Sono circa 350 i lavoratori in mobilità in deroga, nelle aree di crisi di Porto Torres e Portovesme, che dal primo gennaio 2025 non ricevono più le loro indennità mensili. Parliamo di circa 450 euro al mese, un sostegno indispensabile che è rimasto bloccato. I sindacati Fiom, Fsm e Uilm hanno denunciato la situazione e annunciano mobilitazioni a partire dal 4 agosto. Al centro del problema, un guasto tecnico tra i sistemi informatici della Regione Sardegna e dell’Inps, che frena lo sblocco delle pratiche.
Soldi Fermi da mesi: la crisi dei lavoratori sardi in mobilità
Il problema riguarda i lavoratori delle aree industriali più fragili della Sardegna, come Porto Torres e Portovesme, zone già segnate da crisi economiche e riconosciute come “aree di crisi complessa”. Da più di sette mesi, queste persone non vedono arrivare i soldi a cui hanno diritto. Ogni mese, in media, si tratta di circa 450 euro, una cifra che in questo momento fa davvero la differenza.
Questi pagamenti sono un aiuto concreto, fondamentale per non restare senza reddito in una fase di passaggio delicata. Senza questo sostegno, crescono le tensioni sociali e la preoccupazione dei sindacati. In tutto, si parla di almeno sette mensilità arretrate, una somma che pesa molto, non solo sul piano economico ma anche su quello umano e familiare.
Il nodo tecnico: perché Regione e Inps non si parlano
Il ritardo non nasce da errori nelle domande o nei mandati di pagamento. La Regione Sardegna ha inviato tutto all’Inps, che però non può procedere con i pagamenti. Il motivo? I due sistemi informatici non comunicano tra loro. Mancando questa interfaccia, la macchina si è inceppata e ha bloccato tutta la procedura.
Questo problema tecnico è un vero e proprio blocco burocratico. Anche se la Regione ha fatto la sua parte, senza uno scambio corretto di dati con l’Inps, i soldi non arrivano ai lavoratori. È un chiaro segnale delle difficoltà che ancora incontra la digitalizzazione nella pubblica amministrazione, con conseguenze pesanti sulle persone più vulnerabili.
Sindacati sul piede di guerra: mobilitazioni dal 4 agosto
Fiom, Fsm e Uilm hanno preso posizione con forza. Hanno ribadito che i lavoratori non hanno colpe, così come i rappresentanti sindacali. Chiedono un intervento immediato delle istituzioni per sbloccare la situazione e far partire i pagamenti.
Per farsi sentire, i sindacati annunciano proteste dal 4 agosto. Dopo settimane di richieste e solleciti rimasti senza risposta, questa sarà la mossa per attirare l’attenzione delle autorità. Le organizzazioni denunciano un ritardo che definiscono “una vergogna” per il 2025.
Ribadiscono anche la necessità di semplificare le procedure e migliorare il dialogo tra enti, per evitare che problemi tecnici blocchino aiuti vitali. Il caso di Porto Torres e Portovesme è un campanello d’allarme sullo stato della digitalizzazione nella pubblica amministrazione e sui tempi di risposta alle emergenze sociali.
Questa vicenda mostra come una difficoltà tecnica possa trasformarsi in una vera e propria crisi per i lavoratori. Ora l’attenzione è tutta sul superamento rapido di questo blocco, con la speranza che le mobilitazioni spingano a migliorare procedure simili in tutta Italia.
Ultimo aggiornamento il 1 Agosto 2025 da Elisa Romano