L’italia ha presentato ufficialmente la candidatura delle domus de janas, tombe scavate nella roccia risalenti al periodo prenuragico della sardegna, per entrare nella lista del patrimonio mondiale dell’umanità. La proposta è stata annunciata a parigi durante la 47ª sessione del comitato del patrimonio mondiale unesco, che si tiene dal 6 al 16 luglio. Questo riconoscimento potrebbe valorizzare ulteriormente un sito archeologico di grande rilievo storico e culturale.
Il ruolo dell’ambasciatore liborio stellino alla sessione unesco di parigi
Il rappresentante permanente d’italia all’Unesco, l’ambasciatore Liborio Stellino, ha illustrato davanti ai membri del comitato l’importanza di includere siti ancora poco rappresentati nella lista mondiale. Il comitato è formato da delegati di 21 paesi scelti tra i 196 firmatari della convenzione sulla protezione dei patrimoni culturali e naturali stipulata nel 1972. Stellino ha evidenziato come l’inclusione delle domus de janas possa contribuire a rendere più equilibrata la distribuzione geografica dei siti riconosciuti dall’Unesco.
Durante il suo intervento ha ricordato anche il sostegno italiano alle iniziative africane per la conservazione dei beni culturali attraverso un contributo da sei milioni di euro destinati all’Iccrom . Tra queste iniziative c’è anche un programma formativo rivolto ai professionisti africani nel campo della tutela del patrimonio storico-artistico promosso dalla Scuola nazionale del patrimonio insieme all’Iccrom.
In questa sessione sono state valutate trenta nuove candidature: ventiquattro riguardano siti culturali, cinque naturali e uno misto. La candidatura italiana si inserisce in questo contesto internazionale con una proposta che punta a far emergere una parte significativa della storia preistorica europea.
Le caratteristiche storiche e archeologiche delle domus de janas
Le domus de janas sono tombe ipogeiche scavate direttamente nelle rocce calcaree tipiche dell’isola sarda. Risalgono al periodo prenuragico che va dal neolitico medio fino all’età del rame e agli inizi dell’età del bronzo . Questi monumenti funerari mostrano tecniche costruttive avanzate per quell’epoca ed esprimono legami profondi tra uomo, natura e spiritualità.
L’ambasciatore Stellino ha sottolineato come questa candidatura metta in luce non solo gli aspetti archeologici ma anche lo stretto rapporto tra cultura locale e ambiente naturale circostante. Le domus rappresentano testimonianze tangibili di antichi rituali funebri ma anche esempi significativi dello sviluppo sociale nelle comunità prenuragiche sarde.
Questo sito seriale comprende ventisei beni sparsi su tutto il territorio regionale che raccontano una storia lunga migliaia d’anni ed esprimono valori universali sotto diversi punti di vista: artistici, antropologici ed etnologici. Il loro inserimento nell’elenco Unesco potrebbe favorire studi approfonditi oltre alla promozione turistica sostenibile sul territorio isolano.
Impegno economico della regione sardegna per valorizzare le domus de janas
La giunta regionale sarda ha stanziato quindici milioni di euro destinati alla tutela e valorizzazione delle domus de janas attraverso fondi provenienti dal Fondo sviluppo coesione . L’assessora ai beni culturali Ilaria Portas ha spiegato che questi fondi serviranno soprattutto a mettere in sicurezza i siti interessati dalla candidatura Unesco migliorandone accessibilità pubblica fruibilità complessiva con interventi mirati su restauro strutturale riqualificazione urbana paesaggistica.
Gli investimenti puntano inoltre ad accrescere l’impatto socioeconomico nei territori coinvolti trasformando questi monumenti in attrattori capaci d’influenzare positivamente lo sviluppo locale grazie al turismo culturale controllato. L’assessora Portas evidenzia come numerosi esperti lavorino già da tempo alla salvaguardia degli elementi architettonici dalle minacce causate dall’usura naturale o da fattori ambientali esterni quali agenti atmosferici o vegetazione invasiva.
Il progetto include enti locali chiamati ad attuare misure concrete volte non solo a preservare ma pure a potenziare valore storico-culturale delle singole aree dove sorgono le diverse domus presenti nell’isola; si tratta quindi d’interventi indispensabili affinché tali reperti continuino ad essere tramandati alle generazioni future senza perdere integrità né autenticità storica.