza il modello né si è ritrovata.
La vittima è caduta a terra in un lago di sangue. I colleghi presenti hanno lanciato l’allarme ed hanno cercato di prestargli soccorso, chiamando i numeri d’emergenza. Purtroppo, nonostante il rapido intervento, Pusceddu non è riuscito a sopravvivere. È stato raggiunto da almeno cinque proiettili, soprattutto al volto e al petto. Sul posto sono arrivati i carabinieri e i soccorritori che hanno certificato la morte. Testimoni hanno riferito di aver sentito fino a cinque spari, seguiti dal rumore di un’auto che si è allontanata velocemente dalla zona.
La vita di Marco Pusceddu e i sospetti sul passato recente
Marco Pusceddu aveva 51 anni, compirà gli anni a dicembre, e proveniva da Portoscuso, nel sud Sardegna. Da qualche mese aveva accettato di lavorare nella nuova sede a Buddusò per l’associazione Intervol, spostandosi tra i due paesi con regolarità. Non era molto conosciuto nella cittadina del Monte Acuto, dove svolgeva la sua attività di soccorritore con passione. I colleghi lo descrivono come una persona allegra e tranquilla, con una vita privata apparentemente senza problemi. Aveva terminato da tempo una relazione sentimentale che, secondo chi lo conosceva, non aveva lasciato strascichi o tensioni.
Qualche mese prima dell’omicidio, Pusceddu era stato vittima di una violenta aggressione a pochi chilometri da Buddusò. Era stato trovato privo di sensi in una piazzola di sosta, con una ferita grave alla testa. Riaperto gli occhi all’ospedale, non riuscì a spiegare chi o cosa lo avesse colpito. Questa aggressione, su cui indagano ancora i carabinieri di Ozieri, si sospetta possa essere collegata al delitto. Gli inquirenti scavano dunque nel passato recente di Pusceddu per trovare possibili motivi o nemici.
Le indagini coordinate dalla procura di Sassari e i rilievi degli investigatori
Dalle ore successive al fatto, la Procura di Sassari ha attivato una serie di verifiche affidate alla pm Elisa Succu. In campo ci sono gli investigatori dell’Arma della compagnia di Ozieri, diretti dal maggiore Gabriele Tronca, e gli uomini del nucleo investigativo provinciale. L’autopsia sul corpo di Pusceddu è stata già disposta per capire esattamente dinamica e cause della morte. Gli inquirenti continuano a interrogare i colleghi e i testimoni che si trovavano nella sede quell’ora per raccogliere una descrizione precisa del killer.
L’omicidio è avvenuto in un luogo privo di telecamere interne e non sono ancora emersi filmati utili dai sistemi di sorveglianza della zona, anche se alcune telecamere poste nei pressi potrebbero dare indizi. Si rimane in attesa delle registrazioni per avere un volto dell’assassino. Il killer sembra aver agito con calma e conoscenza del luogo. Appena sparati i colpi, si è dileguato probabilmente a piedi verso un’auto che lo attendeva poco distante, forse con un complice pronto a fuggire insieme.
La reazione di Buddusò e la ricerca della verità su un omicidio senza precedenti
Buddusò, una comunità spesso lontana da fatti di sangue, è sotto choc per l’accaduto. L’uomo ucciso rappresentava un volto nuovo, ma simile a tanti altri volontari del territorio che dedicano il proprio tempo all’aiuto degli altri. Nel paese si parla di quello che è accaduto con incredulità e preoccupazione. La caccia all’assassino prosegue senza sosta mentre la magistratura cerca di escludere o confermare ogni possibile pista.
Tutti i dettagli, dai frammenti di testimonianze alla mappa dei movimenti di Pusceddu, vengono attentamente vagliati. Ogni elemento può rivelarsi decisivo per risalire al movente ed eventualmente alle cause che hanno portato a questo omicidio. Nell’attesa di novità, la certezza è che questa tragedia ha rotto la quiete di un paese abituato a vivere lontano dalla cronaca nera.
L’inchiesta resta aperta, con le lunghe mani degli investigatori tese verso la verità sulle ultime ore di un uomo che faceva il soccorritore con impegno in Sardegna.
Ultimo aggiornamento il 8 Agosto 2025 da Rosanna Ricci