A Cagliari le forze dell’ordine hanno fermato un uomo egiziano, latitante da anni e ricercato in diversi Paesi europei per un vasto traffico di droga. L’operazione, guidata dalle autorità locali, ha messo in luce legami con un maxi carico di hashish trasportato via mare dalla Spagna. L’arresto è scattato a bordo di un peschereccio, dove l’uomo lavorava fingendo di far parte dell’equipaggio.
La cattura al porto di Cagliari dopo anni di latitanza
Lunedì scorso, nel porto di Cagliari, la polizia ha fermato un latitante egiziano nascosto tra l’equipaggio di un peschereccio ormeggiato. L’uomo era ricercato da tempo grazie a un mandato di arresto europeo, ma era riuscito a sfuggire alle forze dell’ordine spostandosi tra vari Paesi. A segnalarne la presenza è stato l’ufficio immigrazione della Questura di Cagliari, che durante controlli di routine ha rilevato i suoi dati nel sistema informatico Schengen.
Le informazioni raccolte sono state subito girate alla Sezione Criminalità Diffusa e Straniera della Squadra Mobile, che ha avviato accertamenti sul peschereccio sospetto nel porto sardo. È stato così possibile riconoscere l’uomo. A sorpresa, il latitante non solo si nascondeva, ma lavorava davvero come membro dell’equipaggio, probabilmente per coprire la sua vera identità.
Il fatto che l’arresto sia avvenuto proprio in porto è stato decisivo. Molte organizzazioni criminali usano le rotte marittime per spostare merci illegali. La presenza costante del peschereccio nel porto ha permesso agli agenti di tenere d’occhio i movimenti e intervenire al momento giusto.
Mandato europeo e accuse per traffico di hashish
Il fermo è legato a un mandato europeo emesso dalle autorità spagnole, che indicano l’uomo come parte di una rete criminale coinvolta nel 2013 nel tentativo di trasportare via mare 16 tonnellate di hashish dal Marocco alla Spagna. Un maxi carico che rappresenta uno dei casi più importanti degli ultimi anni per il traffico di droga nel Mediterraneo.
La polizia ha confermato l’identità del latitante grazie al confronto delle impronte digitali, un metodo che ha escluso qualsiasi dubbio. Le indagini erano internazionali e frutto della collaborazione tra diversi Paesi europei.
Le autorità spagnole hanno comunicato che l’uomo deve scontare ancora sei anni e due mesi di carcere. La condanna, definitiva, arriva dopo un lungo processo che ha riconosciuto il suo ruolo centrale nella grande operazione di traffico.
Collaborazione Europea decisiva per l’arresto a Cagliari
L’arresto dimostra quanto sia efficace lo scambio di informazioni tra le forze di polizia europee. Il sistema Schengen è stato fondamentale per intercettare un uomo che altrimenti sarebbe rimasto nascosto.
La Questura di Cagliari ha ricevuto il ringraziamento ufficiale dalle autorità spagnole per il contributo dato all’individuazione e al fermo del latitante. La vicenda conferma quanto sia importante la collaborazione internazionale contro la criminalità che supera i confini.
Ora l’uomo si trova nel carcere di Uta, dove inizierà a scontare la pena. La sua cattura chiude una storia iniziata più di dieci anni fa, quando quel traffico di hashish fu fermato o almeno rallentato. Nonostante i tentativi di sfuggire alla giustizia, la rete è stata smantellata. Un caso che ricorda quanto sia necessario mantenere alta la guardia sulle rotte marittime e nei porti, spesso usati per attività illecite di ogni tipo.
Ultimo aggiornamento il 26 Luglio 2025 da Andrea Ricci
