Tra le antiche pietre di Tharros, a Cabras, Max Gazzè ha trasformato un sito archeologico in un palcoscenico vivo, dove musica e storia si sono intrecciate davanti a migliaia di spettatori. L’evento, parte della rassegna “I Giganti dell’Arte” promossa dalla Fondazione Mont’e Prama, ha acceso il cuore della Sardegna con un abbraccio sonoro che ha unito passato e presente. Sul palco, il musicista romano accompagnato dall’Orchestra Jazz della Sardegna ha regalato una serata indimenticabile.
Tharros, quando la storia diventa musica
Max Gazzè ha raccontato Tharros come un luogo carico di un’energia speciale, intrisa delle leggende dei Giganti e di secoli di memoria. Le rovine hanno fatto da sfondo a un concerto dal fascino unico, che ha ampliato l’esperienza degli spettatori ben oltre la musica. Il legame con la Sardegna è emerso chiaro dalle parole del cantautore, che ha raccontato come questo territorio nutra e ispiri il suo lavoro. Il concerto si è svolto all’aperto, tra le vestigia di una città che parla attraverso la pietra e la sua storia millenaria.
Non solo la platea sugli spalti ha goduto dello spettacolo: decine di yacht e barche hanno popolato le acque di fronte a Cabras, offrendo ai presenti un punto di vista diverso e suggestivo. Le note di Gazzè si sono fuse con il rumore del mare e il silenzio imponente delle rovine, creando un’atmosfera magica e coinvolgente.
Jazz e pop si incontrano sul palco
Il concerto è partito sotto la guida di Gavino Mele, con gli arrangiamenti di Gabriele Comeglio che hanno dato nuova vita ai brani di Gazzè. Il risultato è stato un mix elegante tra jazz e pop, capace di sorprendere. Il pubblico ha viaggiato dall’energia di “Vento d’estate” all’intimità di “Mentre dormi” e “Sotto casa”. Non sono mancati applausi per i grandi successi come “Cara Valentina” e “Una musica può fare”, ma anche per i pezzi più recenti come “Ti sembra normale” e “Così come mi viene”.
L’Orchestra Jazz della Sardegna e Gazzè hanno costruito insieme momenti di grande intensità. Il direttore Mele ha saputo valorizzare ogni sfumatura, regalando un concerto di oltre cento minuti ricco di emozioni e innovazione.
Mont’E Prama, una stagione che fa centro
Anthony Muroni, presidente della Fondazione Mont’e Prama, ha definito il concerto di Max Gazzè come il capitolo finale di una trilogia musicale dedicata ai grandi nomi della musica pop italiana. Dopo Gabbani e Tiromancino, questo sold out conferma il successo di una stagione che ha portato migliaia di persone a scoprire luoghi storici della Sardegna attraverso eventi di qualità. L’obiettivo è chiaro: non solo musica, ma anche valorizzazione di spazi ricchi di storia e legati alla comunità locale.
Il progetto Mont’e Prama si conferma così un’occasione per far emergere territori meno noti, trasformandoli in centri culturali vivi. Il Sinis diventa così un punto di riferimento, dove arte e spettacolo si incontrano in scenari carichi di memoria.
Tra fan emozionati e nuovi appuntamenti
Quando il concerto si è concluso, Max Gazzè ha incontrato alcuni fan, tra cui una ragazza di quattordici anni di San Gavino, che gli ha chiesto un autografo su un cartellone realizzato da lei con disegni e parole di ammirazione. Un momento semplice, ma che ha reso palpabile il rapporto tra artista e pubblico, fatto di emozioni e gratitudine.
Ma non è finita qui. Il giorno dopo, venerdì 18 luglio 2025, il Teatro di Tharros ospiterà la prima nazionale dello spettacolo “Ritratti”, firmato dalla Compagnia Mvula Sungani Physical Dance, nell’ambito del Festival Multidisciplinare Sardegna – Danza. Un altro tassello che arricchisce l’offerta culturale del territorio, puntando su forme espressive diverse e innovative.
Ultimo aggiornamento il 17 Luglio 2025 da Giulia Rinaldi