Focolaio Di West Nile nel Campidano: nove casi umani confermati e interventi sanitari in atto a Oristano

West Nile nel Campidano, nove casi confermati e misure a Oristano. - Unita.tv

Elisa Romano

26 Agosto 2025

La provincia di Oristano sta affrontando un aumento significativo di infezioni da virus West Nile durante il 2025, con nove casi umani confermati fino ad ora. L’area del Campidano, zona pianeggiante e agricola della regione, si trova al centro di questo focolaio. Le autorità sanitarie hanno adottato misure immediate per contenere l’epidemia e tutelare la popolazione, mentre i pazienti colpiti sono in cura specializzata all’ospedale San Martino di Oristano.

Casi recenti di febbre del Nilo nel campidano e caratteristiche dei pazienti coinvolti

Il nuovo caso riguarda un uomo di sessantaquattro anni residente nel Campidano di Oristano che è risultato positivo al virus West Nile. Questa infezione rappresenta il nono contagio umano registrato nella provincia di Oristano nell’anno corrente. Le prime manifestazioni cliniche hanno indotto il ricovero del paziente nel reparto di Neurologia dell’ospedale San Martino, dove medici specializzati monitorano costantemente le sue condizioni. Al momento, le sue condizioni sono state valutate come buone, un segno positivo viste le potenziali complicazioni legate al virus.

Risultati dei test delle settimane precedenti mostrano che la maggioranza degli altri otto soggetti contagiati sono persone anziane: tre ultrasettantenni, tre ultrasessantacinquenni, un ultraquarantenne e un ultranovantenne. Fra questi otto pazienti, sei rimangono ricoverati in vari ospedali della zona, mentre due sono stati dimessi dopo la fase acuta e hanno potuto tornare alle loro abitazioni. La fascia d’età più colpita conferma la maggiore vulnerabilità degli anziani alle forme più serie della malattia, in linea con quanto riscontrato in altri focolai del virus.

Misure sanitarie e interventi di disinfestazione per contenere la diffusione del virus

Subito dopo la diagnosi di positività del sessantaquattrenne, il dipartimento regionale di Igiene e Prevenzione sanitaria ha messo in moto le procedure previste per i casi di febbre del Nilo. È stata avviata un’indagine epidemiologica finalizzata ad individuare eventuali contatti e circoscrivere l’area a rischio. Parallelamente è stata programmata una disinfestazione mirata nel raggio di 200 metri intorno all’abitazione del paziente.

Questi interventi puntano a eliminare le zanzare vettori del virus, dato che la trasmissione avviene principalmente attraverso la puntura di insetti infetti. La regione del Campidano, caratterizzata da aree con potenziali ristagni d’acqua, rappresenta un ambiente favorevole alla proliferazione dei vettori del West Nile. La prevenzione prende quindi anche la forma di azioni sul territorio per ridurre tali ristagni e impedire che ulteriori zanzare trasmettano il virus ad altre persone.

Non esistono vaccini o terapie antivirali specifiche contro questo virus, perciò la strategia sanitaria si basa principalmente sulla prevenzione tramite misure ambientali e sanitaria e sul trattamento dei casi già conclamati per le complicanze emergenti. Le autorità sanitarie insistono sull’importanza di proteggersi dalle punture di insetto soprattutto nelle ore serali e notturne, quando la probabilità di contagio aumenta.

L’ospedale San Martino Di Oristano e la gestione clinica dei pazienti con west nile

L’ospedale San Martino di Oristano rappresenta il centro di riferimento per il ricovero di pazienti con manifestazioni neurologiche legate al virus West Nile. Il virus può infatti scatenare encefaliti e altre forme di infiammazione del sistema nervoso, che necessitano di cure specialistiche e osservazione continua. Il sessantaquattrenne e altri pazienti con sintomi gravi sono accolti in reparto di Neurologia dove ricevono assistenza specializzata.

Le condizioni di diversi ricoverati sono stabili, ma la natura delle complicazioni impone un monitoraggio attento. L’ospedale fornisce supporto per gestire i sintomi a livello neurologico e per affrontare eventuali complicanze secondarie, un aspetto essenziale dato che non ci sono farmaci che agiscono direttamente contro il virus. Questa realtà ospedaliera sottolinea come il focolaio abbia assunto carattere serio e richieda risposte cliniche mirate accanto a quelle ambientali.

Il contesto oristanese evidenzia quindi una doppia sfida: prevenire ulteriori contagi sul territorio e assicurare assistenza completa a chi si ammala, spesso anziani con condizioni di salute fragile. Il sistema locale deve bilanciare queste esigenze per contenere il virus e ridurre l’impatto sociale dell’epidemia.

I nuovi casi segnalati spingono ad aumentare la vigilanza e a continuare le misure di controllo nei prossimi mesi, fino a quando la diffuzione del virus non regredirà del tutto.

Ultimo aggiornamento il 26 Agosto 2025 da Elisa Romano