Il ministero della Difesa ha deciso: niente impianti fotovoltaici sul colle Sant’Ignazio, a Sant’Elia, Cagliari. L’area militare è stata esclusa dal bando Energia 5.0, che puntava a installare parchi solari su terreni militari. Una scelta arrivata dopo la pressione delle istituzioni locali, che chiedevano di rispettare l’accordo Stato-Regione del 2008. Quel patto prevedeva il ritorno di quei terreni alla Sardegna. A confermare la notizia è stato Piero Comandini, presidente del Consiglio regionale, che ha letto la lettera ufficiale inviata dal ministro Guido Crosetto. Un risultato ottenuto grazie al lavoro congiunto di enti regionali e comunali.
Ministero Della Difesa: il colle Sant’Ignazio fuori dal bando Energia 5.0
Il 2 luglio scorso, Piero Comandini ha scritto al ministro Guido Crosetto per chiedere l’esclusione dei 37 ettari del colle Sant’Ignazio dal bando Energia 5.0, promosso dall’Agenzia Difesa Servizi. La risposta non si è fatta attendere: il ministro ha confermato ufficialmente che quell’area non sarà utilizzata per i nuovi impianti fotovoltaici.
Il colle, parte di un complesso militare dismesso o comunque vincolato, rientra nell’accordo Stato-Regione firmato nel 2008. In quell’intesa si stabiliva che i terreni sarebbero tornati sotto il controllo delle autorità locali sarde. Nella lettera, il ministero sottolinea che non si procederà con progetti energetici che potrebbero stravolgere quell’area.
Dopo mesi di confronti e pressioni coordinate tra enti locali e regionali, si chiude così una lunga battaglia. Le istituzioni hanno ribadito il loro diritto a proteggere l’area da interventi energetici non graditi. Il ministero, con questa comunicazione, riconosce l’importanza di rispettare gli accordi e le esigenze del territorio.
Le istituzioni locali festeggiano: “Una vittoria per Sant’Elia”
La notizia è stata accolta con soddisfazione dalle istituzioni locali e dal Consiglio regionale. Comandini ha sottolineato come questo traguardo sia frutto del lavoro congiunto tra Comune di Cagliari, consiglio regionale e altri enti. Ha ricordato anche il ruolo del sindaco e delle realtà territoriali coinvolte.
Secondo Comandini, la decisione del ministero rispecchia lo spirito della richiesta avanzata nei mesi scorsi: restituire quei terreni alla Sardegna, come previsto dall’accordo di quindici anni fa. La convergenza tra istituzioni ha portato a una risposta ufficiale che evita la costruzione di impianti energetici su un’area delicata per il capoluogo sardo.
Anche Paolo Truzzu, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, ha commentato positivamente. Ha ricordato come l’esclusione di Sant’Elia fosse attesa, vista l’importanza ambientale e storica del sito. Truzzu ha definito rassicurante l’intervento del ministro Crosetto e ha evidenziato l’impegno politico necessario per difendere non solo questa zona, ma tutte le aree di pregio della Sardegna.
Questa decisione manda un messaggio chiaro: il governo nazionale ascolta le richieste delle istituzioni locali quando si tratta di proteggere territori di valore storico e ambientale.
Cosa cambia per il futuro di Sant’Elia e il suo territorio
L’esclusione del colle Sant’Ignazio dal progetto Energia 5.0 apre scenari diversi per il futuro di quei terreni militari. Rimangono validi gli impegni presi nel 2008, che puntano a restituire queste aree alla comunità sarda per usi civili, culturali o compatibili con il contesto urbano.
Evitare i grandi impianti fotovoltaici in questa zona significa preservare il paesaggio e il valore ambientale di un sito sopraelevato e vicino al centro di Cagliari. Il colle resta così un’area da proteggere, non un luogo destinato a infrastrutture industriali.
Il messaggio del ministero va oltre la semplice decisione tecnica: è un richiamo a rispettare gli accordi firmati anni fa e a considerare le specificità del territorio senza imporre scelte dall’alto. Allo stesso tempo, lascia aperta la porta a soluzioni alternative, più compatibili e condivise con le esigenze locali.
Ora le amministrazioni regionali e comunali vedono in questa svolta un punto di partenza. L’obiettivo è definire insieme un futuro per il colle che valorizzi la fruizione pubblica, la tutela storica e paesaggistica, evitando nuovi consumi di suolo per impianti energetici pesanti.
La decisione del ministero della Difesa segna dunque una tappa importante nel rapporto tra Stato e Sardegna. Dimostra la possibilità di gestire con attenzione aree delicate, senza perdere pezzi dell’identità di Cagliari e dell’intera regione.
Ultimo aggiornamento il 29 Luglio 2025 da Andrea Ricci