La campagna per raccogliere 50mila firme necessarie a presentare una proposta di legge che garantisca risarcimenti immediati alle vittime di errori giudiziari sta procedendo molto lentamente. La proposta trae spunto dal caso di Beniamino Zuncheddu, pastore sardo che ha passato 33 anni in carcere per un triplice omicidio di cui poi è stato assolto nel gennaio 2024 a seguito di revisione processuale. La legge avrebbe lo scopo di assicurare un sostegno economico già dal momento dell’assoluzione e fino al risarcimento definitivo.
Aggiornamento sulla raccolta firme e quadro attuale della proposta
Secondo i dati ufficiali pubblicati dal Ministero della Giustizia sul portale dedicato a referendum e iniziative popolari, alla data attuale sono state raccolte appena 5.957 firme, cioè poco più dell’11% della soglia minima richiesta. Questo dato conferma la difficoltà della campagna nel raggiungere rapidamente il quorum, nonostante l’urgenza del tema e l’attenzione suscitata dal caso Zuncheddu.
La proposta di legge in questione contiene un unico articolo articolato in cinque commi. Prevede il riconoscimento di un assegno mensile che parta dall’assoluzione dell’innocente fino a quando non viene emessa la sentenza di risarcimento definitiva. Questo strumento nasce per evitare che chi ha subito un errore giudiziario si trovi in grave difficoltà economica nei lunghi tempi delle procedure risarcitorie, che possono durare anni. La lentezza del sistema giudiziario rappresenta così un ulteriore danno per le vittime.
La vicenda di Zuncheddu, assolto dopo tre decenni in carcere, ha rappresentato un esempio estremo ma significativo di come la giustizia possa sbagliare. L’iniziativa intende diventare un riferimento per tutti coloro che affrontano simili ingiustizie, indicando un percorso legislativo per riconoscere in tempi più rapidi un sostegno economico.
Appoggio politico e nuova mobilitazione nelle piazze sarde
La proposta ha ricevuto un’importante spinta politica nelle ultime ore. Il deputato sardo e coordinatore regionale di Forza Italia Pietro Pittalis ha ufficializzato il sostegno del suo partito alla legge. Questo appoggio potrebbe favorire una più ampia diffusione del progetto e contribuire a raccogliere ulteriori firme in tempi brevi.
Parallelamente, il Partito Radicale ha deciso di portare la questione nelle piazze con un tour di raccolta firme che prenderà il via proprio dalla Sardegna, partendo da San Teodoro, Budoni e Orosei, comuni del Nuorese. Lo scopo è coinvolgere direttamente i cittadini, sensibilizzarli e velocizzare la raccolta delle adesioni necessarie. La carovana è composta da figure impegnate sul fronte della giustizia e dei diritti civili, fra cui Valter Marcialis, fonico forense che ha seguito da vicino il caso Zuncheddu.
Con loro ci saranno anche le avvocate radicali Angela Furlan, Simona Giannetti, Gemma Gasponi, Anna Maria Nalisani, insieme a militanti e dirigenti del partito, che autenticheranno le firme raccolte durante il tour. Questa iniziativa mira anche a porre l’accento sul “vuoto normativo” che da tempo penalizza le vittime di errori giudiziari in Italia.
Criticità dei tempi tra assoluzione e risarcimento e necessità di una legge chiara
Un punto centrale evidenziato dagli organizzatori riguarda la durata spesso molto lunga tra la sentenza di assoluzione e quella che riconosce il risarcimento economico. In molti casi l’attesa può superare anche i dieci anni, lasciando vittime di ingiustizia senza supporto finanziario per lunghi periodi cruciali.
Questa lacuna normativa lascia scoperti i soggetti che hanno subito detenzioni ingiuste, alimentando danni sociali, economici e psicologici. La proposta legislativa punta a colmare questa falla, offrendo un contributo adeguato fin dal momento in cui viene accertata la non colpevolezza del condannato.
La campagna di raccolta firme insiste sull’urgenza di una legge “di civiltà” capace di fornire un sostegno immediato e concreto, sottraendo le vittime di errori giudiziari a una condizione di precarietà aggravata dall’attesa burocratica. Il coinvolgimento diretto in piazza dei cittadini vuole rafforzare la pressione su istituzioni e politica affinché questo obiettivo venga realizzato.
Al momento il testo della proposta resta appunto un unico articolo corredato di commi che esprimono con chiarezza la possibilità di avviare un assegno che duri fino alla definitiva liquidazione del danno. Le sollecitazioni politiche e sociali sfidano il tempo e la complessità dei processi con l’obiettivo di fornire tutela e giustizia alle persone colpite da errori giudiziari gravi come nel caso Zuncheddu.
Ultimo aggiornamento il 4 Agosto 2025 da Matteo Bernardi