Medici specializzati nel trattamento delle malattie epatiche del Policlinico Duilio Casula hanno organizzato una giornata dedicata allo screening gratuito per epatite C ed epatite B presso la mensa della Caritas di via Sant’Ignazio a Cagliari. L’iniziativa rientra nella campagna di sensibilizzazione per contrastare la diffusione di queste infezioni virali, particolarmente insidiose per la salute pubblica.
Screening Gratuito e coinvolgimento diretto alla mensa della Caritas a Cagliari
La giornata di screening si è svolta all’interno del refettorio della mensa gestita dalla Caritas Diocesana di Cagliari, con la partecipazione attiva di epatologi e specializzandi in medicina interna dell’Università degli Studi di Cagliari. I test si sono focalizzati sulla rilevazione dei virus dell’epatite C e B, patologie spesso asintomatiche che possono provocare gravi danni al fegato se non diagnosticate in tempo.
Dopo aver effettuato i controlli, i medici stessi hanno servito il pranzo ai presenti, consolidando così un rapporto di vicinanza e fiducia con la comunità locale. La collaborazione con Monsignor Marco Lai, direttore della Caritas Diocesana, ha favorito la buona riuscita dell’evento, che punta a intercettare casi nascosti di infezione oltre a informare il pubblico sui rischi correlati ai virus epatici.
L’iniziativa si è svolta in concomitanza con la giornata mondiale delle epatiti, un momento di richiamo globale che invita a riflettere sui progressi medici e le nuove sfide nel trattamento e nella prevenzione di queste malattie.
Obiettivi del progetto: scoprire infezioni nascoste e prevenire nuovi contagi
La Struttura Semplice di Malattie del Fegato dell’AOU di Cagliari, insieme al Dipartimento di Scienze Mediche e Sanità Pubblica, ha coordinato l’evento con il supporto di diversi esperti tra cui Cinzia Balestrieri, Luchino Chessa, Maria Conti, Francesco Pes e Giancarlo Serra. Secondo Luchino Chessa, epatologo coinvolto nel progetto, “lo scopo principale era scovare quei casi di infezione da HCV e HBV non ancora diagnosticati, la cosiddetta ‘sommersa’, per poter intervenire tempestivamente.”
Sensibilizzare i cittadini sulle modalità di trasmissione e sui comportamenti a rischio rappresenta un passo essenziale per prevenire nuove contaminazioni. Il progetto mira a far crescere la consapevolezza, specialmente nelle fasce più vulnerabili, e a promuovere il ricorso ai test diagnostici come strumento di tutela personale e collettiva.
L’iniziativa ha voluto inoltre valorizzare il ruolo della comunità medica locale e dei giovani medici in formazione nel proporre un modello di assistenza vicino alle esigenze della popolazione.
Il quadro globale e le strategie per minimizzare l’impatto delle epatiti entro il 2030
L’epatite rappresenta una delle principali cause di malattie epatiche croniche a livello mondiale, con conseguenze che includono cirrosi e tumori al fegato. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha fissato per il 2030 l’obiettivo di ridurre in misura significativa il numero di nuove infezioni e le morti legate a queste patologie.
Per centrare questo traguardo, è indispensabile che tutti i Paesi – Italia inclusa – adottino campagne mirate di screening e informazione sui fattori di rischio. Secondo l’epatologo Luchino Chessa, “solo un’azione combinata tra istituzioni sanitarie e operatori sul territorio può permettere di intercettare tempestivamente i pazienti infetti e garantire loro cure con farmaci antivirali efficaci.”
La lotta contro epatite B e C richiede quindi un impegno quotidiano, con test accessibili e un educazione rivolta anche ai gruppi più a rischio, per ridurre la circolazione dei virus e migliorare la salute pubblica a lungo termine.
Ultimo aggiornamento il 28 Luglio 2025 da Luca Moretti