L’annuncio di un possibile aumento dei dazi doganali da parte dell’amministrazione statunitense ha acceso preoccupazioni nel settore agroalimentare italiano, in particolare per il Pecorino Romano Dop. Il Consorzio di tutela evidenzia come l’attuale contesto commerciale e valutario stia già pesando sulle esportazioni, e un incremento delle tariffe potrebbe rallentare significativamente le vendite verso uno dei mercati più importanti.
Fonte articolo: ansa.it.
Analisi dei dazi statunitensi sul pecorino romano dop italiano e le conseguenze per l’ export nel mercato Usa
Attualmente, il Pecorino Romano Dop è soggetto a un dazio del 10% negli Stati Uniti. Questa tariffa, combinata con un cambio sfavorevole del dollaro rispetto all’euro, ha già ridotto la competitività del prodotto italiano oltreoceano. L’ipotesi di portare i dazi al 30%, come annunciato dal presidente Trump in una comunicazione alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, rappresenterebbe una sfida ancora più gravosa.
Gianni Maoddi commenta la tutela del pecorino romano dop tra Italy e Stati Uniti
Gianni Maoddi, presidente del Consorzio di tutela del Pecorino Romano Dop, sottolinea che questo aumento potrebbe provocare un rallentamento nelle vendite americane. Il mercato statunitense resta fondamentale per il comparto: ogni variazione tariffaria incide direttamente sui volumi esportati e sulla redditività delle aziende produttrici italiane.
Analisi della produzione di pecorino romano dop in Italy e i margini operativi delle aziende nel contesto delle esportazioni verso gli Stati Uniti
Nonostante lo scenario difficile sul fronte commerciale estero, la produzione italiana non presenta eccedenze significative al momento. La produzione relativa al 2024 è stata interamente venduta mentre quella prevista per il 2025 è pronta ad essere immessa sul mercato senza ritardi.
Questa condizione offre alle imprese un certo margine operativo temporaneo ma non elimina i rischi legati a eventuali blocchi o rallentamenti prolungati nelle esportazioni verso gli Stati Uniti. La dipendenza dal mercato americano rende infatti vulnerabile tutto il comparto qualora si verificassero restrizioni più severe o condizioni meno favorevoli alla vendita.
Il piano del Consorzio Pecorino Romano Dop per tutelare il formaggio italiano negli Stati Uniti
Per affrontare questa situazione complessa senza compromettere la stabilità economica delle aziende coinvolte nel circuito produttivo del Pecorino Romano Dop sono state avanzate alcune misure concrete:
- evitare ribassi nei prezzi che potrebbero danneggiare ulteriormente il settore;
- rilanciare strumenti finanziari come il pegno rotativo per sostenere le imprese nei costi operativi;
- riproporre bandi destinati agli indigenti allo scopo di alleggerire i mercati interni;
- finanziare ammassi straordinari che permettano una distribuzione graduale della merce sul territorio nazionale;
- valutare la reintroduzione di premi all’esportazione simili a quelli applicati fino al 2004 che incentivavano l’apertura verso nuovi mercati esteri;
Queste iniziative puntano a creare condizioni più favorevoli sia dentro sia fuori dai confini nazionali cercando di compensare gli effetti negativi derivanti dall’aumento delle tariffe doganali americane.
Gianni Maoddi e il consorzio pecorino romano dop lanciano un appello alla Commissione Europea e alle istituzioni italiane contro i rischi economici derivanti dalle politiche commerciali degli Stati Uniti
Il presidente Maoddi richiama le istituzioni affinché non lascino sole le aziende soprattutto quelle con minori risorse finanziarie in questa fase delicata. Se davvero dovesse concretizzarsi un forte rallentamento degli scambi commerciali con gli Stati Uniti molte realtà imprenditoriali rischierebbero difficoltà serie nella gestione quotidiana.
Il Consorzio sta intensificando attività diplomatiche sia negli Usa sia presso Bruxelles con lo scopo di spiegare l’unicità qualitativa e culturale del Pecorino Romano Dop ai decisori politici internazionali. L’obiettivo è ottenere tutele specifiche capaci di preservarne la reputazione globale, simbolo importante dell’agroalimentare made in Italy.
Ultimo aggiornamento il 14 Luglio 2025 da Luca Moretti