Due agenti della polizia locale di Sassari sono stati prosciolti dall’accusa di aver usato una forza eccessiva durante l’arresto di un uomo accusato di violenza domestica. Il procedimento risale a un intervento avvenuto nel settembre 2024 nel centro storico della città. Il gip ha accettato la richiesta del pubblico ministero di archiviare il caso, riconoscendo la legittimità dell’azione degli agenti nel contenere un soggetto che opponeva resistenza attiva.
L’episodio di violenza e l’intervento della polizia locale in via Araolla
L’episodio principale è accaduto in via Araolla, nel cuore di Sassari, dove i poliziotti locali sono intervenuti per bloccare un uomo che stava picchiando la sua compagna. La segnalazione arrivò alle forze dell’ordine dopo che diverse persone avevano assistito alla scena e richiesto aiuto. Nell’avvicinarsi, gli agenti hanno trovato la donna in evidente stato di pericolo mentre l’uomo manifestava un atteggiamento aggressivo.
La situazione è degenerata quando l’uomo, alla vista degli agenti, ha tentato di fuggire ed evitare l’arresto. Si è instaurato così un inseguimento a piedi che si è concluso in via Torre Tonda, dove i poliziotti hanno dovuto intervenire usando una forza proporzionata alla resistenza opposta dall’arrestato. La posizione del pubblico ministero è stata chiara sin dall’inizio: l’azione della polizia risultava necessaria per fermare una persona violenta e impedire ulteriori comportamenti pericolosi.
Dettagli della resistenza e uso dei manganelli durante l’arresto
Durante il fermo, l’uomo ha opposto una resistenza violenta, sferrando calci e pugni agli agenti, rendendo necessari metodi per il suo contenimento. In questa fase gli agenti hanno utilizzato manganelli per bloccare i movimenti del soggetto. Il ricorso a questi strumenti e alla forza fisica è stato contestato dall’arrestato, che ha denunciato un abuso, lamentando di aver subito una violenza gratuita, incluso con la testa schiacciata contro il terreno da parte di uno dei poliziotti.
Le immagini delle telecamere di videosorveglianza montate nella zona hanno fornito una testimonianza oggettiva. Queste riprese, analizzate durante l’inchiesta, hanno mostrato chiaramente che l’uso della forza da parte degli agenti non è andato oltre il necessario per contenere una situazione di pericolo e opporre resistenza attiva del fermato.
Il giudizio del gip e l’opposizione all’archiviazione respinta
Il giudice per le indagini preliminari, Gian Paolo Piana, ha valutato le prove e le testimonianze raccolte, decidendo di accogliere la richiesta di archiviazione presentata dal pubblico ministero. Secondo il gip, l’intervento degli agenti è risultato conforme ai limiti consentiti, soprattutto considerando che lo scopo era fermare un uomo che aveva appena aggredito la compagna e opponeva resistenza.
L’arrestato, difeso dall’avvocato Giuseppe Onorato, aveva presentato opposizione al provvedimento di archiviazione, contestando la correttezza dell’azione della polizia. La sua opposizione però è stata respinta dal tribunale, che ha confermato l’impianto accusatorio della difesa degli agenti, rappresentata dall’avvocato Giuseppe Scarpa.
Il decreto di archiviazione chiude così il procedimento giudiziario nei confronti dei due agenti, confermando la legittimità dell’intervento svolto nei primi mesi dell’autunno 2024. Questi sviluppi sottolineano il ruolo della polizia locale nel gestire situazioni di violenza domestica con misure adeguate al contesto e la rilevanza delle prove video nella ricostruzione dei fatti.
Ultimo aggiornamento il 12 Agosto 2025 da Elisa Romano